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Presentato Piano regionale della Qualità dell’aria: La maggior emissione di CO2 in Puglia arriva dall’industria, seguita dai trasporti

«Il Piano Arpa salva Cementir e Agip»

I dati incompleti: non saranno monitorate le emissioni provenienti dai due stabilimenti. Nessuna centralina di rilevamento per le emissioni dell’aria tra gli stabilimenti di Agip e Cementir. Il dato regionale risente fortemente della situazione emissiva della provincia, che da sola contribuisce al 74% delle emissioni di CO2
22 novembre 2007
Fonte: TarantoSera

. La Regione Puglia ha stilato il Piano per la Qualità dell’Aria, un lavoro corposo che ha visto la partecipazione di Arpa Puglia, Cnr Isec, Università degli Studi di Bari e Università degli studi di Lecce. Sono 175 pagine, in cui si parte dall’inquadramento generale e dalla caratterizzazione del territorio, rapportandolo al quadro normativo vigente, e si considerano gli elementi di sintesi sull’inquinamento atmosferico tenendo presenti i dati relativi alle emissioni e alla qualità dell’aria.

Nelle azioni che il piano regionale si ripropone di portare avanti c’è l’individua¬zione delle misure di risan¬amento in relazione alle risorse finanziarie. Per quanto concerne il territorio tarantino, un particolare fa storcere il naso, e riguarda la razionalizzazione delle centraline di rilevamento Arpa dislocate al quartiere Tamburi, a ridosso della zona industriale. I cambiamenti apportati alla dislocazione attuale, infatti, lasciano misteriosamente sprovvista di controllo una zona fondamentale per monitorare a tutto tondo la qualità dell’aria di una città martoriata da decenni dalla questione ambientale.

Dalla pagina 137, a motivazione degli spostamenti che verranno effettuati, si indica che, “sebbene il numero delle stazioni presenti garantisca il rispetto dei criteri fissati dalla norma, la distribuzione delle cabine sul territorio risulta disomogenea, con aree non coperte dal sistema di moni¬toraggio”. A Taranto gli spostamenti riguardano lo spostamento dell’analizzatore che si trova al quartiere San Vito, che sarà trasferito a Castellaneta, ed il passaggio a Massafra della centralina per il rilevamento della qualità dell’aria che si trova in via Archimede, al quartiere Tamburi. Quest’ultimo conserverà solo il rile¬vatore di via Machiavelli.

L’interrogativo inevitabile, alla luce di questo provvedimento, è: per quale motivo quella centralina non è stata spostata nell’area in cui operano la raffineria Agip e la Cementir? Un atto che avrebbe dovuto essere scontato, viste le numerose segnalazioni da parte della cittadinanza, durante il corso dell’anno, di presenza nell’aria di gas sospetti, che in diverse occasioni hanno provocato malori in coloro che li hanno inalati.

I forti sospetti che quei gas provenissero dalla raffineria non hanno mai potuto essere avvalorati da fatti concreti poiché in zona non è presente alcuna centralina di rilevamento. Sicché, quando l’Arpa è intervenuta con i suoi tecnici per esaminare i valori dell’aria, era ormai troppo tardi per effettuare un’analisi puntuale.

I gas si disperdono velocemente nel giro di pochi minuti. La decisione quindi di far restare, ancora una volta, sguarnita di centralina una zona dell’area industriale che potrebbe avere forte ingerenza in materia di inquinamento rende davvero perplessi. Ma il piano redatto dalla Regione Puglia non dovrebbe servire a migliorare la qualità dell’aria?

I dati regionali influenzati da Taranto

E’ inutile dire che, nell’esame delle emissioni inquinanti rilevate sul territorio regionale, Taranto recita la parte del leone. Nella produzione di monossido di carbonio, ad esempio, il macrosettore che presenta un contributo preponderante nel calcolo delle emissioni totali è rappresentato dai processi produttivi, con un peso del 71 per cento.

“Il dato regionale - si specifica nel Piano appena redatto - risente fortemente della situazione emissiva della provincia di Taranto, che da sola contribuisce al 74% delle emissioni di CO2. Infatti, osservando gli andamenti a livello provinciale, emerge che le emissioni più rilevanti sono ascrivibili al trasporto su strada, per tutte le province, tranne che per quella di Taranto, in cui è evidente il contributo industriale quasi esclusivamente determinato dalla presenza dell’Ilva”.

Nel testo del Piano regionale le emissioni dell’industria nel territorio ionico vengono riferite esclusivamente all’Ilva. Sebbene l’acciaieria rappresenti la realtà di maggior spessore, non è la sola ad operare a Taranto. Vengono del tutto dimenticate Agip e Cementir, che in diverse occasioni hanno fatto sentire la loro pesante presenza, eppure non vengono nemmeno prese in considerazione nel moni¬toraggio delle emissioni.

In conclusione il Piano sottolinea che il lavoro realizzato ha consentito di determinare un iniziale bilancio delle emissioni in atmosfera sull’intero territorio pugliese. L’inventario redatto rappresenta il primo approccio integrato per la valutazione di tali emissioni, e, pertanto, porta con sé molte incertezze e criticità legate sia all’applicazione di un modello importato, e quindi non calzante sulla realtà territoriale, sia all’incertezza sul dato di partenza (laddove reperibile).

I risultati ottenuti generano in alcuni casi perplessità, ma al momento costituiscono la miglior stima possibile. Lo strumento costituisce un punto di partenza per lo sviluppo di supporti decisionali di ausilio alla pianificazione territoriale, e traccia un percorso per futuri aggiornamenti. Naturalmente per avviare questi ultimi sono auspicabili indagini più accurate per aumentare la conoscenza sugli elementi di criticità.

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