«C'è la diossina anche nei latticini»
TARANTO — «Il latte e quindi i latticini che si producono nell'area di Taranto contengono una quantità di diossine e di apirolio superiori alla norma consentita». Ad essere pericolosamente inquinato, dunque, sarebbe uno degli alimenti fondamentali nella dieta umana e animale. Ed ancora una volta è la presenza industriale ad essere additata quale fonte d'inquinamento incompatibile con la vita. Peacelink diffonde così un nuovo allarme per l'uomo e l'ambiente.
«Abbiamo fatto analizzare un campione di formaggio locale, e visto che i risultati hanno registrato un superamento dei limiti di legge per diossine e Pcb, abbiamo già informato la Procura della Repubblica». Così si legge nel breve comunicato con cui l'associazione ambientalista annuncia per domani una conferenza stampa nel corso della quale saranno comunicati i risultati delle analisi effettuare su un campione di latticini. All'incontro, nella sede della Uil in piazza Dante a Taranto, saranno presenti gli attivisti di Peacelink con il presidente Alessandro Marescotti ma anche diverse associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori della provincia.
Ad affiancare l'iniziativa ci sarà anche una delegazione di produttori agricoli e imprenditori zootecnici del «Tavolo Verde » rappresentati dall'ex deputato della Quercia, Paolo Rubino. Le analisi «allarmanti» che documenterebbero valori «di molto superiori» ai limiti imposti dalle leggi sugli alimenti, sono stati eseguiti a Lecce nei laboratori di analisi microinquinanti del «Consorzio Inca», lo stesso organismo che ha studiato il fenomeno delle diossine e del Pcb di Porto Marghera per conto dell'ex pubblico ministero Felice Casson.
Il presidente Marescotti, che domani leggerà i dati, è consapevole dell'importanza della notizia ma anche della sua pericolosità dal punto di vista sociale. «Siamo tutti d'accordo, ambientalisti, consumatori e produttori - dice - per dire basta alla politica del rinvio perché l'obiettivo principale rimane la salute e quindi far mangiare prodotti sani e puliti». Altrettanto consapevole di un possibile crollo nelle vendite dei prodotti caseari ed alimentari prodotti nel tarantino, il numero uno e fondatore di Peacelink anticipa così le contromisure. «Diciamo subito che la frutta, verdura ed ortaggi non possono contenere diossina o apirolio in quanto sono elementi che si legano alle particelle grasse quindi a carne, derivati e pesce».
L'allarme per ora è indirizzato solo ai prodotti da latte. «Proporremo programmi di tutela alimentare che partono dal blocco delle emissioni inquinati sino alla limitazione delle aree di pascolo e la loro recinzione e messa in sicurezza». Si attende ora la contromossa dell'Arpa, agenzia regionale dell'ambiente, e del servizio igiene della Asl.
La frase iniziale «Il latte e quindi i latticini che si producono nell'area di Taranto contengono una quantità di diossine e di apirolio superiori alla norma consentita» non è stata rilasciata da alcuno di PeaceLink. E' invece corretta la frase: «Abbiamo fatto analizzare un campione di formaggio locale». La limitatezza della nostra indagine non consente di effettuare generalizzazioni sul latte e i latticini. La presentazione dei dati in conferenza stampa ha proprio l'obiettivo promuovere un monitoraggio generale di routine che consenta di avere un quadro globale della situazione alimentare e della sua sicurezza. Un principio di prudenza spinge PeaceLink a esprimere giudizi solo su ciò che si è analizzato, come, nel nostro caso, il campione di formaggio che abbiamo portato in laboratorio. E' altrettanto vero che il "principio di precauzione" dovrebbe spingere tutti gli enti preposti ad adottare cautele e ad attivare celermente le più estese indagini, come del resto sta facendo la magistratura, in cui riponiamo la nostra fiducia e con la quale abbiamo inteso collaborare portando le analisi del nostro campione, in quanto risultato purtroppo al di fuori dei limiti di legge.
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