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Il 31 gennaio a Bari vi saranno gli incontri della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale e anche questa relazione avrà un "impatto"

Il Consiglio Comunale di Taranto dice NO al rigassificatore approvando questo Ordine del Giorno

Il testo era stato approvato all'unanimità nella Commissione Ecologia e Ambiente e ha ricevuto l'approvazione del Consiglio Comunale in data 15 gennaio (solo 8 gli astenuti). Il Consiglio ha inoltre deliberato: "Qualora il governo nazionale e regionale dovesse disattendere il presente atto d'indirizzo del consiglio comunale lo stesso si farà promotore di tutte le forme di mobilitazione e partecipazione popolare ivi compresa l'indizione del referendum consultivo".

Soddisfazione di PeaceLink e del Comitato contro il rigassificatore di Taranto.
15 gennaio 2008

Comune di Taranto
Commissione Ecologia e Ambiente

No al Rigassificatore

Oggetto: parere contrario in relazione all'impianto di rigassificazione a Taranto

La Commissione Ecologia e Ambiente del Comune di Taranto approva il seguente documento in merito all'impianto di rigassificazione proposto dalla Gas Natural a Taranto. Sottopone tale documento al Consiglio Comunale di Taranto al fine di trasformarlo in atto di indirizzo e di inviarlo alle Commissioni VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) rispettivamente della Regione e del Ministero dell'Ambiente, nonché al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero dello Sviluppo Economico.

Tale deliberazione ha lo specifico scopo di motivare nel merito delle questioni ambientali e di analisi del rischio le ragioni della opposizione totale al progetto.

Il Partito Democratico: "Un documento troppo ideologico e integralista"
Questo testo approvato dal Consiglio Comunale di Taranto è stato definito dal Partito Democratico "un documento troppo ideologico e integralista".

Il Partito Democratico ha chiesto una sospensione dei lavori allo scopo di approvare un documento che non contenesse ad esempio le frasi di Piero Angela relative allo scenario apocalittico in caso di incidente al rigassificatore.

Il Partito Democratico alla fine si è astenuto proponendo un testo più breve e discorsivo in cui si dichiara comunque contrarietà al rigassificatore.

Premesso che

* la Convenzione di Aarhus (recepita con legge 108/2001) assegna ai cittadini il diritto di essere consultati preventivamente per le scelte ambientali;

* l'articolo 23 del Decreto Legislativo 334/1999 (Seveso II) all'art. 23 prevede al comma 1 che "la popolazione deve essere messa in grado di esprimere il proprio parere nei casi di (...) creazione di nuovi insediamenti e infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti";

* tale articolo al comma 2 specifica: "Il parere di cui al comma 1 è espresso nell'ambito del procedimento di formazione dello strumento urbanistico o del procedimento di valutazione di impatto ambientale con le modalità stabilite dalle regioni o dal Ministro dell'ambiente, secondo le rispettive competenze, che possono prevedere la possibilità di utilizzare la conferenza di servizi con la partecipazione dei rappresentanti istituzionali, delle imprese, dei lavoratori e della società civile, qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti, alla delocalizzazione di impianti nonché alla urbanizzazione del territorio";

* in questi mesi è sorto in città un movimento di opinione contrario al rigassificatore che si è espresso in varie forme sul territorio e sui media locali;

* nessuna attività industriale può prescindere dall'accettazione o dalla non accettazione sociale dei rischi connessi e che quindi in una democrazia spetta alla valutazione della comunità locale l'onere finale della scelta in merito all'accettazione o non accettazione del rischio, per quanto limitato esso sia;

* ogni rischio va comparato con presunti o effettivi benefici;

* che i presunti benefici economici dell'impianto di rigassificazione vanno comparati con rischi di "incidente rilevante" che potrebbe ripercuotersi sulla sicurezza dell'intera comunità;

* il Consiglio comunale è espressione politica di tale comunità e ha come compito supremo la tutela della sicurezza dell'intera comunità che rappresenta;

Lettera a Ezio Stefano, Sindaco di Taranto
Caro Sindaco,
ormai è fatta!

Il rigassificatore è stato bocciato in Consiglio Comunale!

Il 15 gennaio diventerà una data storica non solo per Taranto ma per tutti i comuni in cui non si è ancora votato sul rigassificatore. Siamo un esempio per tutta l'Italia: oggi Taranto è la capitale d'Italia.

