Ilva di Taranto come Lucchini di Servola
Interrogazione a risposta scritta 4-05585
presentata da CAMILLO PIAZZA
venerdì 9 novembre 2007 nella seduta n.239
CAMILLO PIAZZA, BONELLI, BALDUCCI e FRANCESCATO.
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
il 5 aprile 2007, il settimanale L'Espresso ha pubblicato un servizio sull'inquinamento industriale in Puglia. Tra i molti dati preoccupanti spiccavano quelli dell'immissione in atmosfera di diossina ad opera dello stabilimento ILVA di Taranto;
il settimanale, sulla base dei dati 2002 dell'EPER (European Pollutant Emission Register), denunciava che con i suoi 71,4 grammi annui di diossina, l'ILVA toccava, da sola, il 32,1 per cento dei 222,5 grammi immessi in atmosfera da tutti gli impianti nazionali;
nonostante l'Unione europea, in data 17 novembre 2001, abbia invitato l'Italia a fissare limiti più severi, con il decreto n. 152 del 2006, veniva consentito all'ILVA di produrre 100.000 (centomila) volte di più diossina PCDD e PCDF per metro cubo rispetto a un inceneritore;
la legge italiana quando parla di diossine si riferisce in generale a un ventaglio di circa 200 sostanze di cui si analizza la concentrazione, si fa una media e si stabilisce un parametro da rispettare. L'Ilva è dentro il parametro. Questo criterio è utilizzato però soltanto in Italia. In tutto il resto d'Europa e in Friuli Venezia Giulia dove è stata fatta una legge regionale ad hoc, si misura la media delle sole diossine tossiche, che sono 17. A Taranto, sulla base di questo principio, il valore medio delle diossine tossiche nell'aria attorno allo stabilimento siderurgico (rilevate a giugno dall'Arpa e rese note dopo mesi di studio), nei sei giorni di rilevazione è quattro volte superiore al limite europeo e dieci volte maggiore a quello stabilito in Friuli;
è necessario fissare un nuovo limite di emissione poiché, così come stanno le cose, lo Stato non può intervenire dato che l'Ilva è in regola perché rientra negli attuali parametri;
nel maggio 2007 il direttore generale dell'Arpa Puglia, professor Giorgio Assennato dichiarava: «In riferimento alle emissioni di diossine all'ILVA, gli ultimi dati stimati disponibili registrano un incremento delle emissioni». E aveva aggiunto: «L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) per ILVA è concessa direttamente dal Ministero dell'ambiente: ARPA Puglia, pur coinvolta nella fase istruttoria di tale processo, è stata finora esclusa dalla fase autorizzativa-gestionale. Nella fase di concessione dell'AIA verranno stabiliti i limiti alle emissioni di diossine e dibenzofurani nelle emissioni: nel caso dello stabilimento Lucchini di Trieste, la Regione Friuli ha imposto un limite di 0,4 ng/m3, il cui rispetto viene periodicamente monitorato». «ARPA Puglia - aveva concluso Assennato - ritiene che sarebbe opportuno adottare nell'immediato almeno i limiti dell'Agenzia americana per la Protezione Ambientale (EPA), pari a 1 ng/Nm3. In ogni caso, ulteriori elementi di valutazione deriveranno dalla campagna di misure che sarà avviata all'inizio del prossimo giugno»;
Il Comitato per Taranto (composto dal Sindacato Provinciale della UIL e dalle associazioni volontarie ambientaliste) si è rivolto il 24 luglio all'ARPA Puglia per sapere dove fosse la documentazione AIA dell'Ilva e se fosse partita o no la fase di acquisizione dei pareri degli enti (Comune, Provincia, Regione) e delle osservazioni dei cittadini. Di fronte a questa richiesta, l'ARPA Puglia non ha saputo dare risposta perché non era a conoscenza dell'avvio della procedura AIA, ma si è assunta l'impegno di informarsi;
Dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è stata informata che la procedura di acquisizione dei pareri era già partita, infatti era stato pubblicato un avviso sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 12 luglio 2007, e la Regione Puglia nell'apposita commissione aveva nominato un tecnico del CNR;
Sarebbe stato più opportuno che, per poter portare all'interno della commissione AIA la proposta dei nuovi limiti più restrittivi, la Regione avesse nominato un tecnico dell'ARPA, dato che sulla questione della diossina all'ILVA, le rilevazioni erano state compiute dall'ARPA, e l'ILVA si era rivolta al CNR come organismo di consulenza. Sarebbe stato inoltre più che legittimo che fossero stati avvisati e coinvolti i cittadini, come prevede la legge, al fine di consentire loro la presentazione di proposte e osservazioni all'AIA;
l'EPER (European Pollutant Emission Register), nel 2002, aveva reso noto che, degli 800 grammi di diossina che finiscono nell'aria europea ogni anno, 71 escono dagli impianti dell'ILVA (pari all'8,8 per cento del totale europeo e al 30,6 di quello italiano);
di fronte al fatto che:
tali valori sono relativi a PCDD (policlorodibenzo-p-diossine) e PCDF (policlorodibenzo-p-furani), diossine ritenute pericolosissime per la salute (anche solo un miliardesimo di grammo costituisce un serio rischio per la vita);
per lo stabilimento di Taranto l'INES (Inventario Nazionale Emissioni e loro Sorgenti) stimava un aumento a 93 grammi annui di tali diossine per il 2005;
se così fosse l'ILVA produrrebbe così il 90,3 per cento di tutto l'inquinamento industriale nazionale di diossina;
l'impianto di sinterizzazione dell'agglomerato dell'ILVA (in assoluta controtendenza) sarebbe il punto di massima produzione nazionale di tale diossina;
un analogo impianto a Servola (Trieste) è stato sottoposto a sequestro cautelativo da parte della magistratura nel 2005;
è noto come le diossine, veicolate dal vento, possono percorrere anche significative distanze dal luogo di emissione ed entrare nella catena alimentare;
le diossine provocano tumori e malformazioni nei feti -:
se il Governo, nonostante l'avvio della procedura autorizzativa dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) sull'ILVA di Taranto - necessaria per fissare i nuovi limiti di emissioni (diossina, mercurio, ipa, benzene, eccetera) e le BAT (migliori tecnologie disponibili, nuovi elettrofiltri, eccetera) - per i prossimi anni, non ritenga opportuno trovare il modo più idoneo affinché anche il rispetto del diritto di intervento dei cittadini sulla procedura dell'AIA sia rispettata, come previsto dalla procedura stessa;
come intenda attivarsi affinché siano fissati valori massimi di emissione delle diossine per il suddetto impianto in modo che non superino i 0,4 nanogrammi per metro cubo, allineando l'ILVA di Taranto a quello della Lucchini di Servola. (4-05585)
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