Rigassificatore a Taranto, Bersani alla riscossa
Egregio direttore,
Dopo tanto parlare iniziano ad arrivare i primi fatti da parte del Comune in tema ambientale. Con l'approvazione da parte del consiglio comunale del nuovo Piano Regolatore Portuale si sancisce ufficialmente il no della città al rigassificatore a Taranto.
Bisogna andarci molto cauti, è vero, ho letto il recente decreto Bersani che sembra pensato apposta per imporre a Taranto quest'impianto: non credevo ai miei occhi, ma con questo decreto si impedisce ai comuni di opporsi a insediamenti che non ritengono di dover accogliere sul proprio territorio. Né i piani regolatori che non ne prevedono l'installazione possono costituire impedimento se il Ministero dello Sviluppo Economico decide per Taranto, come sembra proprio che voglia fare.
Pare che di rigassificatori in Italia non ce ne sia bisogno, la trasmissione Report ne scoprì tutti gli intrighi, ma le grandi lobby dell'energia ormai hanno perforato il Niger e hanno bisogno di basi di stoccaggio nella terra madre Italia per poter diventare esportatori e non più solo importatori di energia, vale a dire per fare più profitti. E la politica deve obbedire al corso dell'economia a tutti i costi. Dove prevedere allora questi insediamenti potenzialmente pericolosi? Risposta: nelle città col più basso potere contrattuale, cioè le più povere e disperate.
Ecco come si arriva a pensare a Taranto ed il perché lo si fa solo quando si tratta di proposte sconvenienti. E se Taranto adesso comprende che stavolta i posti di lavoro sono pochi e che il rischio di avere un rigassificatore in mezzo a dei serbatoi di petrolio è un rischio che non vale la pena di correre? e se ancora Taranto pensa di aver già dato all'industria pesante e ha voglia di crescere per altre vie? e se Taranto pensa che un rigassificatore pregiudicherebbe l'utilizzo del porto per il commercio, la logistica ed il turismo come finalmente sta avvenendo (e che darebbero più posti di lavoro di un rigassificatore)? semplice, lo si impone, come si vuol fare con questo decreto.
Insomma, il pericolo è tutt'altro che scongiurato, ma una presa di posizione così netta e forte da parte di una istituzione locale come il Comune, dalle nostre parti fa già notizia e serve a rinfrancare lo spirito del tarantini, costretti sempre a dire sì alle cose a cui gli altri dicono no. Per ora una bella boccata di dignità e la soddisfazione di riscoprire un'unità d'intenti tra cittadini ed amministrazione. Intanto mi sto divertendo a leggere i quotidiani baresi, sempre attenti a se stessi.
Prodighi di consigli per la vicina Taranto, raccomandano, con grande (e rara) magnanimità, nemmeno con toni troppo pacati, di accettare il rigassificatore come soluzione di tutti i mali della città. Non sono nulla i problemi che esso porta con sé e non fa niente avere in Mar Grande petrolio, gas e sommergibili nucleari insieme. Certo, però loro preferiscono le navi da crociera! Mors tua, vita mea, dicevano i latini o erano i baresi?
Massimo Ruggieri
Taranto
Il Direttore risponde:
Caro Ruggieri, lei ha centrato in pieno il problema: lo scarso, o inesistente, potere contrattuale della città. Pensi cosa accadrà adesso che il governo ha promesso di farci uscire dal dissesto con quel generoso contributo di 120 milioni di euro. Pensava che fossero gratis? Nessuno dà niente per niente. Nemmeno il governo Prodi. Scommettiamo che Taranto avrà il suo bel rigassificatore, i nostri politici ufficialmente si sbracceranno per farci credere che loro non sono d'accordo e organizzeranno marcette di protesta? Avremo i "bidoni" del gas a due passi da quelli della raffineria. Stia tranquillo, siamo sicuri che i tarantini in cambio non avranno neppure uno sconto sulla bolletta. Siamo tarantini, mica baresi.
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