Rigassificatore: «Ma il no del Consiglio non allontana il pericolo»
Inizia così un intervento dell’ex consigliere comunale Nello De Gregorio sul rigassificatore all’indomani dell’ok al Piano regolatore del porto da parte del Consiglio comunale (nel piano, però, non è previsto il rigassificatore). «Se qualcuno - prosegue De Gregorio - anche in sede istituzionale locale, si illude che un piano regolatore portuale senza la espressa indicazione, fra le destinazioni d’uso, di un’area ove allocare il rigassificatore, sia sufficiente a sventare il pericolo si sbaglia di grosso».
«L’invito è andarsi a leggere l’ar t.46 del decreto 1.10.2007 n.159 collegato alla Finanziaria che sostanzialmente stravolge letteralmente la precedente legge 24.11.2000 n.340: “L’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione, anche situati al di fuori di siti industriali, è rilasciata ai sensi dell’art.8 L.24.11.2000 n.340, a seguito di giudizio di compatibilità ambientale.
Nei casi in cui gli impianti siano ubicati in area portuale, il giudizio è reso anche in assenza del parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che deve essere espresso nell’ambito della Conferenza dei Servizi. In tali casi, l’autorizzazione è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e con il Ministro dell’ambiente, d’intesa con la regione interessata. L’autorizzazione costituisce variante del piano regolatore portuale”».
De Gregorio aggiunge: «Cosa dice l’art.8 della 340/2000: “Qualora l’esito della conferenza di servizi comporti la variazione dello strumento urbanistico, la determinazione costituisce proposta di variante sulla quale si pronunciadefinitivamente entro novanta giorni il Consiglio Comunale”».
«Vorrei che si riflettesse un attimo, al di là di ogni valutazione di merito e anche da parte di chi è favorevole alla realizzazione del rigassificatore nel nostro territorio, sulla stravolgente e per certi versi storica portata antidemocratica di questa formulazione legislativa. Storica ed antidemocratica - sottolinea De Gregorio - poiché è la prima volta in assoluto nella storia repubblicana del nostro Paese che in materia di gestione del territorio gli enti locali vengono così brutalmente espropriati del loro diritto all’autodeter minazione delle scelte di merito in materia urbanistica».
«Tutto ciò, ripeto, anche al di là delle valutazioni di merito come le problematiche connesse al rischio, ecc. Da qui la necessità di una battaglia per modificare l’art.46 della Finanziaria. Una battaglia che prima ancora che essere ambientalista è di difesa della democrazia e delle prerogative sulla salvaguardia e l’intangibilità dei poteri istituzionali sui quali questa nostra democrazia si fonda».
«Togliere oggi al Comune - conclude De Gregorio - il potere di autodeterminare le scelte concernenti la gestione del proprio territorio può aprire la strada ad una pericolosa deriva antidemocratica dai riflessi inimmaginabili».
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