«Area vasta», il Comune è pronto a fare tutto da solo
divisioni politiche e partitiche. Bisogna agire in maniera condivisa e non cedere a strumentalizzazioni. Ma se questo non dovesse avvenire, saremo in grado di presentare un’altra proposta. Gli altri comuni? Possono consorziarsi tra loro»
«Area Vasta», il Comune pronto a far tutto da solo. A confermarlo è il vicesindaco di Taranto, Alfredo Cervellera, nella sua veste di assessore all’Urba nistica. L’esponente della giunta Stefàno, infatti, afferma: «Spero davvero che su un tema così importante come quello dello sviluppo economico del nostro territorio, ci possa essere la più ampia intesa possibile. Dobbiamo tutti quanti lavorare nell’interesse della comunità e per farlo - avverte Cervellera - bisogna ridurre questo livello di litigiosità che a me pare eccessivo. Su un tema così importante, ripeto, le ragioni politiche, anzi partitiche, dovrebbero essere messe da parte rispetto a quelle collettive, dell’intera comunità. Non dovrebbero esserci steccati tra centrodestra e centrosinistra ma la più ampia collaborazione possibile.
Collaborazione che, in questa fase, è stata scavalcata da strumentalizzazioni politiche e, appunto, da una litigiosità senza precedenti. Invocherei, quindi, e mi rivolgo a tutti, un profilo istituzionale alto. Ma se questo non dovesse accadere...». Se questo non dovesse accadere, il vicesindaco ha già definito una strategia alternativa. «Se dovesse rimanere questo stato di litigiosità, il Comune di Taranto sarebbe in grado di avanzare un proprio progetto autonomo di Area Vasta. Del resto, anche gli altri quattro capoluoghi di provincia pugliesi stanno elaborando un progetto autonomo denominato “Area Vasta Metropolitana”». E gli altri comuni? Cervellera aggiunge: «I centri della provincia possono consorziarsi tra loro e dar vita a progetti alternative. Non sarebbe uno scandalo. In Puglia, ci doversi casi del genere».
Quando parla di litigiosità, il vicesindaco di Taranto fa esplicito riferimento alle recenti e clamorose polemiche sollevate da diversi sindaci (di centrodestra e centrosinistra) a proposito dell’annunciata sostituzione del dirigente, responsabile del progetto, Mario Romandini con l’architetto La Gioia, dirigente comunale dell’Urbanistica. Romandini, a sua volta, era stato rimosso dall’incarico per un... difetto di comunicazione.
Non avrebbe, infatti, adeguatamente informato il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, sulla definizione di un elenco di 15 convenzionati da individuare quali consulenti nell’ambito del progetto «Area Vasta». Sulla vicenda, del resta, la stessa Procura della Repubblica ha avviato un’indagine dopo la denuncia dello sindaco. A questo punto, bisognerà verificare due cose. Ovvero, se il tasso di litigiosità che denuncia Cervellera si annullerà sino a ricomporre tutte le tensioni e se Vendola darà il via libera a far sganciare Taranto dagli altri partner. Sul punto, Cervellera non si pronuncia ma si limita a dire: «Dobbiamo comunque rafforzare la presenza del cosiddetto partenariato sociale nella cabina di regia dell’A re a Vasta. Dobbiamo, infatti, inserire il presidente di Assindustria, quello della Camera di commercio, un rappresentante delle organizzazioni sindacali ed uno degli ordini professionali. Solo così questo progetto può decollare ed essere radicato maggiormente nel territorio di riferimento»
Tamburi, nuova strategia per la riqualificazione
Accordo di programma per la riqualificazione del rione Tamburi, il Comune rimodula gli interventi. Su questa lunghezza d’onda si sta muovendo il vicesindaco di Taranto ed assessore comunale all’Urbanistica, Alfredo Cervellera, che sul delicato punto ieri si è confrontato a Bari con l’assessore regionale al Bilancio, Francesco Saponaro.
Rimodulazione necessaria dopo che la giunta regionale, per far fronte ad alcuni ritardi accumulati, «congelò» di fatto la delibera che stanziava per la riqualificazione ambientale del rione Tamburi circa 49 milioni di euro. La giunta Vendola, nello scorso novembre, si era impegnata a ridefinire il provvedimento individuando i fondi necessari entro quest’anno.
Il Comune di Taranto, dal canto suo, ha cambiato strategia. Rispetto alla precedente impostazione che istituiva un unico pacchetto, una sorta di maxi-intervento con riqualificare la zona, la giunta Stefàno vara una serie di interventi. Diversi e distinti lotti, differenti progetti ed appalti, infatti, dovrebbero consentire all’Amministrazione comunale di gestire con maggiore facilità le operazioni ed i procedimenti legati a questo progetto.
Da quel che risulta alla «Gazzetta», Palazzo di città ha individuato delle priorità da seguire nel dare il via libera agli interventi ipotizzati. Tra questi, al primo posto in una sorta di graduatoria, c’è il progetto per la realizzazione di un laboratorio di quartiere. Sarà questo il centro in cui discutere dove sistemare le famiglie che ora vivono in quei 400 alloggi degradati del quartiere da demolire. Bisognerà, infatti, verificare se questi nuclei familiari verranno sistemati in altre zone della città (in prevalenza a Paolo VI) oppure se sarà possibile, almeno in piccola parte, costruire nuove case nello stesso rione Tamburi. Successivamente, bisognerà passare alla riqualificazione vera e propria del quartiere (strade, piazze) che, però, sarà comunque necessariamente dalla caratterizzazione e bonifica dell’area interessata alla zosiddetta “forestazione urbana” prevista dal progetto iniziale.
Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di nuovi impianti sportivi (1 campo di calcio regolamentare, 2 campi di calcetto ed altro ancora. La giunta Puglia, a questo punto, dovrà solo definire con quali strumenti finanziare questi interventi. In campo, ci sono varie ipotesi. Tra queste: rimodulazione della precedente delibera; delibera ex novo oppure proposta nell’ambito dei fondi strutturali 2007-2013.
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