Tecnici al lavoro, riparte in primavera l'inceneritore
Indispensabili per rimettere in esercizio l’inceneritore di Taranto. Dopo quasi 14 mesi di chiusura e, soprattutto dopo il passaggio di consegne dalla Tme all’Amiu spa, in queste settimane questi tecnici stanno avviando i contatti per definire il capitolo delle utenze (Enel ed altri operatori) che ora devono essere necessariamente intestate all’azienda multiservizi per l’igiene urbana. Tempi burocratici permettendo, per concludere tutte queste operazioni ci vorrà almeno un mese e mezzo. Successivamente, questo prevede il cronoprogramma stilato dall’azienda, inizierebbe un attento monitoraggio tecnico dell’impianto.
In altre parole, questi tecnici ex Tme devono verificare se (dopo un periodo così lungo di chiusura) nella struttura ci sono dei danni ingenti oppure se è sufficiente svolgere solo degli interventi di manutenzione.
Se, appunto, non ci dovessero essere dei problemi strutturali, gli interventi potrebbero concludersi nel giro di un mese o poco più. Certo, anche in questo caso, i tempi sono strettamente legati alla natura dell’intervento. Se non ci dovessero, quindi, particolari intoppi burocratici prima e tecnici poi, l’inceneritore di Taranto potrebbe tornare in esercizio tra aprile e maggio. Poi l’impianto avrebbe bisogno di un’ulteriore settimana prima di andare a regime. Terminato anche questo (breve) periodo, le due linee del termovalorizzatore potrebbero bruciare complessivamente circa 200-220 tonnellate giornaliere di rifiuti solidi urbani.
Contestualmente, l’Amiu riattiverà anche il meccanismo che consente di produrre energia elettrica da rivendere poi sul mercato. Ma non solo. Sempre per cercare di raggiungere il duplice obiettivo che porta alla riduzione dei costi del costi del servizio e ad incamerare nuove risorse finanziarie, l’Amiu intende attivare anche la linea di compostaggio.
E’ questo un segmento dell’impianto, a dire il vero, mai utilizzato dalle precedenti gestione dell’azienda di igiene urbana. Si tratta di una linea d’incenerimento che attraverso i rifiuti «umidi» (quelli provenienti dai mercati e dalla potatura degli alberi) produce il compost. Ovvero, un fertilizzante da poi da vendere al mercato agricolo. Questi, in sintesi, gli obiettivi dell’Amiu. A questo punto, non resta che attendere.
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