Area vasta e dragaggi: uno spettacolo desolante
È un attacco frontale al presidente della Provincia Gianni Florido, e al sindaco Ezio Stefàno quello che sferra il consigliere regionale e presidente provinciale di Alleanza nazionale, Pietro Lospinuso. Un attacco che poggia le sue fondamenta sul «desolante scontro in atto su chi debba o non debba rimuovere un dirigente, se il democratico o Stefàno e la “Sinistra-Arcobaleno” dall’altra» che sta seriamente rischiando «di far perdere alla provincia di Taranto le ingenti risorse connesse al progetto di “Area Vasta”, che si aggiungerebbero a quelle che le nostre due sinistre in permanente conflitto tra di loro hanno già perduto con riferimento al risanamento dei Tamburi e del Mar Piccolo ed al Distripark».
Secondo Lospinuso, infatti, «i danni di questa convivenza impossibile» corrono il richio di ripercuotersi «anche su territori e comunità assolutamente incolpevoli, quali quelle che hanno avuto l’intelligenza politica di non votare a sinistra. Da questa vicenda - aggiunge il consigliere regionale di An - emerge anche l’errore di impostazione della Regione di Vendola che, pur di essere a tutti i costi “discontinua”, si è inventata un nuovo, ancor più ferraginoso meccanismo per l’utilizzo delle risorse comunitarie quando si poteva utilizzare quello, già a regime, dei Pit e dei Pis».
Quel che è certo, sottolinea Lospinuso, è che la provincia e la città di Taranto «rischiano di pagare molto care le diatribe personali dei loro attuali vertici, sacrificando sull’altare delle divisioni, dei rancori, dei giochi di potere e delle inettitudini delle sinistre, risorse e progetti fondamentali per valorizzare le loro vocazioni».
Ma nel mirino di Lospinuso non c’è soltanto la polemica sull’Area Vasta. L’esponente di An si dice preoccupato anche per i ritardi che si stanno accumulando per i dragaggi al porto di Taranto.
«Mi dispiace molto per il collega ed amico Lomelo (assessore regionale ai Trasporti, ndr), che ha disperatamente tentato di difendere l’indifendibile, ossia l’operato del ministro Pecoraro Scanio in ordine al mancato varo del dragaggio del Porto di Taranto, in assenza del quale stiamo rischiando di bruciare la nostra più preziosa occasione di sviluppo e di lavoro.
Che spettasse a lui sbloccare la pratica, giacente presso il suo ministero, - evidenzia in una nota Lospinuso - è dimostrato dalle dichiarazioni rese da lui stesso ad un quotidiano il 5 dicembre scorso e dalle ampie assicurazioni all’uopo fornite dai dirigenti del Ministero stessi, dagli appelli pubblicamente rivoltigli da organizzazioni al di sopra di ogni sospetto di ostilità nei confronti del suo Governo, come la Cgil, dalle aspettative che i soggetti più interessati ponevano nel suo operato soprattutto a seguito del suo estenuante braccio di ferro sulle competenze in questione con il suo collega Di Pietro, dalle prese di posizione contro il Ministro anche di organismi tecnici come “Assoporti”, dal dettato della Finanziaria del 2007 che dava 45 giorni di tempo al Governo per procedere».
Secondo Lospinuso, il tentativo «di confondere la questione del dragaggio (e cioè la necessità di recuperare un metro e mezzo di profondità per consentire l’attracco delle porta-containers di nuova generazioni) con quello della piastra logistica, per la quale pure la sinistra si è assunta la responsabilità di non spendere le risorse da noi rese disponibili, è un patetico escamotage per cambiare discorso.
La verità è - conclude - che certo fondamentalismo pseudo- ambientalistico ha colpito anche in Puglia. Per fortuna è finita, per quanto riguarda il Governo nazionale. Purtroppo continua con quello regionale».
Nota di Lomelo:
“L’opinionismo elettoralistico del centrodestra e non l’informazione corretta c’induce a rispondere. Lo sviluppo di Taranto non è stato bloccato dal ministro Pecoraro Scanio. I limiti di inquinanti nelle sabbie di dragaggio non è certo un problema di oggi. Al contrario è utile sapere che non esistono norme internazionali che disciplinano l’attività di dragaggio dei fondali. La unica “norma” di riferimento è la Convenzione di Londra del 1972.
In particolare è annessa alla suddetta la risoluzione LC 52 di approvazione del DMAF (Dredged material assesment framework). E ancora l’art 3 paragrafo 2 della direttiva 1999/31/CE esclude che in discarica possa essere stoccato il fango da attività di dragaggio. Tutto ciò implica l’implicito dovere di analizzare con grande determinazione le concentrazioni di inquinanti dei fanghi, per poterli riutilizzare con sicurezza. Nel porto di Taranto sono sversate ogni ora 140.000 litri di acque di processo!!!
La definizione delle sabbie di dragaggio, avrebbe dovuto essere risolto nei 5 anni di governo polista. Infatti l’art 35 del decreto legislativo 152 dell’11 maggio 1999, rimandava ad un successivo decreto l’utilizzo dei materiali dragati. Perché il governo del polo non ha dato attuazione al decreto? E ancora nei 5 anni di Fitto perché diversamente dalla Regione Friuli (legge 30 del 2001) e dalla regione Veneto (legge 360 del 1991) non sono state definite le attività di dragaggio dei fondali marini?
Sulle sabbie di dragaggio è stato con la legge finanziaria 2007 che si è posto il problema della loro definizione. E ancora, se era cara al Polo la piastra logistica (questo è il vero problema di Taranto e le sabbie da dragaggio servono per la piastra logistica), perché mai non è stato inserito nella delibera CIPE n 121, che ha identificato le opere strategiche d’interesse nazionale? Era più importante il porto di Trieste considerato che tra le opere strategiche c’era il corridoio 5 , la terza corsia dell’autostrada Ve-Ts.
Infine spiegasse il forzista a cui tanto stanno a cuore le sorti del porto, perché il polo non ha in 5 anni, dato attuazione alla procedura di autorizzazione integrata ambientale, istituita da una direttiva del 1996 e finalizzata a ridurre il grave inquinamento del settore industriale. La commissione che se ne occupa è stata nominata nel 2006 ma a causa di un ricorso al TAR presentato da un ex del centrodestra è decaduta e rinominata nell’agosto del 2007 e questo consentirà di coniugare sviluppo e limitazione dell’inquinamento. Infine il progetto della piastra logistica è stato presentato meno di 2 mesi fa. Questi i fatti, il resto è ignoranza crassa mista a malafede”.
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