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Lettera al Corriere del Giorno

«Ma quali e quanti risultati dai tanti atti d’intesa?»

Il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio durante la sua venuta a Taranto dichiarò che aziende come l’ILVA avrebbero potuto chiedere l’aiuto del Governo se realmente disposte a varare una seria politica di riconversione a favore dell’ambiente e della salute pubblica
20 novembre 2007
Fonte: Corriere del Giorno

Egregio Direttore,
ILVA di Taranto vorrei dire anch’io, modestamente, la mia sulla situazione ambientale della nostra cara città, lamentando soprattutto la latitanza a tal riguardo dei nostri rappresentanti di più alto livello, ovvero dei deputati di Terra Ionica.

A parte un’interrogazione di cui leggemmo enfaticamente l’annuncio da parte dell’ On. Vico (di cui chissà se riceveremo mai riscontro), il silenzio più assoluto.

Rotto forse solo da echi di inviti che hanno saputo meglio sostenere le istanze dell’industria, e dell’Ilva in particolare, che dei tarantini. Molta maggiore attenzione la si registra fuori dalle nostre mura, con l’argomento trattato in Parlamento dalla Sen. Rame e da altri esponenti della politica nazionale. Ma questo, pur rinnovando in me profonda rabbia, mi stupisce purtroppo poco. Eppure c’è una legge nazionale sulle emissioni di diossina incredibilmente ingiusta che andrebbe modificata al più presto e per la quale andrebbero accertate senza esitazione le relative responsabilità.

E’ poi in corso un’Autorizzazione per stabilire le prescrizioni per le grandi industrie aperta alle valutazioni di tecnici, soggetti istituzionali e cittadini. Niente, noi preferiamo affidarci ai soliti, deboli atti d’intesa (quanti risultati abbiamo raggiunto grazie a questi?) che garantiscono scappatoie impunite a tutti i suoi protagonisti.

Ci si aspetterebbe poi un intervento di pressione sul Governo per affrontare e risolvere una volta per tutte il problema ambientale (e sanitario) della nostra città in ambito nazionale, sebbene sia alquanto contraria a che lo Stato provveda con denaro pubblico a risolvere i problemi causati dal settore privato. Ad ogni modo sarebbe una cosa auspicabile, pur di estirpare il problema alla radice.

Appena a maggio scorso niente meno che il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, durante la sua venuta a Taranto, dichiarò che aziende come l’Ilva avrebbero potuto chiedere l’aiuto del Governo se realmente disposte a varare una seria politica di riconversione a favore dell’ambiente (e della salute pubblica).

Qualcuno lo ha chiesto o ricordato al Ministro, o si pensa che se ne ricorderà lui prendendo l’iniziativa di contattare i diretti interessati per proporre la soluzione? In tutto questo non si intravede all’orizzonte neppure l’ombra di iniziative coordinate e valide in grado di sostenere l’avvio di un percorso che ci renda meno dipendenti dalla grande industria e dai suoi inaccettabili, ed anche indiretti, compromessi.

Che chi di dovere si svegli.

Cordialmente
Mina Ludovico

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