Il Museo Nazionale diventa "MARTA",
Un look tutto nuovo che fonde immagine e sostanza e che pone la struttura ionica allo stesso livello di altre ben più famose. E’ stato presentato ieri mattina nel corso di un incontro al quale hanno partecipato il soprintendente ai Beni Archeologici Giuseppe Andreassi; il soprintendente ai Beni Architettonici Augusto Resta; il direttore del Museo Antonietta Dell’Aglio e l’ideatore del logo, Francesco Ermanno Guida.
Con l’inaugurazione del prossimo 20 dicembre si chiuderà un percorso cominciato nell’estate del 1998. L’utilizzo di una quota residua del finanziamento Fio ’86, consentì l’avvio dei lavori di consolidamento e ristrutturazione del Museo a partire dall’ala Ceschi, quella che affaccia su via Pitagora. Fino al 2000 la struttura ha funzionato con un percorso espositivo ridotto, poi fu chiusa al pubblico. L’idea di Marta nacque proprio tra il ’98 ed il ’00, con la realizzazione di mostre tematiche (ben cinque) di reperti mai presentati prima al pubblico.
Iniziative che, in qualche modo, ha spiegato Andreassi hanno ispirato “il filo conduttore del nuovo allestimento incentrato sul territorio tarantino, su cui si aprono finestre sui territori e le popolazioni che con l’area tarantina hanno avuto conflitti o convergenze d’interesse”.
L’architetto Guida ha spiegato come “il progetto per il marchio, l’immagine coordinata e la segnaletica informativa e di orientamento, è stata anche l’occasione per verifiche e riflessioni più ampie sul concetto stesso di comunicazione coordinata. Il Museo di Taranto non è un semplice museo, ma una delle istituzioni pubbliche in cui sono custoditi tesori dell’archeologia tra i più importanti al mondo. Non si tratta quindi di una semplice struttura legata al territorio in cui si trova ad operare, ma è un autentico patrimonio del mondo. Ed è al tempo stesso un’istituzione pubblica”.
Marta è un acronimo facile da ricordare, allusivo di una femminilità confortevole, piacevole, un po’ onirica. “Facile da pronunciare - ha aggiunto Guida - in tante lingue, spostando l’accento, se si vuole. Il logotipo è composto da caratteri greci occidentali. Sono caratteri riconoscibili, amichevoli, che per essere decodificati non richiedono una particolare cultura”. La scritta è collocata all’interno di un elemento quadrato. Un elemento fermo, solido, “come deve essere un’istituzione culturale pubblica nell’esercizio delle sue funzioni quotidiane, legata al territorio ma aperta al mondo”.
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