Inquinamento e sviluppo: La pesante eredità del 2007
ILVA
Non si può prescindere dallo stabilimento siderurgico. Nel bene e nel male resta il maggiore insediamento industriale non solo di Taranto, ma anche della Puglia e della nazione. Dalle acciaierie Riva traggono sostentamento oltre 13mila dipendenti diretti e altri 4mila dell’appalto. Il 2007 si è chiuso con le agitazioni per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Un argomento che sicuramente riscalderà anche il confronto nei prossimi mesi. Su questa vertenza si innestano una serie di tematiche locali e che attengono in primo luogo sicurezza e l’ambiente. Il 2007 è stato segnato da una serie di eventi tragici tra cui due incidenti mortali. Un bilancio pesante in seguito al quale negli ultimi mesi dello scorso anno, la Commissione d’inchiesta sulle morti bianche ha fatto tappa a Taranto incontrando dirigenti dell’Ilva, responsabili sindacali, organi di controllo. Dall’organismo parlamentare è giunto un appello a rafforzare la vigilanza e ad osservare un ferreo rispetto delle pratiche operative. L’Inail di Taranto, lo scorso anno, dati alla mano, ha dimostrato come aumentino in maniera evidente i dati relativi alle malattie professionali ed in particolar modo quelle di tipo neoplastico. Un fenomeno che si avverte soprattutto nell’industria. E proprio le industrie sono la principale fonte di inquinamento a Taranto.
ATTO DI INTESA
Il 2007 è stato l’anno della diossina. La comunità ionica, dopo 40 anni di sider urgia, ha scoperto di avere a che fare con questo temibile agente cancerogeno e per la prima volta, nel giugno scorso, Arpa e Cnr hanno effettuato una campagna di monitoraggio sull’impianto di agglomerazione dell’Ilva. I risultati, pur essendo compresi nei valori di legge (i cui limiti sono talmente ampi che difficilmente possono essere superati), hanno confermato la presenza di livelli tali da richiedere un monitoraggio costante e continuo. I rilevamenti sono stati effettuati in virtù di quanto previsto nell’ultimo atto d’intesa tra Regione Puglia, Enti locali, Ilva e parti sociali, siglato nell’ottobre del 2006. Un documento che per il resto ha deluso le aspettative. L’Arpa ha fortemente criticato il progetto presentato dall’Ilva per la creazione di un barrieramento aggiuntivo al di sopra del muro di cinta del siderurgico per contenere lo spargimento delle polveri pesanti. Gravissimi ritardi si registrano anche nel piano di risanamento urbanistico del rione Tamburi. La Regione Puglia ha rischiato di perdere i 49 milioni di euro stanziati per la realizzazione di aree verdi, impianti pubblici e abitazioni. I finanziamenti sono stati trasferiti su un altro capitolo di spesa e dovranno essere utilizzati entro il 2008. In materia ambientale da segnalare l’iniziativa del comitato Taranto Futura che ha promosso un referendum sulla chiusura dell’Ilva. L’iniziativa è stata presentata al Comune di Taranto cui compete indire la consultazione.
PORTO
Lo scalo marittimo rischia di diventare un’eterna chimera per il territorio ionico. Allo sviluppo dei traffici ed alla manipolazione delle merci sono legate le maggiori possibilità di sviluppo. Il nuovo piano regolatore, approvato dal Consiglio comunale, licenziato in via definitiva dal Comitato portuale e presentato al Consiglio superiore delle Opere pubbliche, prevede un’adeguata programmazione in tal senso a cominciare dai raddoppi del 4 e del 5 sporgente e dalla realizzazione della piastra logistica. Il 2007, però, si è chiuso con i traffici in calo per effetto della mancanza di fondali adeguati che non hanno consentito alla Tct di completare il piano industriale con un vettore aggiuntivo a Evergreen. Il presidente dell’Autorità portuale Michele Conte, sull’argomento ha più volte lanciato l’allarme. Se il porto di Taranto entro il 2010 non sarà dotato di fondali di 16.5 metri, rischia di perdere la sfida nei confronti delle altre realtà del Mediterraneo. Il vero problema è costituito dalla classificazione di Taranto come sito di interesse comunitario che vincola lo smaltimento dei fanghi di dragaggio. Secondo una stima della stessa Autorità portuale conferire in discarica i fanghi contaminati costerebbe circa 300milioni di euro una cifra che stroncherebbe qualsiasi possibilità di sviluppo del porto. La strada che Conte sta cercando di percorrere è quella della realizzazione di una vasca di colmata secondo moderne tecniche di compattamento utilizzate in Finlandia.
ARSENALE
Quale sarà il futuro degli storici impianti tarantini? In una recente riunione del tavolo istituzionale per Taranto svoltosi in prefettura, il professore Francesco Boccia, in rappresentanza del Governo, ha ribadito la centralità dell’Arsenale ionico ed i vertici militari hanno annunciato un piano di rilancio della struttura che prevede investimenti per 66 milioni di euro. Resta da vedere dove saranno reperite le risorse necessarie. Per ora, le uniche certezze sono, i 7 milioni di euro stanziati nella Finanziaria per l’adeguamento delle strutture alle legge 626 ed i 15 milioni di budget per le manutenzioni navali. Resta l’incognita anche sui 250 lavoratori dell’appalto Arsenale per i quali è stata prorogata la cassa integrazione per tutto il 2008 e che dovrebbero entrare in un bacino di crisi che consentirà il progressivo rientro in attività.
Dal Comitato TarantoFutura
“L’anno 2008 sarà molto probabilmente l’anno del Referendum cittadino contro l’inquinamento dell’Ilva, per la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori dell’Ilva, nonchè per la tutela dell’occupazione di questi ultimi, a fronte di nuovi orizzonti lavorativi nel campo del turismo”.
Lo afferma, in una nota l’avvocato Nicola Russo, portavoce del comitato Taranto Futura promotore del referendum. “Il nuovo anno - scrive - ha avuto inizio con l’augurio del Procuratore della Repubblica Aggiunto dott. Franco Sebastio a tutti i cittadini, nel sottolineare, in particolare, che il diritto alla vita e, quindi, il diritto alla salute è un diritto assoluto che ha il primato su ogni altro diritto.
Il Comitato referendario Taranto Futura, nel dare una spinta propulsiva per l’effettuazione democratica del Referendum cittadino, nel rispetto della legge e dello Statuto del Comune di Taranto, auspica naturalmente una fattiva collaborazione con la stampa e le televisioni locali, nel rispetto di quanto statuito dalla Carta dei doveri del Giornalista, sottoscritta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana l’8 luglio 1993, al fine di favorire il dialogo, all’insegna della verità e della imparzialità”. Il Comitato “Taranto Futura” ringrazia vivamente gli organi di informazione che si sono adeguati a detti principi deontologici e di democrazia.
Articoli correlati
- Lettera ai sostenitori di PeaceLink
ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink - Ottobre 2024
Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024
Sociale.network