Emergenza Diossina, ILVA Taranto sempre al primo posto
Ancora una volta Taranto e il suo inquinamento alla ribalta nazionale. In un articolo di Emiliano Fittipaldi, sull’Espresso di questa settimana, viene posto all’attenzione dei lettori il drammatico problema delle emissioni di diossina nel nostro paese e delle conseguenze sulla salute, ancora non completamente chiarite, ma sicuramente fonte di grandissima preoccupazione per i cittadini non solo delle aree più inquinate, ma di tutto il nostro paese. Questo perché, attraverso la catena alimentare, tutti gli italiani, chi più chi meno, assumono la loro dose quotidiana di diossine e in molti casi (il 50% circa secondo il tossicologo Alessandro Di Domenico dell’Istituto Superiore di Sanità,) ne assumono più del limite (2 picogrammi per chilo di peso corporeo) consentito dalla legge italiana.
La situazione di Taranto con l’ILVA che risulta in testa alla hit parade delle emissioni, emerge in tutta la sua gravità e ancora una volta ci sentiamo costretti a sottolineare l’urgenza assoluta di provvedimenti che abbattano tali pericolosissime emissioni in modo sostanziale e in tempi rapidi e certi.
Le promesse di Riva al Sindaco Stefano devono diventare impegni concreti e verificabili; l’obiettivo di ridurre le emissioni di diossina entro i parametri europei e del Friuli, deve essere perseguito con determinazione e fermezza, monitorando costantemente e sistematicamente le emissioni, e verificandone l’effettivo raggiungimento nei tempi previsti.
Il Circolo Legambiente di Taranto ritiene che la concessione dell’AIA all’ILVA, ma anche agli altri impianti industriali tarantini, debba passare esclusivamente attraverso impegni certi e a breve termine in materia di riduzione del carico inquinante delle aziende e torna a ribadire l’assoluta insufficienza di proposte come quella dei teloni che dovrebbero essere posti a protezione dei parchi minerali, così come la necessità di controlli alle cokerie, principale fonte delle emissioni diffuse, particolarmente pericolose soprattutto per i lavoratori dell’ILVA.
Allegati
ILVA - La Fabbrica dei Veleni
1565 Kb - Formato pdfL'ILVA avvelena in Europa più di tutti. Un estratto dalla rivista L'Espresso
Articoli correlati
- Lettera ai sostenitori di PeaceLink
ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink - Ottobre 2024
Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024
Sociale.network