«FIOM ha compreso il senso della nostra indagine»
FIOM ha compreso appieno il messaggio che con l'indagine “Diossine Uomo Taranto” la nostra Associazione ha voluto trasmettere agli Organi Istituzionali e alla cittadinanza. Che non è un messaggio di allarmismo, né tantomeno un atto d'accusa nei confronti del mondo politico e scientifico che invece costituisce, ai nostri occhi, l'interlocutore principale e serio nella annosa e drammatica questione ambientale e sanitaria della città di Taranto.
L'indagine “Diossine Uomo Taranto” vuole essere soltanto – e non è poco, a nostro avviso – questo: un case report da accogliere, da parte di Istituzioni, Organi di controllo e rappresentanti del mondo della ricerca, come segnalazione. Ma segnalazione di un'emergenza che è reale, e che come tale va affrontata. La nostra iniziativa, fin dal momento in cui è stata ideata, ha avuto come principale obiettivo quella di fungere da stimolo nei confronti dei soggetti istituzionali, affinché tutti insieme si lavori in direzione di una presa di coscienza vera e profonda, ancorché drammatica, dei problemi che la città di Taranto e i suoi abitanti affrontano e subiscono da decenni.
“Diossine Uomo Taranto” è stato e resta questo. Un atto d'amore nei confronti di una terra oltraggiata e letteralmente mortificata dall'assenza decennale di volontà reali di cambiamento e tutela per i suoi abitanti. Ora noi crediamo che esistano le condizioni affinché possano crearsi quelle sinergie forti tra Istituzioni e Organismi scientifici, tali da consentire la definizione di un quadro il più dettagliato possibile di cosa, a Taranto e ai tarantini, succede.
Vogliamo sapere cosa succede nel sangue. Cosa succede nel suolo. Cosa succede nell'acqua. Cosa succede nell'aria. Quali strumenti adoperare per tracciare lo stato dell'arte di salute e ambiente.
Quali provvedimenti adottare, nel verosimile caso in cui la situazione potrà rivelarsi non fisiologica per una città che ancora si dice parte, nell'anno di grazia 2008, dell'emisfero occidentale e progredito.
Quali risposte dare, a chi ha avuto la ventura di nascere a Taranto e a chi, vivendo a distanze siderali in rapporto all'amore che si porta dentro, ancora sente propria questa terra ferita, stuprata, malata, e che ancora tuttavia manifesta i segni di un destino di bellezza e vita che sentiamo – con cognizione di causa - essere la sua più vera e naturale vocazione.
Allora chiediamo, rinnovando l'invito espresso in sede di Conferenza il 9 febbraio scorso e ribadito da FIOM, che in tempi rapidi si ampli l'indagine sugli inquinanti presenti nel territorio tarantino, con particolare riferimento a diossine e PCB. L'indagine dovrà comprendere un monitoraggio dello stato di salute di un campione rilevante di tarantini, e inoltre un'analisi delle acque e del suolo. Chiediamo inoltre, nello specifico, che venga effettuato un monitoraggio costante degli inquinanti diffusi nell'aria, e che i dati delle rilevazioni vengano resi pubblici sui siti istituzionali.
Alle Istituzioni, all'ASL, all'ARPA e agli esponenti del settore della ricerca, l'Associazione TarantoViva mette a disposizione il patrimonio di conoscenze acquisito, la propria collaborazione fattiva e tutto l'apporto necessario in direzione di un cambiamento che riteniamo ormai non più procrastinabile.
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