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Il “Comitato per Taranto” traccia un bilancio dell’attività svolta

Ambiente: l’impegno del Comitato per Taranto

Il 2008 vedrà il Comitato per Taranto in prima linea per l’approfondimento della questione “diossina” , del raddoppio della raffineria Eni e dell’inquinamento prodotto dalla Cementir mentre Sul rigassificatore si ribadisce il “no”.
29 dicembre 2007
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

Logo del Comitato per Taranto Ieri, nella sede provinciale della Uil, presenti Biagio De Marzo, Francesco Sorrentino, Giulio Farella, Francesco Maresca e Giuseppe Cicala, si è parlato subito delle attività svolte presso il Ministero dell’ambiente per il blocco della concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale richiesta dall’Ilva.

Il Comitato ha presentato al Ministero, in rappresentanza di 23 associazioni, un dossier di 86 pagine, ottenendo che fossero divulgate importanti informazioni riguardanti le emissioni di inquinanti in atmosfera.

Le battaglie per difendere la salute dei cittadini e dell’ecosistema sono costate a tre membri del comitato, Alessandro Marescotti, Francesco Sorrentino e Giulio Farella, una querela da Emilio Riva per “procurato allarme” per aver presentato il “dossier mercurio”. Il Comitato, si è sottolineato, non vuole la chiusura dell’Ilva, ma solo che siano rispettate le leggi vigenti.

Da quattro mesi sta insistentemente chiedendo al Ministero dell’ambiente l’applicazione del comma 20 dell’articolo 5 del decreto legge 59/2005. La norma afferma che, “in considerazione del particolare e rilevante impatto ambientale, possono essere conclusi, d’intesa tra lo Stato, le regioni, le province e i comuni territorialmente competenti e i gestori, specifici accordi, al fine di garantire l’armonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, le politiche del territorio e le strategie aziendali”.

Sul rigassificatore si ribadisce un “no” secco, derivante dalla presenza in città di altri impianti sottoposti alla direttiva Seveso, e quindi di per sé già pericolosi, e dalle future prospettive di sviluppo del porto, la cui attività verrebbe ostacolata dal nuovo insediamento.

Il 2008 vedrà il Comitato per Taranto in prima linea per l’approfondimento della questione “diossina” , del raddoppio della raffineria Eni e dell’inquinamento prodotto dalla Cementir. In più il Comune di Taranto sarà sollecitato a costituire la “Consulta delle associazioni ambientaliste”, a informare la popolazione sugli incidenti rilevanti, a riattivare le centraline comunali di monitoraggio e pubblicare in tempo reale i dati.

Si chiederà inoltre al Ministero del Tesoro di “regalare”, a titolo di parziale risarcimento dei danni ambientali subiti dalla città, i locali del complesso direzionale Dis/2, di circa 15mila metri quadri, (situato all’altezza del raccordo tra la strada per Bari e quella per Statte) a sede dell’Arpa, dell’Università o dell’Asl.

Presentato infine il calendario “Images of Taranto” di Italo Mairo, ingegnere nato a Taranto ma trasferito a Bologna, dedicato a “chi non vorrebbe più subire i soprusi e le indecenze ambientali che affliggono la città”. E stamattina alle 10, nella sede del Centro Universitario e Giovanile di Taranto, si svolgerà una tavola rotonda sul tema “La diossina ad Acerra, Brescia e Taranto - Esperienze e comportamenti a confronto”.

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