La FIOM chiede verifiche sulla diossina
Senza infigimenti e senza voler creare allarmismi non si può che rimanere sconvolti dei primi dati emersi: essi parlano, per quei soggetti che volontariamente si sono sottoposti a campionatura, di un notevole superamento dei limiti di tollerabilità per l’organismo umano del PCB.
Per queste ragioni al fine di non generare un locale spettro Seveso o Bopal occorre una rapida e coordinata azione tesa ad una indagine a più ampio raggio per luoghi e classi di campionamento, fra Enti Locali, Università, ASL, Arpa, Organi Tecnici, deputati al controllo bio statistico del territorio che diano segnali di trasparenza alla fine di tale lavoro.
Si reputa scontato in tale procedimento di formazione cognitiva una partecipazione delle grandi industrie in forma attiva e spontanea, pena gravi dubbi sul proprio operato.
Appare opportuno da parte nostra segnalare senza ipocrisia che tale azione deve partire nel controllo delle fasce più a rischio quali bambini, anziani e i lavoratori che operano nei siti potenzialmente produttivi di tale infausta sostanza.
Alle Direzioni Aziendali che sovrintendono agli stessi, chiediamo di addivenire alla stipula di protocolli sanitari con Enti Pubblici, perché tale indagine, nel rispetto della privacy dei controllati, sia di ausilio alla comprensione del fenomeno e ad eventuali interventi riparatori collettivi e individuali.
Questo è il percorso di evidenza pubblica unico che riteniamo adeguato per affrontare tale situazione, diversamente si rischierebbe fra steccati alzati e isteriche risposte, di non capire la natura dei problemi e di come affrontarli.
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