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L’azienda dovrebbe aver ridotto la concentrazione delle emissioni

Diossina, nuovi rilievi dell’Arpa a febbraio e a fine maggio

«Abbiamo concordato con la direzione dell'Ilva che effettueremo il secondo monitoraggio delle emissioni di diossina nell'ultima settimana di febbraio. La nostra attività durerà tre giorni, quindi non andrà a paralizzare le loro attività». Polemica chiusa fra il direttore generale dell’Arpa e l'ILVA
6 febbraio 2008
Maria Rosaria Gigante
Fonte: Gazzetta del mezzogiorno

- Polemica chiusa. Il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, aveva chiarito ogni cosa lunedì scorso a Taranto con i vertici aziendali che hanno emesso successivamente una nota spiegando le ragioni per cui avevano ritenuto inopportuna l’attività dell’Agenzia regionale per l’ambiente in coincidenza con le attività di verifica di alcune scelte tecniche adottate dall’Ilva per la riduzione delle emissioni di diossina. «Naturalmente - prosegue Assennato - le loro sperimentazioni non saranno presenti nel corso delle nostre attività di campionamento».

Questa seconda tranche di attività dell’Arpa va ad integrare il precedente campionamento effettuato a giugno e che aveva stabilito che le emissioni sono sì al di sotto della soglia fissata dalla norma italiana, ma ben al di sopra dei limiti accolti a livello europeo ed anche assimilati da alcune norme regionali.

Cosa è cambiato rispetto a giugno? E quali sperimentazioni ha messo in atto ora l’Ilva?

«Hanno cambiato un elettrofiltro ed hanno modificato un sistema di emissione delle polveri. In buona sostanza, dovrebbero aver ridotto la concentrazione delle emissioni».

Saranno misure sufficienti?

«Ci saranno ulteriori soluzioni tecniche, legate, ad esempio, all’uso di alcuni additivi finalizzati sempre alla riduzione delle emissioni, che saranno ulteriormente adottate. In ogni caso, a fine maggio rifaremo col Cnr una nuova campagna di campionature per valutare la situazione».

Anche per questa seconda campagna di campionamenti che partirà a fine mese, l’Arpa dovrà avvalersi della strumentazione di altri partner scientifici in attesa che la stessa Arpa, e nella fattispecie il dipartimento provinciale, sia attrezzata (l'acquisto è stato già fatto) di uno spettrometro di massa ad alta definizione che renderà autonoma l’attività.

Le attività dell’Arpa sono previste da un protocollo sottoscritto a giugno scorso che ha previsto, appunto, due passaggi: il primo già la scorsa estate ed il secondo che sarebbe dovuto partire lo scorso 21 gennaio. Ma che a questo punto parte con un mese di ritardo. Nei giorni scorsi era stato l’assessore regionale all’Ecologia, Michele Losappio, a chiedere all’Ilva di consentire all’Arpa di effettuare, sia pure in ritardo rispetto alla scadenza fissata, il nuovo monitoraggio. «Non abbiamo mai manifestato indisponibilità verso l’attività di rilevazione da parte dell’Arpa a fine febbraio» è stata l’altro ieri la replica dell’azienda.

Intanto, sabato prossimo (ore 9,30, Palazzo di Città), gli effetti sulla salute umana dell’esposizione alla diossina saranno al centro di una conferenza sul tema «Diossine Uomo Taranto». Organizzata dall’associazione TarantoViva, l’iniziativa renderà pubblici di una «microindagine» su dieci persone volontarie, divise per fasce di età e distribuite sull'intero territorio comunale (cinque dai 50 ai 65 anni ed altre 5 di over 65enni). Gli esiti degli esami eseguiti a Venezia presso il Laboratorio micro-inquinanti organici Inca hanno rilevato una presenza di valori elevati di diossina e di Pcb (policlorobifenili), direttamente proporzionali all’avanzare dell’età. Quindi, l’esposizione nel corso della propria vita a questi agenti inquinanti espone maggiormente al rischio di patologie. E tra queste, principalmente ai tumori alla vescica.

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