Inquinamento, industrie in allerta
In concomitanza con la scadenza dello scorso 31 gennaio 2008, termine ultimo entro il quale tutti gli impianti nazionali esistenti rientranti nel campo di applicazione del dlgs 59/2005 dovevano presentare la domanda di autorizzazione integrata ambientale, l'Ue ha infatti adottato la direttiva 2008/1/Ce, provvedimento che a partire dal prossimo 18 febbraio 2008 sostituirà l'attuale storica direttiva 96/61/Ce in materia di «integrated pollution prevention and control» (ossia «prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento», recepita sul piano nazionale con il citato dlgs 59/2005).
Il nuovo Codice europeo «Ippc». Pubblicata sulla Guue del 29 gennaio 2008 (n. L24), la nuova direttiva 2008/1/Ce codifica in un unico testo la storica direttiva 96/61/Ce e le numerose modifiche e integrazioni apportate nel tempo a opera di successivi provvedimenti Ue. Non una nuova disciplina dunque, ma (come sottolineato dalla stessa Ue nei «Considerando» del provvedimento in parola) un'opera di razionalizzazione delle regole Ue che subordinano l'attività degli impianti industriali con elevato potenziale di inquinamento (come le attività energetiche, di produzione e trasformazione dei metalli, l'industria dei prodotti minerali, quella chimica e di gestione dei rifiuti, l'allevamento di animali) a una particolare autorizzazione pubblica (denominata «autorizzazione ambientale integrata», in sigla «Aia»).
Le regole nazionali Ippc e gli «impianti esistenti». L'uscente direttiva 96/61/Ce, si ricorda, è stata trasposta sul piano nazionale italiano prima (e in modo incompleto) attraverso il dlgs 4 agosto 1999, n. 372 (provvedimento relativo ai soli impianti esistenti) e successivamente (in modo integrale) a opera dell'attuale dlgs 59/2005. Come accennato in apertura, è scaduto lo scorso 31 gennaio 2008 il termine ultimo entro il quale gli impianti già operanti dovevano presentare la domanda per ottenere la necessaria «Aia» (autorizzazione che racchiude in sé il permesso a emettere inquinanti in aria, acque e suolo).
La scadenza è dettata dal dl 180/2007 (come convertito in legge 243/2007), decreto che, parallelamente (ed al fine di evitarne la paralisi), consente però alle industrie in attesa del rilascio dell'«Aia» di proseguire la propria attività fino al 31 marzo 2008 in base alle autorizzazioni rilasciate sulla scorta della precedente normativa, purché non si apportino modifiche sostanziali agli impianti.
Nelle more del rilascio dell'«Aia» le medesime industrie «in proroga» potrebbero però, sempre in base al citato dl 180/2007, essere obbligate dalle Autorità pubbliche competenti (tramite una modifica delle pregresse autorizzazioni) ad una rimodulazione della propria attività, qualora ciò sia ritenuto necessario per garantire l'osservanza della normativa ambientale vigente.
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