Statte, via a lavori per 7 milioni
TARANTO — Statte passa alla fase di realizzazione dell'Atto d'intesa con l'Ilva, mentre l'obiettivo per Taranto è ancora lontano. Ieri, durante un incontro con la stampa, il sindaco Angelo Miccoli e l'assessore ai lavori pubblici, Flavio Spada, hanno illustrato i progetti appaltati e assegnati per utilizzare i 6.6000.000 euro accordati dall'intesa per riqualificazione urbanistica ed ambientale del territorio di Statte. «Si è conclusa la fase di aggiudicazione - ha spiegato l'assessore Spada - ed oggi l'amministrazione è in grado di stipulare i contratti con le imprese.
E' doveroso ricordare che la realizzazione di questi progetti è in continuità con l'operato dell'amministrazione precedente che ha siglato l'Atto d'intesa». «Sono diverse le opere previste nel programma degli interventi - ha detto il sindaco Miccoli - che rispondono alla necessità sia di servizi primari, che di riqualificazione». Tra gli interventi. quelli per le contrade Feliciolla-Zappalanotte- Leucaspide che saranno fornite di rete del gas (300.000 euro) e acqua (500.000). Poi saranno realizzate l'illuminazione e la pavimentazione nel recupero del canale della Zingara (800.000); un Parco periurbano Leucaspide est in cui realizzerà anche la sede del centro di Educazione Ambientale (950.000) e altre opere. (c. be.)
L'acciaio chiede aiuto a Bruxelles
All'alba dell'approvazione del pacchetto energia e ambiente da parte di commissari europei, l'industria siderurgica lancia il suo appello all'Europa, chiedendo di rivedere la proposta fortemente «critica» per il settore. In una lettera inviata al presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso, i produttori hanno disegnato un futuro non roseo per le imprese del settore, che , sottolineano, in Europa da' lavoro, direttamente a 370 mila persone, a più di 1 milione indirettamente.
Dovendo fare fronte al taglio di emissioni di gas serra che l'esecutivo Ue vuole imporre, lamentano, le imprese europee sarebbe minacciate da possibili ripercussioni economiche e occupazionali. Sottolineando la determinazione nel raggiungere l'obiettivo del taglio del 20% delle emissioni (rispetto al 1990) entro il 2020, l'industria chiede a Palazzo Berlaymont di adottare una proposta che, anzichè diminuire le possibilità di investimento, aiuti il settore a migliorare la capacità di far fronte ai tagli.
L'Ue deve fornire delle previsioni globali - reclamano - e introdurre misure in grado di compensare i costi per l'elettricità e parametri diversi che rispecchino il businness dei diversi settori. «L'acciaio - lamentano, sottolineando l'impegno del settore che negli ultimi 30 anni ha tagliato le emissioni del 60% - è un materiale altamente riciclabile, e l'impatto sulle emissioni di Co2 è decisamente positivo rispetto agli altri materiali. Questo deve essere considerato all'interno di un sistema regolatorio globale.
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