«Sì alla fiaccolata, ma il rigassificatore?»
Tutto pronto per la “Fiaccolata della memoria e della speranza” organizzata dall’associazione “Aiutiamo Ippocrate” a cui hanno aderito liberi cittadini, associazioni ed organi istituzionali. E proprio a proposito dell’adesione della Regione Puglia e del governatore Nichi Vendola alla marcia di questa sera, si registra la critica di Graziana Bruno, ex consigliere comunale e consigliera regionale di parità.
«Mi è balzata subito agli occhi una vera e propria contraddizione, per non parlare di ipocrisia da parte della Regione Puglia -scrive la Bruno in una nota - Da una parte c’è il caloroso augurio affinché questa manifestazione si sviluppi al meglio, e la promessa affinché vengano ridotti al minimo gli effetti dell’inquinamento sulla salute del cittadino.
Dall’altra però la Regione tiene fuori il Comune di Taranto dalla discussione sul Rigassificatore, assiste inerme all’accordo Snam-GasNatural, e condivide attraverso la voce di un suo assessore, la possibilità che a Taranto possa essere collocato l’impianto di rigassificazione. Esclude del tutto dalla memoria che ancora oggi persistono gravi lacune istruttorie sulla valutazione del terminale Gnl secondo il progetto di Gas Natural, nonché il mancato rispetto della direttiva Severo del 2003/105/Ce del Parlamento Europeo. «Quando si parla di trasparenza e di politica corretta nei confronti del cittadino bisogna ricordarsi soprattutto il rispetto nei confronti dello stesso.
A nessuno è consentito bluffare più. «Taranto non può sopportare ulteriori carichi in termini di inquinamento e rischio tecnologico. I tarantini tutti devono sapere la realtà dei fatti in modo tale da poter decidere se accettare o meno un rigassificatore, destinato di certo ad elevare i livelli di pericolosità, in maniera molto più sensibile rispetto alle previsioni della Gas-Natural e della Medea. Se così non è, quantomeno che ce lo dimostrino carte alla mano, prendendo in esame ad esempio, se esiste, l’incompatibilità del sito prescelto data la concentrazione in quell’aria di ben 8 impianti. Un sito tra l’altro già gravato da criticità evidenziate sul rapporto dell’Arpa di Puglia che definisce l’area ad elevato rischio di crisi ambientale.
«La pericolosità dell’area individuata, fa pensare tra l’altro ad un effetto domino a causa proprio degli stabilimenti presenti a ridosso del sito individuato: Ilva, Agip Petroli, Ise srl solo per citarne alcuni. In caso di incidenti potrebbero essere coinvolte le infrastrutture viarie e ferroviarie che attraversano la zona industriale, grazie alle quali oggi, vengono trasportate cisterne contenti benzina e gasolio. Lo stesso dicasi per il traffico marittimo. Un evento di grande portata come un incendio, una esplosione, una collisione, potrebbe avere conseguenze devastanti sul terminale di rigassificazione o su una gassiera. Il tutto ovviamente considerando che la distanza tra il rigassificatore e lo stabilimento Agip ad esempio è di appena 775 metri.
E meno male che in tutti questi anni ci siamo interrogati sull’assurdità di avere costruito il siderurgico ad un passo dai Tamburi, promettendo che certe assurdità non si sarebbero mai ripetute! E di possibili sciagure potrei elencarne ancora molte. «Perché tutte queste eventuali catastrofi non sono state prese in considerazione prima di dare il benestare all’installazione di un Rigassificatore? Taranto non può più essere baratta
in cambio di benefici a favore dei soliti politici».
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