I rigassificatori, Brindisi, Taranto e le decisioni concrete
Il prof. Gianni Donno nel fondo pubblicato il 1 febbraio si definisce facile profeta avendo a suo tempo asserito che «la questione del rigassificatore di Brindisi si sarebbe sbloccata solo con la caduta del governo ». Addirittura auspicare la caduta di un governo per un tale problema, che esagerazione! Donno, in questo fondo, sviscera tutto il suo rancore verso il mondo ambientalista colpevole di «chiacchiere, malafede, giochetti giudiziari, demagogia, disinformazione» ma anche di infantilismo al governo e addirittura «promotore della speculazione selvaggia sulle torre eoliche».
Ricorda anche l'ultima sceneggiata brindisina, cioè la marcia indietro dell'ex sindaco Antonino che si rimangia le sue accuse di corruzione rivolte alla British Gas «che causarono seri guai giudiziari abilmente sfruttati dai moralisti in rosso-verde». Innanzitutto mi aspetto, se quest'ultima faccenda è una cosa seria, che la società inglese - che ultimamente ha costituito una risorsa importante per alcuni avvocati - si rivalga nei confronti dell'ex sindaco per calunnie e danni visto che ha sempre minacciato sfracelli contro chi l'avesse ostacolata.
Poi vorrei rendere noto a Donno che Prodi ha pur anche dichiarato: «che quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali». Orientamenti, credo, abbondantemente e chiaramente esplicitati. Ed è a tal proposito che il contenuto di questo fondo diventa bizzarro per chi, dopo poche pagine del Corriere del Mezzogiorno, legge l'articolo di Cesare Bechis che riguardo alle posizioni delle istituzioni per il rigassificatore di Taranto scrive che «qualora la Via dovesse essere favorevole vi sarà una consultazione popolare».
Avvenimenti che il professore valuta come «il clou di una farsa tragica» se ambientate a Brindisi, non tenendo conto di ciò che ha dichiarato il Presidente della Regione Vendola che si è detto non contrario pregiudizialmente ai rigassificatori, purché siano sottoposti ad una scrupolosa Via e siano accettati dalle popolazioni.
Non amo le citazioni ma non potendo scrivere meglio, né volendomene appropriare, propongo queste poche righe di Nikos A. Salingaros tratte da una sua recente pubblicazione, con l'invito al professor Donno di una più attenta, serena e obbiettiva riflessione sui problemi ambientali e soprattutto di un maggiore rispetto e cognizione del problema specifico di Brindisi che a mio parere dimostra d'ignorare totalmente:
«Molte volte, nella storia, un fenomeno inizia, e non può essere fermato prima della sua fine naturale. L'umanità non è mai stata capace di arrestare i grandi mali della storia prima che questi provocassero una distruzione orrenda. Nessuno vuole ascoltare i profeti che prevedono il male: la gente è troppo occupata o sedotta dalle mode del tempo o non crede che il male possa essere così intenso.
"Forse è un fenomeno transitorio", "Scomparirà in alcuni anni", "Sicuramente stanno esagerando", "Niente può essere giudicato così senza aspettare", "Sono allarmismi emotivi", ecc. Combattere eccessivamente da subito non fa altro che creare una polarizzazione negativa, fa nascere delle opposizioni inconciliabili diffondendo le dicotomie destra/sinistra nello spazio non politico.
Si deve invece lasciare il tempo fluire lentamente e solo alla fine vedere cosa è successo in verità. Alla fine si guarda il male in faccia.»
Riportiamo l'intervendo di Gianni Donno del quale abbiamo proposto replica
GLI ANNI PERSI SUL GAS: CADUTO PRODI, COSA ACCADRA'?
di GIANNI DONNO
Fummo facili profeti, circa un anno addietro, nell'affermare che la questione del rigassificatore di Brindisi, in costruzione ad opera della multinazionale British gas, si sarebbe sbloccata solo con la caduta del governo di centro-sinistra, il governo dei no in materia ambientale. Tutto fa oggi pensare che si andrà appunto in questa direzione, osservando come la panna montata, con furbizia creata intorno alla questione, viene ormai sgonfiandosi e lasciando alla vista l'ambientalismo infantile che ha governato per due anni questo paese. Sull'ambientalismo di casa nostra, quello pugliese promotore della speculazione selvaggia sulle torri eoliche, hanno già espresso il loro severo giudizio settori importanti del stesso centro-sinistra regionale.
Con Pecoraro Scanio e Losappio, ci sembra, si son persi due anni di tempo sulla cruciale questione energetica nazionale-regionale e toccherà ad altri rimettere la questione in carreggiata. Quale carreggiata? Quella su cui viaggiano altri paesi europei da diversi anni, quando costruiscono termovalorizzatori per i rifiuti, installano rigassificatori, ripropongono, alla luce del nuovo progresso scientifico, in tema di sicurezza, la questione nucleare.
L'ultima della sceneggiata brindisina sul rigassificatore è la marcia indietro dell'ex sindaco Antonino, in tema di tangenti pagate dalla British gas. Per quelle sue affermazioni, oggi smentite dallo stresso Antonino, qualcuno ha passato seri guai giudiziari, abilmente sfruttati dai moralisti in rosso-verde, per dimostrare che il capitalismo, e soprattutto quello multinazionale, è il Male assoluto. Vecchi e logori luoghi comuni dell'anticapitalismo, uniti al nuovo terrorismo psicologico, profuso a piene mani dai signori in verde presso le popolazioni, si sono assommati per creare la panna montata brindisina sul rigassificatore della British.
Il clou di questa farsa tragica è stato il contenzioso, protrattosi per oltre un anno, fra British gas, Ministero per l'Ambiente (Pecoraro) e Ministero per lo sviluppo economico (Bersani), in merito alla necessità o meno di una Valutazione di impatto ambientale, che si proclamava non esser stata effettuata al tempo delle autorizzazioni per la costruzione del rigassificatore. Chiacchiere, malafede, giochetti giudiziari, demagogia, disinformazione: ecco la miscela che abbiamo presentato all'Europa.
Prodi ebbe il merito di dire a chiare lettere che il rigassificatore era necessario e che le autorità locali decidessero ove collocarlo. Ma parlava al vento. Ora si attendono le risoluzioni a seguito della presentazione, da parte della British gas, della Valutazione di impatto ambientale. Chi le darà? I ministri uscenti? Non ci meraviglieremmo se, prima di andar via, Percoraro e Bersani firmassero all'ultimo minuto qualche provvedimento di annullamento. In quel caso si tratterebbe di iniziare tutto daccapo. Nulla di nuovo sotto il sole. Dopo due anni persi è l'intero sistema Italia a dover tornare al punto di partenza.
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