Antenne: Il "Righi" prepara il regolamento per il Comune
L'iniziativa è stata ufficializzata ieri mattina, nei locali dell'istituto, con la firma di un protocollo da parte dell'assessore all'urbanistica e all'edilità Alfredo Cervellera, dell'assessore all'ambiente Bruno Pastore e del vice preside dell'Itis Righi, prof. Saverio Sinopoli.
E' la prima volta che il Comune jonico si adopera per avere un piano per regolamentare la materia sia dal punto di vista urbanistico che da quello della tutela della salute dei cittadini. Lo fa affidando il lavoro ad un istituto che conta docenti e studenti di valore e che ha conquistato nel tempo autorevolezza e credibilità.
Basti pensare che il corso di elettronica e telecomunicazioni del Righi viene considerato uno dei più qualificati e collaudati del Sud Italia. E' giusto sottolineare, come ha dichiarato il prof. Rondinelli al nostro giornale, che finalmente il Comune evita di rivolgersi a professionisti esterni splendidamente pagati, come avveniva nel passato da parte di altre amministrazioni, e si affida a competenze locali, ben radicate.
L'equipe del Righi si è impegnata a elaborare un piano che entro un mese sarà sottoposto all'attenzione del Consiglio Comunale. L'intenzione è quella di mettere ordine nella giungla di decreti, regolamenti e norme che disciplinano le antenne. Finora, in tutto il territorio nazionale, i gestori degli impianti di telefonia mobile hanno avuto vita facile perché sono riusciti ad eludere i regolamenti comunali a colpi di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, puntualmente vinti.
I giudici, infatti, danno regione ai gestori facendo riferimento al Decreto Gasparri che qualifica le antenne come opere di interesse nazionale. «E' una guerra aperta e i gestori sono i vincitori ha spiegato il prof. Rondinelli sono riusciti a demolire i regolamenti comunali».
A Taranto si cercherà la collaborazione dei gestori nella localizzazione delle antenne nuove e nella modifica di quelle già esistenti, alcune delle quali risultano orribili dal punto di vista estetico. In caso contrario, il Comune presenterà comunque il piano alle aziende e ne chiederà il rispetto. Il Sindaco ha infatti il potere di far chiudere gli impianti non previsti dal piano e quelli che superano il valore limite per l'elettrosmog, fissato in 6.0 V/m.
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