Raccolta differenziata: il «buco nero» dell’Amiu
Sul progetto Amiu di raccolta differenziata è calato il silenzio più totale. A febbraio di quest’anno l’azienda aveva presentato alla stampa il piano che prevedeva il graduale passaggio dalla raccolta multimateriale a quella monomateriale (carta e cartoni, plastica e metallo, vetro). Il sevizio sarebbe stato operativo - questo l’annuncio - da settembre di quest’anno.
Settembre è trascorso invano, così come ottobre, e nulla di nuovo si è visto se non l’apposizione sui cassonetti destinati alla presunta raccolta differenziata di tabelle con la dicitura «monomateriale», come sottolinea in un proprio comunicato stampa il circolo tarantino di Legambiente.
«D’altro canto - sottolinea Legambiente - il servizio offerto in generale dall’Amiu ha subito un peggioramento soprattutto nella pulizia delle strade che, nelle ore centrali della giornata, risultano molto sporche sia nei quartieri periferici che in quelli più centrali (salvo una ristretta area del Borgo nel cosiddetto salotto della città).
Ad oggi, al di là dei pesanti contrasti emersi tra le forze politiche in merito al nuovo consiglio di amministrazione dell’Amiu, non si conoscono impegni pubblici in merito alla questione, né si sa qualcosa su eventuali attività intraprese o da intraprendere. Il silenzio regna sovrano ed imbarazzante.
Diversi gli interrogativi che gravano sul fronte della raccolta differenziata: quanta se ne fa, se si fa? I materiali selezionati dalla raccolta differenziata a chi vengono conferiti? Se tali conferimenti producono ricavi per l’azienda, a quanto ammontano? I rifiuti ingombranti, spesso depositati nei o in vicinanza dei cassonetti, che fine fanno?. «Un capitolo a parte - sottolinea Legambiente - merita la Tarsu. Il commissario straordinario Blonda nel 2006, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso il conferimento all’inceneritore e in discarica, deliberò i nuovi importi della Tarsu (il coefficiente per abitazione passava da 1,394 a 2,40) a fronte di una previsione di costo di 30.210.000 euro.
Lo stesso commissario nel 2007 emise nuova delibera con ulteriori importi della Tarsu (il coefficiente per abitazione passava da 2,40 a 3,02) a fronte di una previsione di costo di 39.210.063 euro. Siamo sicuri - dice Legambiente - che nel 2008 non avremo un nuovo pesante aumento della Tarsu? La Regione Puglia è stata molto chiara sulle conseguenze di risultati non virtuosi sulla raccolta differenziata: chi non raggiunge obiettivi minimi dovrà pagare u n’ecotassa più salata, senza contare gli incentivi che non verranno erogati. A fronte di minori ricavi per il riciclo si avranno inoltre maggiori esborsi per il conferimento in discarica si maggiori quantitativi di rifiuti».
Ultimo punto dolente per Legambiente, quello della mancata applicazione della tariffa in luogo della tassa. Si chiede Legambiente: è davvero così difficile? «La tariffa - sostengono gli ambientalisti - è molto più corretta della tassa in quanto differenzia il contributo secondo parametri equi e non semplicemente legati alla superficie. Essa è composta infatti da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito, e all'entità dei costi di gestione. La quota fissa da attribuire alla singola utenza domestica viene determinata in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi, e le minori dimensioni dei locali.
Per l'attribuzione della parte variabile della tariffa gli Enti locali organizzano e strutturano sistemi di misurazione delle quantità di rifiuti effettivamente conferiti dalle singole utenze. Inoltre, gli Enti locali assicurano agevolazioni per la raccolta differenziata attraverso l'abbattimento della parte variabile della tariffa per una quota, determinata dai medesimi enti, proporzionale ai risultati, singoli o collettivi, raggiunti dalle utenze in materia di conferimento a raccolta differenziata. Ci sono comuni che hanno da tempo intrapreso un circolo virtuoso dei rifiuti. Quando finirà il circolo vizioso che esiste per la città di Taranto?».
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