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Una Lettera di Massimo Ruggieri al Prof. Federico Pirro

"Se ambientalista significa non voler il cancro, allora siamo tutti ambientalisti"

"Il tutto, speriamo, con la stessa magnanimità dimostrata in questi giorni a favore della mia comunità, contando sull’intelligenza di chi saprà comprendere, ne siamo sicuri, che per una volta il nostro futuro vorremmo scegliercelo noi".
Fonte: Corriere del mezzogiorno

Il futuro di Taranto lo scegliamo noi Gentile Direttore,
Da tarantino le scrivo per ringraziare l’esimio prof. Pirro per l’ennesimo contributo che ha voluto gentilmente offrire alla causa della mia città. Nel contempo mi permetto, non senza scusarmene anticipatamente, di fare talune osservazioni riguardo all’intervento pubblicato il 9 novembre scorso sul suo prestigioso giornale.

Il prof. Pirro scrive di uno stato di guerra che sembra essere stato dichiarato da una parte della società civile e delle istituzioni tarantine nei confronti dell’ Ilva. Scrive ancora della piena attuazione degli Atti di intesa da parte di Ilva stessa; che con l’incontro tra il Sindaco Stefàno e l’ing. Riva si depotenzia la pur legittima richiesta dell’”esigua minoranza” che vorrebbe l’indizione di un referendum per la chiusura dell’Ilva - che definisce ipotesi irrealistica - per chiudere con la proposta di chiedere allo Stato di farsi carico a sue spese (cioè nostre), di rimediare ai guai del disastro ambientale prodotto dall’inquinamento industriale di cui la popolazione di Taranto subisce da anni le conseguenze.

Anzitutto non riesco a comprendere il perché a Taranto tutti ormai sappiano dell’importanza dell’Autorizzazione Integrata Ambientale attualmente in corso per le grosse industrie come l’Ilva, ma politici e professionisti continuino a parlare di Atti di Intesa. Mi chiedo poi se il prof. Pirro viva a Taranto, per affermare con tanta sicurezza che quanti sostengono il referendum sono solo “un’esigua minoranza”.

Mi si permetterà, pur nel profondo rispetto per il prof. Pirro, di sottolineare che, a mettere insieme tutte le osservazioni fatte, pare proprio di leggere un manifesto utile all’Ilva per rintuzzare alle sollecitazioni che la città sta producendo per non essere più disposta a sopportare, non solo il carico di inquinamento prodotto da Ilva, Eni , Cementir ed altre, ma il costo in termini di vite che per ciò è costretta a pagare. Né vale a consolarci pensare al servizio che Taranto offre al Paese ospitando l’Ilva, i cui prodotti, come dice il professore, devono competere con i cinesi.

Se ambientalista significa non voler morire o veder morire altri tarantini di cancro, allora siamo tutti ambientalisti e, in quanto tali, ci sentiamo meglio rappresentati dalle istanze delle infaticabili associazioni locali, che non da chi, a vario titolo, ha il dovere istituzionale di provvedervi.

Sarò estremamente lieto, nonché grato al prof. Pirro, se dall’alto della sua preparazione culturale al servizio dell’Università, saprà sottolineare, alla stessa stregua di quanto sta facendo per Ilva, l’importanza della costituzione di un polo universitario jonico che si rispetti o se, ancora, vorrà mettere a disposizione la sua esperienza di docente in Storia dell’Industria per sottolineare il valore che può avere l’istituzione dei voli civili da e per l’aeroporto di Taranto-Grottaglie, vitali per i nostri collegamenti e per far “decollare” anche la nostra malconcia economia.

Certo tali interventi non avrebbero lo stesso valore di quelli che registriamo in questi giorni sulla grande industria di Taranto, giacché non potrebbero godere della spontaneità di questi ultimi, trattandosi, piuttosto, del frutto delle nostre sollecitazioni, ma sapremmo farcene una ragione in funzione della loro preziosa utilità.

Il tutto, speriamo, con la stessa magnanimità dimostrata in questi giorni a favore della mia comunità, contando sull’intelligenza di chi saprà comprendere, ne siamo sicuri, che per una volta il nostro futuro vorremmo scegliercelo noi.

Cordialità
Massimo Ruggieri

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