E' importante che il Consiglio Comunale si sia espresso in modo compatto contro il rigassificatore. I livornesi e i pisani ci invidiano, ad esempio, perché lì i consigli comunali non hanno mai deliberato sul rigassificatore e le procedure sono state tutte interne agli uffici tecnici, quasi clandestine.

A Taranto invece si è svolta una discussione alla luce del sole. Le differenze tra i partiti sono apparse per quello che sono: tattica politica. Ma tutti hanno dovuto riconoscere che un rigassificatore a 775 metri dai serbatoi dell'Agip è un azzardo. Questa è stata una salutare prova di democrazia. La sovranità popolare ha avuto un'espressione di cui non possiamo che andare orgogliosi.

PeaceLink sta diffondendo in tutt'Italia la buona notizia di Taranto, che può diventare di esempio per altre città.

E ora?
Va inviata subito la delibera a Roma e Bari, alle Commissioni di Valutazione di Impatto Ambientale. Una delibera così dettagliata ha un peso per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e dovrà essere considerata non solo per il peso politico che ha ma anche per le argomentazioni tecniche e di merito ambientale che avanza.

Perciò il 31 gennaio dobbiamo andare a Bari, tutti insieme, alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale per mettere sul tavolo la delibera del Consiglio Comunale e le tante firme raccolte fra i cittadini per dire NO al rigassificatore.

Dobbiamo essere in tanti e tu devi esserci Ezio! Sarò onorato di essere al tuo fianco.

Mi immagino una folta delegazione di cittadini e consiglieri comunali: tu con la fascia tricolore, noi con l'orgoglio di aver fatto tutto il nostro dovere di cittadini attivi.

Dobbiamo andare a Bari in rappresentanza di tutti i tantantini stanchi di farsi prendere in giro.

Caro Ezio, il 31 ti porteremo "a furor di popolo" in macchina a Bari: non pensare ai debiti del Comune... la benzina la mettiamo noi!

Forza Sindaco, adesso la città è con te.

Alessandro Marescotti
PeaceLink
http://www.tarantosociale.org

Tanto premesso

Si esprime parere contrario all'impianto di rigassificazione nel sito individuato dalla Gas Natural per la presenza di varie criticità e obiezioni ad oggi da considerarsi rilevanti e che qui di seguito vengono esposte.

* Taranto è stata per legge dichiarata "città ad alto rischio di crisi ambientale". Pertanto ogni intervento nell'area industriale dovrebbe essere coerente con una prospettiva di alleggerimento dell'impatto ambientale sia in termini di inquinamento sia in termini di rischio industriale. Il rigassificatore è sottoposto alla Legge Seveso relativa agli incidenti rilevanti. Di conseguenza non può essere definito un impianto "privo di rischio".

* Il rigassificatore verrebbe collocato a 775 metri dai serbatoi dell'Agip Raffineria in un'area già gravata da 8 impianti a rischio di incidente rilevante, una delle più dense in Italia e che rientra nella problematica complessa dell'"effetto domino"; per tale area ad oggi non è stato messo verificato un piano per l'evacuazione della popolazione in caso di incidente rilevante, il che rinvia a croniche inadempienze circa l'applicazione della Direttiva Seveso sul territorio di Taranto.

* A ridosso del rigassificatore è per di più previsto un raddoppio degli impianti dell'Agip Raffineria.

* La candela di scarico del rigassificatore può liberare (come si evince dalla documentazione tecnica dello Studio di Impatto Ambientale) vapori di boil-off e che tale metano liberato in atmosfera verrebbe rilasciato in un'area in cui sono presenti due torce dell'Agip sempre accese.

* Uno dei serbatoi Agip più vicini al sito del rigassificatore è stato interessato da un incidente che ha causato la fuoriuscita di 30 mila metri cubi di carburante infiammabile in data 1° maggio 2006.

* Il comune di Taranto deve ancora attuare le disposizioni previste dal D.M. 5 Maggio 2001 che nel suo art. 4 prevede la redazione di un Elaborato Tecnico "Rischio di incidenti rilevanti (RIR)" con cui individuare le aree da sottoporre a specifica regolamentazione urbanistica. Il RIR avrebbe dovuto costituire parte integrante e sostanziale dello strumento urbanistico. La mancata redazione del RIR ha impedito che venissero stabilite le distanze di sicurezza da osservare nei confronti degli impianti rientranti nell'applicazione della "Direttiva Seveso" da parte di nuovi insediamenti. Alla luce di quanto esposto va considerato che il piano regolatore del porto non prevede l'insediamento di un impianto di rigassificazione.

