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Prime risorse a disposizione del Comune, per far fronte alle emergenze Subito gli interventi per salvare Palazzo Carducci

Città Vecchia, Finalmente si può iniziare a lavorare

Dalla Regione girati 4,8 milioni dei Por, che serviranno anche per Palazzo Pantaleo, e 4 milioni per il Ponte di Pietra. Presto un bando per le tombe a camera
7 dicembre 2007
Fonte: Corriere del Giorno

Palazzo Carducci Qualcosa si muove, finalmente, sul fronte dei beni culturali e, specificatamente, su quello della Città vecchia, al cui rilancio è logicamente connessa ogni concreta aspirazione di fare di Taranto, finalmente, una città turistica.

Un primo risultato l’Amministrazione comunale e l’assessore al Risanamento, Lucio Pierri, lo hanno ottenuto dopo un serrato confronto con la Regione Puglia che finalmente ha riconosciuto al Comune il suo credito di 4,8 milioni di euro che riveniente dalle anticipazioni di spesa fatte del Comune su progetti Por. Ora, quindi, si potrà disporre di una prima, pur non rilevantissima cifra, per gli interventi necessari per i monumenti della Città vecchia.

Alla nostra domanda su come il Comune intenda utilizzare quei fondi, l’assessore Pierri chiarisce che primo obiettivo resta quello del percorso archeologico nella Città vecchia a partire dalla ristrutturazione di Palazzo Pantaleo . Il seicentesco gioiello architettonico che fino al 19 novembre
scorso ha svolto la funzione di museo archeologico provvisorio, per supplire alla prolungata chiusura del complesso del convengo di San Pasquale, sarà confermato nella destinazione di Museo della Città vecchia, con specifica specializzazione archeologica, complementare al Museo vero e proprio.

A Palazzo Pantaleo restano, per ora, le collezioni relative al periodo preistorico che, secondo i progetti della soprintendenza, dovrebbero essere riportati a San Pasquale nel momento in cui sarà completata la ristrutturazione del secondo piano, per lasciare eventualmente a Palazzo Pantaleo le collezioni relative all’epoca medievale. Ma un progetto completo della ristrutturazione e della trasformazione in museo del palazzo sarà approntato nei prossimi mesi, di concerto con l’assessorato alla Programmazione culturale, sempre che le risorse lo consentano.

Intanto la custodia del Palazzo è ancora affidata alla soprintendenza, anche se nei prossimi giorni esso ospiterà una importante manifestazione culturale con un progetto espositivo denominato "Innovazione tra passato e presente", presenze pugliesi nell’arte contemporanea: quattro mostre personali per quattro artisti che hanno dato e danno lustro, per il loro impegno artistico e culturale, al territorio jonico, e cioè: Emanuele De Giorgio, Alfredo Giusto, Giulio De Mitri e Sarah Ciracì. Restando poi nella prospettiva del percorso archeologico cittadino, l’assessorato ai Beni archeologici affronterà il problema della fruizione delle tombe a camera, attraverso un bando pubblico con il quale sarà reclutato il personale (in cooperativa?) che dovrà gestire i monumenti visitabili e renderli fruibili al pubblico. In questo senso è stato già avviato un confronto con la soprintendenza archeologica.

La Città vecchia, però, vive anche alcune emergenze che richiederebbero interventi urgenti, per le quali però non ci sono le risorse necessarie. Un intervento dovrebbe essere attuato, con i fondi Urban per la messa in sicurezza del Palazzo Carducci, per il quale, nei mesi scorsi, il Comune si era rivolto al ministero per i Beni culturali, invocando un intervento diretto. Risolta positivamente, inoltre, la querelle sulla finanziabilità della risistemazione del Ponte di Pietra, per la quale sussistevano dubbi. Che sono stati superati dalla Regione Puglia, che ha messo a disposizione, per questo importante e delicato intervento, 4 milioni di euro.

Sempre per la Città vecchia, infine, sembra essere giunta a un punto chiave la questione del ritorno a Taranto dei dipinti secenteschi rimossi, oltre trent’anni fa, dai Palazzi Fornaro e De Bellis (nel primo caso, com’è ormai noto, si tratta di grandi tele dipinte dal pittore pugliese Domenico Carella) e rimasti nelle officine della Pouchain, azienda incaricata dagli amministratori comunali del tempo, di schiodarli ed eventualmente restaurarli. Quella che fu una decisione assunta in vista della ristrutturazione del due palazzi acquistati dal Comune, sortì una lunga dimenticanza, rimossa solo grazie all’allarme lanciato mesi fa dal "Corriere", che pubblicò le uniche foto disponibili. L’ingegner Maurizio Pouichain, che in quegli anni era titolare di un’azienda specializzata in interventi sui beni culturali, ha inviato una documentazione relativa alle opere in questione, sulla base della quale il Comune dovrà ricercare un’intesa che faccia tornare a Taranto i dipinti… Ma non prima di averne deciso la ricollocazione. Che, a nostro parere, dovrebbe garantire una loro pubblica fruibilità

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