«Ministero e Regione insieme per un accordo sull'AIA ILVA»
Entro marzo arriverà il decreto che sbloccherà i dragaggi nelle aree portuali. E sull’inquinamento provocato dall’Ilva, il ministero dell’Ambiente ha scritto alla Regione per definire l’accordo di programma che dovrà portare all’Autorizzazione integrata ambientale, ovvero le nuove regole che dovranno contenere le emissioni e avvicinare l’industria siderurgica agli standard europei. Sono i due annunci che fa Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell’Ambiente, ieri a Palazzo di Città, dove ha incontrato il sindaco, Ezio Stefàno, il vice sindaco, Alfredo Cervellera, nonchè assessori ed esponenti di maggioranza comunale.
DRAGAGGI
«Entro questo mese - dice il ministro - la Conferenza Stato-Regioni varerà il decreto sui dragaggi portuali costruito col lavoro di un istituto di ricerca specializzato quale l’Icram. Ho chiesto che venissero evidenziati due aspetti: chiarezza nell’individuazione delle tabelle di pericolosità avendo il massimo rispetto della salute pubblica; parere dello stesso Icram su come, e in quali casse di contenimento, stoccare i materiali provenienti dai dragaggi. A ciò si aggiunga che l’Icram potrà essere consultato ogni qualvolta dovesse essere necessario».
Pecoraro Scanio difende la strada intrapresa: «Se si sceglie un percorso dritto e chiaro, come io ho fatto, le cose si realizzano, se si pensa invece di utilizzare scorciatoie, ecco che ricorsi e processi bloccano tutto». Il parere chiesto all’Unione europea sui dragaggi? «Certo, è stato lo stesso Icram a chiederlo, ma per avere noi ministero una validazione dal punto di vista dell’adeguatezza delle nostre norme con quelle europee.
E comunque, non appena il decreto sarà definitivamente pronto, i dragaggi potranno partire, anche a Taranto». E a chi gli ricorda (Giancarlo Russo, vice presidente di Assologistica e di Taranto Container Terminal) che la Finanziaria 2007 prevedeva 45 giorni per varare le norme sui dragaggi, il ministro risponde: «Il ministero delle Infrastrutture ha rallentato molto la situazione. Non dico che la responsabilità è del ministro, forse sono state le resistenze degli apparati ministeriali».
Ma Pecoraro Scanio non lesina polemiche verso il Governo di cui fa parte («su molti temi ho avuto il boicottaggio»), denuncia «pressioni pesantissime di Confindustria » e invita a dubitare di chi (fa anche un nome: il Partito democratico col suo programma elettorale) promette una Valutazione d’impatto ambientale in 90 giorni.
«Da febbraio scorso io ho accorciato i tempi - dice il ministro-: 150 giorni, massimo 330. Chi vuole farla in 90 giorni, evidentemente vuole aprire le porte ai cementificatori, a quell’imprenditoria del Paese che pensa solo agli affari, ai consulenti che presentano progetti che sono immondizia-progettuale o progetti-fotocopia intasando così la pubblica amministrazione, oltrechè violare le norme europee».
PIASTRA LOGISTICA DEL PORTO
«Col progetto si può procedere, dicono i tecnici del mio ministero» rileva Pecoraro Scanio. «Ho quindi insediato la commissione per la Vas, la Valutazione d’impatto speciale, che in tempi non biblici emetterà il suo parere».
AUTORIZZAZIONE ILVA
La premessa che fa il ministro è che l’Ilva è una realtà rilevante in Europa sotto il profilo dell’inquinamento e che «il livello di diossina ha caratteristiche plateali». Ora è di qualche giorno fa la lettera di Pecoraro Scanio al presidente della Regione, Nichi Vendola, perchè si avvi l’iter dell’accordo di programma che dovrà portare al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. «Chiederemo anche alle altre aziende se vogliono aderire in modo da fare un discorso complessivo » evidenzia il ministro. Che aggiunge: «L’Autorizzazione integrata ambientale serve alla salute pubblica ma serve anche alle imprese perchè nessuno può stare al di fuori dei parametri europei». Ma sulla diossina, viene chiesto a Pecoraro Scanio, non sarebbe opportuno cambiare con una nuova legge i parametri sulle emissioni rendendoli più restrittivi?
«A Camere sciolte è difficile fare una nuova legge. Sono perplesso su questa soluzione perchè alla fine scattano richieste di deroghe, di modifiche, e si crea una situazione nella quale si infilano i gruppi di interesse. Meglio - osserva Pecoraro Scanio - procedere con gli accordi di programma. Le leggi ci sono già, le norme europee esistono, basta volerle rispettare. Poi, le leggi si possono anche cambiare. Sono anche disposto a farlo a condizione che i provvedimenti si blindino e si eviti il pasticcio delle deroghe».
BONIFICA
In linea con Vendola, Pecoraro Scanio dice che la soluzione già definita per Brindisi può essere ripetuta anche per Taranto. Ovvero un accordo tra Stato, Regione ed enti locali che disciplina gli interventi e stanzia le risorse.
RIGASSIFICATORE
«Prima di dire se farlo o meno a Taranto, dove peraltro il Comune ha già detto no, chiediamoci quanti rigassificatori servono all’Italia, diamoci un piano e vediamo se tutti quelli che propongono questi impianti hanno anche i contratti di fornitura del gas. Meglio partire dai rigassificatori dove le procedure sono avanzate piuttosto che scontrarsi con le realtà dove c’è l’opposizione delle comunità locali».
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