* Il contesto in cui verrebbe collocato il rigassificatore va attentamente valutato per i rischi connessi all'effetto domino nell'ambito di un contesto già ad elevata pericolosità intrinseca come quello di Taranto, città già gravata su tutto il suo territorio da 9 impianti a rischio di incidente rilevante, di cui ben 8 nella sola area industriale.

* Taranto e Brindisi hanno una quantità di impianti a rischio di incidente rilevante pari (9) e pertanto parimenti vanno escluse dall'insediamento di un ulteriore impianto sottoposto alla legge Seveso.

* Taranto è un porto militare autorizzato al transito di sottomarini a propulsione nucleare ed è stato adottato un piano di emergenza nucleare. Il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento Cosimo Ventucci ha dichiarato in data 25/11/04 in risposta all'interrogazione parlamentare dell'on. Mauro Bulgarelli: "Attualmente detti piani si riferiscono alla base navale statunitense dell'Arcipelago de La Maddalena ed ai porti militari di La Spezia, Livorno, Gaeta, Napoli-Castellammare di Stabia, Cagliari, Augusta, Taranto, Brindisi e Trieste". Il porto di Taranto è pertanto soggetto alle cautele del Decreto Legislativo 230/95 (attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti). Considerato un traffico costante di metaniere (circa 110 all'anno) va rilevato che non può essere esclusa una collisione fra un'unità a propulsione nucleare e una metaniera, evento di eccezionale gravità. Una simile collisione è già avvenuta. Il sito della CNN (www.cnn.com) il 15 novembre 2002 riportava: "Un sottomarino nucleare si scontra con una gasiera". Questo è il testo della notizia: "A Barcellona (Spagna) la gasiera di GNL 'Norman Lady' ha avuto una collisione nel Mediterraneo occidentale con il sottomarino USS Oklahoma City. Fortunatamente la gasiera aveva già scaricato il suo pericoloso carico. Si sono verificati solo pochi danni al periscopio".

* L'ipotesi di una collisione in mare non è esclusa in linea di principio neppure dallo Studio di Impatto Ambientale (SIA) elaborato dalla società Medea per conto della Gas Natural. Precisamente a pagina 201 si legge nella tabella 18.18 ("cause incidentali") che una "collisione con altra nave" è possibile in 4 casi: in "rada", in "accesso", in "stazionamento in banchina" e in "uscita". A p. 202 si legge: "In teoria una collisione tra navi può avvenire in qualsiasi fase del processo". Viene tuttavia escluso in tali 4 casi l'effetto domino dalle gasiere o terminale GNL verso altre installazioni a rischio per quella che viene definita la "distanza elevata". Tale asserzione viene contraddetta dai dati di simulazioni relativi a perdite di gas liquefatto da nave gasiera, pubblicati sul Sandia Report 2004 ("Guidance on Risk Analysis and Safety Implications of a Large Liquefied Natural Gas (LNG) Spill Over Water"); tale studio è stato commissionato dal governo degli Stati Uniti per analizzare i rischi connessi a tali problematiche. Nel Sandia Report 2004 sono analizzati diversi modelli di simulazione di incidente. A pagina 82 del Sandia Report è descritto il modello Fay. In questo scenario si ipotizza una fuoriuscita di 14.300 metri cubi da una nave metaniera (poco più di un decimo del GNL di una grande nave metaniera che è in grado di trasportare anche 140 mila metri cubi di GNL). Si svilupperebbe una nube infuocata del raggio di 1900 metri in grado di avere un impatto ustionante grave sugli esseri umani (5 kW/m2). Tale nube infuocata, sospinta dal vento, potrebbe giungere sull'area industriale e provocare una catastrofe nel caso in cui incontrasse una fonte di ignizione.

