Dragaggi, pressing sul ministro
TARANTO - La vicenda dei dragaggi al porto di nuovo all’attenzione del ministro per l’ambiente. Dopo le polemiche di questi giorni, ad incalzare Pecoraro Scanio è l’onorevole Ludovico Vico. Il parlamentare ionico ripercorre tutto il procedimento legislativo sulle operazioni di dragaggio, spiegando che la normativa ha «demandato al Ministero dell’Ambiente i criteri e le metodologie delle apposite analisi per la gestione dei sedimenti, da emanarsi entro 45 giorni dalla approvazione della Legge Finanziaria n 296 del 27.12.2006.
Da tale data — spiega Vico — sono ormai trascorsi 12 mesi e 56 giorni ed ancora non è dato sapere quale sia la volontà del Ministero dell’Ambiente, nonostante l’assunzione d’impegno dei Presidenti delle competenti Commissioni Parlamentari rappresentato nello scorso maggio 2007 e la successiva interrogazione parlamentare del 29 novembre 2007 proposta dagli onorevoli Vico, Sgobio, Patarino, Tomaselli, Franzoso, Vitali e Carbonella.
Ad oggi, benché siano stati esperiti tutti gli adempimenti formali, il Decreto in parola non è stato emanato. Ciò — obietta il parlamentare del Pd — determina una situazione di totale paralisi al porto di Taranto e in tutti i porti italiani in assenza del quadro normativo completo. Senza il Decreto attuativo, demandato al Ministero dell’Ambiente, non è consentito operare neanche secondo la normativa previgente».
Il deputato ricorda come l’Autorità Portuale abbia già effettuato gli interventi di caratterizzazione ambientale per le aree relative al 4° Sporgente e darsena ad ovest, alla Vasca di colmata ad ovest di Punta Rondinella e al Molo San Cataldo ed è stato recentemente affidato il servizio per la medesima caratterizzazione ambientale per le aree Darsena Polisettoriale e darsena Capitaneria di Porto.
I risultati delle indagini sono note. E’ predisposta la messa in sicurezza del sedimento da asportare ma per realizzare le opere pubbliche e la bonifica definitiva occorre il Decreto Attuativo».
Vico conclude la sua lettera facendo rilevare a Pecoraro che i «dragaggi portuali sono urgenti per mantenere ad un livello accettabile la capacità competitiva dei porti italiani e soprattutto dei Porti Hub come il porto di Taranto che rappresenta il punto più alto della sfida nel Mediterraneo»
Pubblichiamo una Lettera di protesta indirizzata al Direttore di TarantoSera in merito alla vicenda della taratura delle centraline e alle polemiche con ARPA Puglia.
Maggiore rispetto per l’ambiente
Gent.mo Direttore,
il 20 febbraio, dopo la nota dell’Arpa sullo sfasamento della taratura per la misurazione delle polveri PM10 e PM.2.5, ho letto la Vs. anteprima giornaliera sul Vs.sito, allarmandomi per come veniva data la notizia in prima pagina, sussidiata dal Suo trafiletto di aspro e scolastico rimprovero, essendo stata omesso qualsiasi riferimento a sforamenti dannosi e numerosi, ben oltre ciò che la legge permette. Secondo me questo avrebbe potuto dare adito a percepire la realtà in modo distorta, meravigliato che tale linea era stata tenuta dal Suo giornale, avevo telefonato alla redazione per manifestare tale mia opinione.
Facile profeta, nell’edizione successiva un ambientalista (sic) attacca l’Arpa , quasi ad invogliare l’Ilva a chiedere i danni. Evidentemente non tutti leggono gli articoli per intero, la mia tesi per l’uso della notizia in prima pagina non era del tutto avventata. Eppure nell’articolo si spiega bene che gli sforamenti ci sono e ben numerosi, ma molto meno di prima. Ciò ci conforta, ma non ci appaga.
Nel ribadire che nessuno vuol chiudere nulla, ma che è dovuto alla cittadinanza, dal pubblico e dal privato, maggiore rispetto e considerazione per l’ambiente e la salute, utilizzando la migliore tecnologia e organizzazione possibile al fine di equiparare la Nostra Terra a l’intera Europa, di cui sentiamo di far parte ma in qualcosa siamo diversi.
Lascio al suo giornale approfondire se c’è e in che cosa consiste la diversità.
Lorenzo Scardia
Taranto
Gentile Scardia,
nessuno vuole assolvere o condannare nessuno. Noi abbiamo rilevato semplicemente un fatto, a nostro avviso gravissimo. Che a Taranto ci sia l’inquinamento lo vede anche un bambino. Ma dirò di più: la stessa Ilva lo ammette. La questione non è questa. Perchè a nostro avviso il compito dell’Arpa non è quello di dire se l’inquinamento c’è o non c’è: lo sappiamo. Il compito dell’Arpa è di dire quanto ce n’è. Se l’Arpa sbaglia a fare questo, a che serve?
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