Per ridurre l’inquinamento dovremo ringraziare la Cina
Taranto è città inquinata. E’ inutile aspettare che siano i tecnici a dircelo. Questa mattina alle 9 scendendo dal bivio di Montemesola la città era sotto una cappa marrone. Che poi gli scienziati mi dicano che siamo appena sotto o appena sopra i livelli di guardia mi consola poco. So soltanto che quell’aria color marrone non è certo salubre e tanto mi basta.
Se poi dobbiamo aspettare chissà quanto per avere i dati scientifici, mi torna in mente Keynes. A chi gli chiedeva perché le sue teorie economiche tenessero solo conto dei tempi brevi egli rispose perché nei tempi lunghi saremo tutti morti. Il vero problema di Taranto oggi è uno solo, molto semplice: o chiudiamo l’Ilva o ampliamo il cimitero. Il resto sono chiacchiere. Infatti se aspettiamo che i tarantini si muovano per la loro città con la loro incuria.... (la molle Tarentum dei romani non si smentisce).
Quella che poteva essere per le sue bellezze naturali una delle più belle città d’Italia è ridotta proprio male. Fortunatamente ci aiuteranno i cinesi. Sul Sole 24 ore di oggi appare la buona notizia. Il minerale di ferro aumenterà del 75%. Il carbone Coke aumenterà da 98 a 200 dollari la tonn. E tutto perché la richiesta cinese delle materie prime per fare l’acciaio è enorme e impellente. Questo significa che l’Ilva avrà difficoltà a produrre l’acciaio con gli altiforni, e siccome l’inquinamento è prodotto dagli altiforni la città ne trarrà beneficio.
Naturalmente siccome chi amministra l’Ilva non è sprovveduto, prima di arrivare alla crisi produttiva, stiamo pur certi che farà queste proposte disinteressate: "Mi rendo conto che occorre venire incontro alle esigenze ambientali della città (finalmente) per cui propongo di trasformare la produzione di acciaio dal processo con gli altiforni al processo elettrico, partendo dai rottami di acciaio e ritrasformandolo in nuovo acciaio con i forni elettrici che non inquinano. Per fare questo ho bisogno di nuovi investimenti per cui (e ti pareva) il Governo deve venirmi incontro con sovvenzioni e finanziamenti. In questo modo gli esuberi saranno limitati.
Volete scommettere che tra poco verrà avanzata questa ipotesi? E forse Taranto respirerà e dovrà quindi ringraziare i cinesi. Ma subito dopo dovrà pensare all’altro problema, la raffineria. Una cosa per volta.
Ing. Marco D’Andrea
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network