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L’ematologo parlò di un aumento delle patologie del sangue

Mazza: «Confermo i dati sui tumori. Subito gli interventi»

«Nei giorni scorsi si è sviluppata all’inter no dei mass media, soprattutto giornali, anche nazionali, una bagarre alla ricerca di dati e possibilmente significativi e a testimonianza di quanto sia seria la situazione di Taranto circa l’incidenza di tumori».
10 novembre 2007
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

ILVA di Taranto Il dottor Patrizio Mazza interviene nel dibattito sull’inquinamento, replicando al direttore dell’Arpa Assennato. Mazza prende spunto dai dati che lui stesso ha offerto e da quelli forniti da Assennato. «Vorrei subito dire - spiega Mazza - che quei dati non hanno possibilità di confronto perché quelli presentati dal sottoscritto rappresentano uno spaccato di ciò che noi osserviamo e abbiamo osservato nella nostra istituzione ematologica e quelli di Assennato si riferiscono a dati di mortalità per tumore.

Le due cose sono profondamente diverse e cercherò, per dovere di chiarezza, di spiegarle». «Alla domanda che un giornalista mi ha posto circa l’incidenza di tumori ematologici a Taranto io ho risposto che ritengo molto verosimile che vi sia una incidenza superiore del 50% rispetto ad altre città di analoga popolazione (per esempio Reggio Emilia). Il dato è stato ricavato nella seguente maniera. Se attualmente - spiega ancora Mazza - in Ematologia a Taranto sono seguiti o sono stati seguiti oltre 700 pazienti, ivi residenti, con malattie tumorali ematologiche significa che abbiamo avuto un riscontro di circa 350 nuovi pazienti per ogni 100.000 abitanti.

Fin qui il dato non significa niente ma i ragionamenti successivi sono quelli cruciali. L’ematologia segue o ha seguito negli ultimi 10 anni all’incirca il 50-70% dei pazienti ematologici della città in quanto molti pazienti venivano già seguiti in altre sedi e molti pazienti non sono mai arrivati alla nostra osservazione, infine molti pazienti non sono stati registrati perché di breve afferenza o perché anziani».

«Questo - aggiunge Mazza - ovviamente è un dato molto grezzo e non vuole essere un dato di incidenza “uf ficiale” ma con alcuni ragionamenti la realtà è molto vicina e la si raggiunge come di seguito enunciato. L’incidenza di tumori ematologici è, secondo la stragrande maggioranza dei registri di incidenza al mondo, del 10% rispetto a tutti gli altri tumori e il numero stimato è di circa 30 nuovi casi all’anno per 100000 abitanti. Ora i nostri dati ci dicono che noi medesimi ne abbiamo diagnosticati circa 30-35 per ogni 100000 abitanti all’anno, ma a questi andrebbero assommati tutti quelli che noi non seguiamo e non abbiamo diagnosticato, da cui quella incidenza maggiore di circa il 50% rispetto a quanto previsto per analoga popolazione.

Del resto il dato non fa nessuna meraviglia perché i tumori ematologici correlano con patologia del sistema immune e nell’area di Taranto tali patologie incidono maggiormente; sul piano sanitario ovviamente occorre parlarne perché, a mio avviso ciò implica anche alcune scelte di strategia sanitaria su come investire per la cura di tali malattie. Ovviamente i dati relativi ai tumori non ematologici non sono in mio possesso ma ritengo che si debba effettuare una stima di incidenza maggiorata che non può essere desunta dai soli dati di mortalità e spiegherò il perché».

«Il dottor Assennato - rileva ancora Mazza - ha riportato dei dati di mortalità relativi ai principali tumori epiteliali riferendo comunque che, per la maggior parte dei tumori, vi è un incremento di mortalità. Il dato non può essere tradotto sul livello di incidenza perché innanzitutto di tumore si guarisce di più che nel passato. Proprio questi giorni Veronesi ha citato che si può arrivare ai 2/3 di guarigioni, ovviamente dipende dal tumore. Un altro motivo di non traducibilità del dato sul versante dell’incidenza è che i pazienti che hanno avuto un tumore ed hanno eseguito terapie curative sono soggetti che possono morire anche di altra causa ed è stimato che il 30% dei soggetti che sono stati curati per tumori abbia una mortalità correlata a causa diversa dal tumore medesimo.

Con tali ragionamenti diciamo che è più facile acquisire il dato relativo alla mortalità ma questo non è assolutamente attendibile sulla incidenza di tumori. Mi sembrava doveroso chiarire questi aspetti affinché non si faccia confusione e vi sia una informazione corretta che, in assenza di un registro di incidenza, è solo desumibile da quanto detto. La nostra idea è che dai dati in nostro possesso vi sia una allarmante incidenza di malattie ematologiche e ciò è doveroso riferire».

«A conclusione di tale tentativo di fare chiarezza vorrei precisare che da parte del sottoscritto c’è il desiderio di informare sotto un profilo sanitario ma corre l’obbligo di segnalare che non si può abbassare la guardia e dire che fra un anno vi sarà una riduzione di emissione di sostanze che sono sicuramente cancerogene; non smetterò mai di dirlo che sotto un profilo sanitario non servono promesse ma fatti immediati. Noi come persone comprensive e ragionanti comprendiamo che istituzionalmente non si possono instaurare conflittualità che possano essere di danno immediato per l’occupazione e occorre moderazione da parte di chi amministra.

Ma come persone che hanno in animo il futuro di questa città che potrebbe essere stupenda - conclude Patrizio Mazza - non possiamo non dire che occorra qualcuno, dove sono i politici regionali e nazionali salvo eccezioni sporadiche, che riferisca di altri progetti e dico progetti non parole, che non sia solo il rigassificatore. Se no, fra 10 anni, quale sarà l’incidenza di tumori ematologici e non solo?».

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