«Inquinamento, politici assenti, niente voto»
L’appello agli elettori, spiega il portavoce Nicola Russo, non va inteso come forma di qualunquismo ma come «atto di protesta nei confronti della classe politica tarantina che non ha risolto, per mancanza di capacità o volontà, il problema dell’inquinamento ambientale derivante dalla grande industria».
Ieri è stato inoltre presentato il pool di avvocati incaricati di redigere l’atto con cui il Comitato intende chiedere un maxi risarcimento all’Ilva per i danni causati dall’inquinamento, avvalendosi della possibilità di sostituzione del singolo cittadino all’ente locale in caso di inerzia di quest’ultimo.
L’azione popolare, finalizzata ad ottenere 250 milioni di euro, sarà presentata sulla base del decreto legislativo 267/2000 a seguito della la sentenza della Cassazione del 2005 con cui furono condannatii dirigenti del siderurgico tarantino per inquinamento ambientale. Gli avvocati incaricati sono Nicola Gravina, ex dirigente comunale, Claudio Clarì, Giuseppe Carlucci e Sergio Torsella. Al Comune di Taranto sarà chiesto nella citazione di aderire all’azione.
Il risarcimento che si riuscirà ad ottenere confluirà non nelle tasche dei singoli cittadini ma nelle casse comunali. La proposta è che una parte delle somme che verranno riconosciute dal giudice siano destinate all’assistenza alle famiglie bisognose per la cura dei bambini affetti da gravi patologie e a quelle di operai deceduti per aver contratto malattie all’apparato respiratorio.
Ancora silenzio, poi, sulla richiesta inoltrata al Comune di avviare l’iter per il referendum consultivo con le due ipotesi di chiusura totale dell’Ilva, con la salvaguardia dei lavoratori da impiegare in settori alternativi, o della sola chiusura dell’area di lavorazione a caldo dell’Ilva con lo smantellamento dei parchi minerari. L’annuncio del possibile ricorso alla magistratura non avrebbe smosso Palazzo di Città, hanno detto i rappresentanti del Comitato, che ha deciso di presentare un ricorso d’urgenza (ex art. 700) al Tribunale di Taranto, con conseguente, ulteriore richiesta di risarcimento danni.
Poichè il procedimento amministrativo per il referendum sull’Ilva ha dei termini che scadranno il 13 marzo 2008, se entro quella data la situazione non sarà sbloccata, il Comitato presenterà ricorso al Tribunale in sede civile e penale essendoci l’ipotesi di «rifiuto di atti d’ufficio».
La Sinistra arcobaleno dà un preciso segnale su salute e sicurezza in fabbrica. Un convegno, ieri al Salone degli specchi, in cui, dopo un lungo silenzio, torna a farsi sentire la voce degli operai, dei lavoratori. Denunce forti, come quella di Gigi Pulpito dell’Arsenale: «Sul posto di lavoro non c’è traccia di salute e sicurezza. Viviamo il nostro lavoro in maniera alienante. O quella del giovane operaio dell’Ilva, Vincenzo Vestita, il quale usa un gioco di parole:
«Credevo di entrare all’Ilva per avere un posto sicuro. Ora so di sicuro che non è un lavoro sicuro. Sindacati ed Enti locali devono costituirsi parte civile nei processi per le morti bianche».
Non mancano all’iniziativa ideata dal Comitato per l’unità della sinistra due contributi importanti in termini di proposta e di analisi dei dati relativi alla sicurezza in fabbrica e alle malattie professionali. Nell’intervento dell’associazione che tutela vittime e familiari degli infortuni sul lavoro «12 Giugno», Chiaramaria Anastasia mette in rilievo la necessità di rafforzare la formazione per prevenire gli incidenti. Con alcuni distinguo importanti: «La formazione va fatta da organi terzi rispetto all’azienda», spiega Anastasia, ed occorre «rafforzare il ruolo dei rappresentanti della sicurezza nei luoghi di lavoro, rendendo celeri i tempi di accertamento dei reati, nel caso di incidenti».
Nella sua relazione, invece, il medico del lavoro dell’Asl, Salvatore Piccinni, offre l’ennesima, drammatica, fotografia della situazione tarantina, concentrandosi non solo sui dati relativi alla mortalità, ma anche sugli incidenti e sulle malattie professionali come tumori al polmone e mesotelioma pleurico. In questo senso, Piccinni rinnova l’appello perché Taranto si doti di strutture sanitarie adeguate. Esigenza, questa, sottolineata anche dal sindaco Stefàno.
Le conclusioni politiche affidate al senatore Piero Di Siena della commissione Lavoro restano in sintonia con la necessità di denunciare «la precarietà del lavoro che ha un peso nell’aumento dei problemi di sicurezza». Ma è il sindaco Stefàno, in questo senso, ad occupare la scena, annunciando la visita a Taranto del candidato premier Fausto Bertinotti il 15 marzo e lanciando una frecciata al Pd. «Ho fatto due proposte al ministro Pecoraro.
Progetti per valutare lo stato di salute dei lavoratori e dei cittadini. Domani (oggi, ndr) chiederò conto al ministro in visita nella nostra città. Esiste un partito che difende con chiarezza i lavoratori e la vita delle persone. E’ la Sinistra arcobaleno».
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