Giornata mondiale dei malati di lebbra a Taranto
Ciao,
non ne parla nessuno, ma nel mondo ci sono ancora persone con una malattia terribile ma curabile: la lebbra.
Si può fare qualcosa? Certamente: informare, sensibilizzare, attivarsi.
Domenica prossima a Taranto - come in altre città d'Italia - ci saranno volontari in piazza. Vuoi venire anche tu?
Abbiamo collocato un segnalino elettronico sulla mappa satellitare di Google per indicare il punto dove domenica i volontari dell'AIFO saranno presenti con il banchetto del miele. Clicca qui e vedrai il punto esatto:
http://tinyurl.com/33c9rt
Domenica 27 gennaio, dalle ore 9 alle 13, saremo infatti in piazza Maria Immacolata (vicino al portone del Corriere del Giorno) per la distribuzione del miele della solidarietà (del commercio equo e solidale) e raccogliere fondi per curare i malati di lebbra.
La Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra è un appuntamento per far conoscere l'esistenza ancora di milioni di malati senza cura e per raccogliere fondi. In coda a questo messaggio trovi una scheda su Raoul Follereau che ideò la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra.
Questa Giornata mondiale dei malati di lebbra gode dell'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Patrocinio del Segretariato Sociale RAI. Alla 55a Giornata mondiale dei malati di lebbra ha aderito ufficialmente l'AIAC, Associazione Italiana Allenatori di Calcio.
Per coinvolgere altre persone, ti ricordiamo che le informazioni su questa iniziativa sono su http://www.aifo.it
Ti aspettiamo!
Alessandro Marescotti
Maria Teresa Tarallo
Gruppo Aifo Taranto
Associazione Amici di Raoul Follereau
http://www.google.com/group/aifotaranto
RAOUL FOLLEREAU: "COME HO SCOPERTO LA DISPERAZIONE DEI LEBBROSI"
Nel 1935 seguendo, per interesse personale e come inviato speciale del giornale argentino La Nation, Raoul Follereau si imbatte un villaggio di lebbrosi a Adzopé, in Costa d'Avorio. "Emersero dalla vegetazione dei visi spaventati, poi dei corpi magri di fame. Gridai loro di avvicinarsi. Ma alcuni se ne fuggirono; altri più coraggiosi se ne stettero immobili, senza cessare di guardarmi con i loro sguardi fissi e tristi. Domandai alla guida: "Chi sono costoro?". "Lebbrosi". "E perché sono qui?". "Perché sono lebbrosi". "Ho capito, ma non starebbero meglio al villaggio? Che hanno fatto per essere tenuti lontano?". "Sono lebbrosi!". L'interlocutore, seccato di dar sempre la stessa risposta, scrollò le spalle e si girò sui tacchi. Fu quello il giorno in cui venni a sapere che esisteva un delitto imperdonabile, legato a non so quale castigo, un crimine senza appello e senza amnistia: la lebbra. E fu quello il giorno in cui decisi di promuovere questa causa, per tutta la mia vita: quella di milioni di uomini di cui la nostra ignoranza, il nostro egoismo, la nostra viltà han fatto dei lebbrosi... condannati per sempre alla solitudine e alla disperazione".
Oggi curare un malato di lebbra è possibile. Per la cura completa bastano 130 euro. Ma nel mondo i soldi non si spendono non per curare i lebbrosi. Si sprecano per fare la guerra: assurdo.
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