Di Pietro “accellera” sul 5 sporgente
Il ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro accelera sul raddoppio del quinto sporgente del porto di Taranto. L’ennesimo input in tal senso è giunto ieri mattina nel corso di un vertice convocato dallo stesso rappresentante del governo al quale hanno partecipato il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, il presidente del Consiglio comunale Gina Lupo; l’on. Vittorio Angelici in rappresentanza della Provincia: gli assessori regionali ai Trasporti ed al Turismo, rispettivamente Mario Loizzo e Massimo Ostillio; il presidente dell’Autorità portuale Michele Conte. Era presente anche Maria Rosaria La Grotta, consulente del ministro in materia portuale.
Di Pietro ha confermato la ferma volontà di realizzare il raddoppio del quinto sporgente, ribadendone la strategicità non solo ai fini dello sviluppo dello scalo ionico e del suo territorio, ma come infrastruttura al servizio del Paese. In tal senso è stata ricordata la corsia preferenziale aperta dallo stesso Di Pietro con il varo della Finanziaria 2007 e con l’inserimento, al suo interno, del comma 1002 che consente di seguire una procedura simile a quella della legge obiettivo. A questo punto le strade possibili per il raddoppio del quinto sporgente sono due. La prima prevede la presenza di un promotore privato che si faccia carico del project financing. Un simile soggetto già c’è.
Si tratta della cordata di banche e imprese che fa capo alla statunitense Westlands Securities che esattamente due anni fa manifestò un interessamento in tal senso all’Autorità portuale, all’epoca guidata dal commissario straordinario Giuseppe Cappella. Il progetto prevede un investimento di circa un miliardo di euro con un’occupazione stimata di 2.500 unità. L’ipotesi, però, non è stata ancora concretizzata in un progetto di fattibilità. La società avrebbe confermato il suo interessamento in un colloquio avuto sempre ieri mattina con il ministro, annunciando anche un ulteriore aumento dell’investimento previsto che dovrebbe arrivare a 1.200 milioni di euro.
In ogni caso, il raddoppio del quinto sporgente, attualmente utilizzato in autonomia funzionale dall’Ilva, oltre ad essere inserito nel Piano regolatore portuale recentemente licenziato dal Consiglio comunale è contemplato nel piano triennale dei lavori dell’Autorità portuale.
Una mossa, quella dell’attento presidente Conte che lascia aperta la corsia preferenziale del comma 1002, anche se Westlands ed i suoi partners, dovessero defilarsi. Ovviamente, in tal caso, l’Autorità portuale, dovrà reperire altri privati con l’indizione di un bando pubblico sul modello seguito per la piastra logistica affidata a Gavio.
Di Pietro ha invitato le parti pubbliche e private ad accelerare per non vanificare questa opportunità, impegnandosi a convocare una nuova riunione nell’arco di un mese per un aggiornamento. “Il ministro - ha dichiarato al termine La Grotta - ha tenuto fede all’impegno assunto lo scorso anno con la comunità ionica ed anzi ha sollecitato enti locali e privati a procedere speditamente per la realizzazione del raddoppio”.
Su sollecitazione del presidente Conte, è stata posta anche la questione relativa ai dragaggi. Senza fondali con pescaggi adeguati all’attracco delle nuove navi portacontainer transoceaniche, il porto di Taranto rischia di perdere la sfida con l’agguerrita concorrenza spagnola, greca e anche di altri scali italiani. Di Pietro ha rimando la questione al suo collega all’Ambiente Pecoraro Scanio, lasciando intendere che non sono ancora pronti i regolamenti attuativi delle nuove disposizioni di legge in materia.
Il raddoppio del quinto sporgente, si presenta come la nuova sfida per il porto di Taranto. Così come l’arrivo di Evergreen modificò radicalmente l’attività dello scalo ionico, la costruzione di un nuovo terminal container conferirebbe nuovo slancio al porto. Le aree individuate dal progetto Ditek per la costruzione del nuovo terminal sono quella del quinto sporgente e dell’ex yard Belleli. In totale una superficie di 120 ettari (il polisettoriale che ospita Evergreen ne occupa 100). Secondo le previsioni sul molo non verrà effettuata solo attività di transhipment. Sul terminal si insedieranno una trentina di attività produttive che vanno dall’assemblaggio di beni di consumo (prevalentemente componenti elettroniche ed elettromeccaniche) al food processing e al frost storing.
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