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Dopo il "no" del consiglio comunale. A Taranto il PD rema contro

Rigassificatore a Taranto, il Comune dice NO grazie

La notizia e' gia' nota: Taranto e' contraria al rigassificatore, senza se e senza ma. Ma i retroscena di questa decisione cominciano ad emergere solo adesso. Quella che e' sembrata una vittoria della sinistra, finalmente in sintonia con i movimenti e la societa' civile, e' stata in realtà la vittoria di una delle due sinistre presenti in consiglio comunale.
25 gennaio 2008
Carlo Gubitosa
Fonte: Liberazione

NO al Rigassificatore Il no di Taranto al rigassificatore e' stato chiaro: "Qualora il governo nazionale e regionale dovesse disattendere il presente atto d'indirizzo del consiglio comunale lo stesso si fara' promotore di tutte le forme di mobilitazione e partecipazione popolare ivi compresa l'indizione del referendum consultivo". Questa "miccia" politica pronta ad esplodere in caso di conflitto tra comunita' locale e istituzioni e' stata innescata con un ordine del giorno approvato durante un tesissimo consiglio comunale del 15 gennaio scorso.

La notizia e' gia' nota: Taranto e' contraria al rigassificatore, senza se e senza ma. Ma i retroscena di questa decisione cominciano ad emergere solo adesso. Quella che e' sembrata una vittoria della sinistra, finalmente in sintonia con i movimenti e la societa' civile, e' stata in realtà la vittoria di una delle due sinistre presenti in consiglio comunale, quella della maggioranza che fa capo al Sindaco Stefano, sostenuto anche dal PRC, che ha dovuto fare i conti con i tentativi di "depotenziamento" dell'ordine del giorno messi in atto dalle forze politiche che fanno capo al PD, relegate a Taranto tra i banchi dell'opposizione.

Il Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno contro il rigassificatore talmente generico e vago da depotenziare l'ordine del giorno dello schieramento del sindaco Stefàno, suscitando un'ondata di sconcerto tra i cittadini presenti in aula. "In apparenza era una mossa per mettere d'accordo tutto il consiglio comunale - raccontano i responsabili del Comitato contro il rigassificatore - ma in realtà il documento del PD era una paginetta generica e impossibile da spendere nella procedura di valutazione di impatto ambientale". L'unico effetto di questo ordine del giorno alternativo sono le state le otto astensioni in controtendenza con la larghissima maggioranza che ha approvato un ordine del giorno molto articolato dal punto di vista tecnico.

Si arriva perfino a citare Piero Angela, che nel libro "La sfida del secolo" descrive lo scenario di un incidente ad una nave metaniera che dovesse subire una collisione nel porto: "La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche". Il responsabili del PD hanno bollato il testo approvato dal Consiglio Comunale di Taranto come "un documento troppo ideologico e integralista", forse per i riferimenti fatti nel documento al massimo incidente ipotizzabile (una nube di gas infuocato larga due chilometri) o al fatto che sottomarini a propulsione nucleare (autorizzati nella base NATO di Taranto) gia' in altre occasioni si sono scontrati in mare con metaniere, come è accaduto al largo di Barcellona nel 2002.

Il sito prescelto per il rigassificatore di Taranto, inoltre, è a meno di 800 metri dai serbatoi della raffineria Agip dove nel maggio 2006 un incidente ha gia' disperso 30 mila metri cubi di carburante infiammabile. Tutte affermazioni supportate con evidenze legali, materiali e scientifiche, evidentemente troppo pesanti per essere digerite dai responsabili locali del PD, che hanno optato per un documento politico piu' leggero.

A questo si aggiungono altri curiosi aspetti di folklore locale: ad esempio le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Gianni Florido (leader dell'opposizione in comune e presidente della Provincia), che ha bollato come affrettato il "no" del Comune, dopo aver tappezzato la citta' di volantini contrari al rigassificatore durante la sua campagna elettorale per le elezioni comunali. "Il problema - ci spiegano i rappresentanti del Comitato contro il rigassificatore - e' che il Partito Democratico e i DS fanno documenti tecnicamente precisi quando di tratta di autorizzare i rigassificatori e documenti annacquati quando di tratta di bocciarli".

Dopo questa esperienza, Taranto si propone come "citta' modello" assieme a Brindisi sulla questione dei rigassificatori. A Livorno e Pisa, invece, i consigli comunali non hanno mai potuto deliberare sul rigassificatore dal momento che le procedure sono rimaste confinate all'interno degli uffici tecnici, affrontate sul piano amministrativo e mai dibattute in consiglio comunale pur trattando questioni squisitamente politiche con un notevole impatto sul territorio.

Ed e' proprio sul piano tecnico che si giochera' la partita su questo rigassificatore, che vede impegnati il Comune di Taranto sul fronte del "no" e la Regione Puglia e il Ministero dell'ambiente sul fronte del "forse". Il prossimo 31 gennaio si riunira' a Bari la Commissione Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale, che dovra' assumersi la responsabilita' di un pronunciamento tecnico definitivo. Dovrà cioè definire qual è il rischio dell'impianto, lasciando al livello politico il compito di decidere se e' un rischio accettabile.

"Vogliamo trasformare questo incontro tecnico in un evento di partecipazione civile e democratica - racconta Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink e tra i promotori del sito locale tarantosociale.org - per mettere sul tavolo la delibera del Consiglio Comunale e le tante firme raccolte fra i cittadini per dire no al rigassificatore".

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