* Il Sandia Report 2004 ha ricevuto in seguito ulteriori conferme. Il 14 settembre del 2005 è stato pubblicato il rapporto "An assessment of the Potential Hazards to the Public Associated with siting an LNG Import Terminal in the Port of Long Beach". Il rapporto è stato redatto dal Dr Jerry Havens per conto del Consumer Protection and Safety Division - California Public Utilities Commission. Il Dr. Havens è Professore Emerito di Ingegneria Chimica presso l'Università dell'Arkansas, oltre che Direttore del Centro di ricerca sui Rischi
Chimici della stessa Università, e si occupa da oltre trent'anni di ricerca dei metodi per stabilire le conseguenze delle fuoriuscite di gas naturale liquefatto (GNL). Basandosi su informazioni che egli definisce "le migliori disponibili" e su conoscenze ampiamente condivise all'interno della comunità scientifica, il Dr. Havens afferma che, in caso di rilascio di 11 mila litri di GNL, la distanza minima all'interno della quale si causerebbe un danno gravissimo a persone e cose è di 3 miglia (circa 4,8 chilometri).

"Farsi sentire non è fatica vana"
Daniela, una persona che segue sempre con vivo interesse le questioni ambientali a Taranto, ha lasciato sul guest book del Comitato per Taranto (http://comitatopertaranto.blogspot.com) questo bellissimo messaggio:

"Finalmente gli sforzi di tanti (che poi sono sempre pochi....) stanno dando i loro frutti...
Allora non è vero che gli altri debbano sempre decidere per noi!!!! Farsi sentire non è fatica vana... Era ora che la città dimostrasse di essere una FORZA e di avere anche DIRITTO a PARLARE... Perchè è finita l'era del popolino che non deve CIARLARE ma deve lasciar parlare solo gli esperti come disse non troppo tempo fa il primario di neonatologia dell'Ospedale SS. Annunziata di Taranto Dott. Vitacco in materia di malformazioni neonatali e diossina!!!

Sono veramente orgogliosa del lavoro di questi tarantini che amano Taranto e i tarantini.

Incrociamo le dita... adesso tocca alla Regione e al Ministero dell'Ambiente...

* L'ipotesi sopra esposta produrrebbe uno scenario descritto da Piero Angela nel suo ultimo libro ("LA SFIDA DEL SECOLO ENERGIA 200 domande sul futuro dei nostri figli" Mondadori, III edizione gennaio 2007). A pagina 99 e 100 si legge: "Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l'aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube". A Taranto tale scenario sarebbe favorito, come si è visto, per la presenza delle due torce sempre accese dell'Agip. Le conseguenze di un incidente come quello ipotizzato sono così descritte da Piero Angela: "La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile".

* Uno scenario "assolutamente improbabile ma non impossibile" non può che essere sottoposto al vaglio della popolazione e come rappresentanti dei cittadini riteniamo che, per quanto improbabile, sia inaccettabile in un contesto locale già gravato da gravato da una notevole affollamento di impianti al alto rischio di incidente rilevante. Taranto non ha meno impianti a rischio di incidente rilevante rispetto a Brindisi (come documenta la "Relazione sulla stato dell'ambiente 2005" dell'Arpa) e pertanto le stesse motivazioni che spingono a rifiutare a Brindisi il rigassificatore debbono valere, per "par condicio", anche per Taranto. Inoltre il rigassificatore, con le relative opere di realizzazione, può avere un impatto sull'ecosistema marino di cui occorre valutare adeguatamente le ripercussioni. Non vanno poi dimenticate le ricadute non certo positive sul traffico portuale in relazione all'allungamento dei tempi di attesa delle navi in entrata e in uscita dal porto.

A Taranto cittadini e forze sociali si sono espresse contro il rigassificatore. Per citarne alcune: Cgil, Cobas, Comitato di quartiere città vecchia, Confcommercio, Comitato contro il rigassificatore, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Meet-up amici di Beppe Grillo, PeaceLink, TarantoViva, Uil, Wwf. Vi è inoltre stata una raccolta di firme contro il rigassificatore. A favore del rigassificatore non risultano esserci prese di posizione ufficiali esplicite di forze sociali che si siano espresse pubblicamente sulla stampa locale. Si registra inoltre che entrambi i candidati che hanno concorso per la carica di sindaco nelle ultime elezioni a Taranto abbiamo espresso pubblicamente il proprio parere contrario sul rigassificatore.

Per tali ragioni, in applicazione invocando il "principio di precauzione", della Convenzione di Aarhus e recependo pertanto la diffusa opposizione manifestata nell'opinione pubblica e fra le organizzazioni sociali, si esprime parere negativo sul progetto del rigassificatore a Taranto e tale parere viene inviato alle Commissioni VIA della Regione Puglia e del Ministero dell'Ambiente.

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