Inquinamento, l’AIL: la situazione è grave
Il tema è di quelli “caldi”. Contro l’inquinamento sono scesi in strada, appena una settimana fa, migliaia di bambini che con l’associazione ideata dal dott. Giuseppe Merico hanno dato vita alla prima marcia sui Tamburi. Hanno sfilato, mascherina alla bocca, proprio a ridosso dell’area industriale del quartiere. Dove il paesaggio si fa marziale, sotto la coltre ferrosa, che col suo colore rossastro ha ridipinto case e scuole. Una manifestazione preceduta dalla fiaccolata della speranza che l’associazione Aiutiamo Ippocrate ha organizzato per sollecitare l’attenzione delle istituzioni sulla ricerca contro il cancro, piaga che affligge la città.
Sulla questione è nato anche un comitato, capeggiato dall’avvocato Nicola Russo che intende chiamare i tarantini a decidere sulla materia ambientale proponendo un referendum, (ne parliamo in questa stessa pagina). Stamattina l’Ail di Taranto ha voluto convocare la stampa nella sua sede di Taranto, in via De Cesare proprio per parlare della “delicata problematica ambientale vissuta dalla città”. «E’ l’OMS a dire che la presenza di benzene, diossine, polveri di ferro è legata all’insorgenza di patologie oncoematologiche - ha esordito la presidente dell’Ail Paola D’Andria.
A farle eco il direttore della struttura complessa di ematologia dell’ospedale Moscati di Taranto, il dott. Patrizio Mazza che è anche vicepresidente dell’Ail. «E’ scientificamente provato come la presenza di inquinanti sia legata a tutta una serie di patologie - ha detto l’ematologo Mazza. Patologie - ha aggiunto - che vanno dalle allergie alle neoplasie».
Il prof. Mazza è a contatto tutti i giorni con la problematica e ha tracciato uno spaccato dell’incidenza di linfomi, mieloma e leucemie, in base all’appartenenza ad un quartiere piuttosto che ad un altro. Il Borgo , in quanto zona più prossima, se si esclude il quartiere Tamburi, all’area industriale detiene il triste primato. «Al Borgo e al quartiere Tamburi - ha detto - e in genere nella parte centrale della città ci si ammala di più. Minore è il numero dei casi tra chi vive a Lama e San Vito. Paolo Vi è un caso a sè». E’ intenzione dell’Ail quella di stilare un vero e proprio elenco . «Il reparto di ematologia è troppo affollato - ha osservato D’Andria richiamando il tema della conferenza.
Abbiamo convocato questo incontro - ha spiegato – per riportare la questione nei termini appropriati. Dopo la polemica sulle fontanelle realizzate grazie all’intervento dell’Ilva all’interno del cimitero c’era bisogno di fare chiarezza. A mio avviso è stato inopportuno - ha proseguito D’Andria - da parte del comune e del sindaco Stefàno accettare l’aiuto dell’Ilva. Prima è necessario che vengano abbassati i livelli di inquinamento.
E’ questo il punto. «L’Ail per fini statutari si occupa di tutela, assistenza e cura dei malati affetti da patologie oncoematologiche. Siamo particolarmente interessati al procedimento Aia (autorizzazione integrata ambientale). La sezione di Taranto dell’Ail ha inviato un documento al ministero dell’ambiente a Regione, Provincia e Comune di Taranto per sollecitare interventi per la grave situazione ambientale in cui versa il capoluogo ionico. La percezione è che anche la coscienza dei cittadini stessi, dei residenti del quartiere Tamburi, si sia svegliata. Noi non chiediamo certo all’Ilva di chiudere, nè crediamo che sia l’unica fonte di inquinamento.
La nostra attenzione è rivolta all’intera zona industriale dove insiste anche l’Eni, ad esempio. In questo momento la percezione è che in tanti, a partire dall’associazione fondata dal dottor Merico, l’associazione di Francesco Ruggieri, le associazioni ambientaliste stiano scendendo in campo». Oggi in conferenza l’Ail ha anche presentato l’ultimo numero della rivista dell’associazione “Obiettivo salute”.
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