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L'Italia è fuori dall'Europa per i limiti sulla diossina

La sezione AIL di Taranto scrive a Berlusconi: «Scellerata la sua legge sui limiti di emissione di diossina»

Le scrivo a nome dei tanti, troppi bambini ammalati e che muoiono di leucemie e linfomi, grazie all’indotto industriale, le chiedo di essere lungimirante, di pensare al nostro Sud non solo come ad una pattumiera, ma anche come ad una terra dalle mille risorse naturali e culturali
18 marzo 2008
Paola D'andria (Presidente AIL - Sezione di Taranto)

On. Silvio Berlusconi

Logo AIL Sono la Presidente della Sezione tarantina dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma) e le scrivo dopo aver ascoltato, attraverso i mass media, il suo programma elettorale. Mi sembra che “grande assente” sia la tutela dell’ambiente e, quindi, deduco una completa disattenzione alla mia terra e alle gravi problematiche che ci affliggono.

Capisco che di fronte a un’Italia messa in ginocchio dal caro prezzi, dai salari non adeguati, dai troppo onerosi oneri fiscali, una campagna elettorale che vede compagna di viaggio la Lega Nord, non può occuparsi di “cittadini invisibili come noi” del profondo Sud.

Cittadini a cui il suo ultimo governo ha “regalato” una legge (peraltro mantenuta dal Governo Prodi) che, in barba alla normativa europea, ha alzato il limite di emissione di diossina ad un livello tale che l’ILVA si trovi in regola.

Io le scrivo a nome dei tanti, troppi bambini ammalati e che muoiono di leucemie e linfomi, grazie all’indotto industriale della nostra città, le chiedo di essere lungimirante, di pensare al nostro Sud non solo come ad una pattumiera, ma anche come ad una terra dalle mille risorse naturali e culturali: noi, società civile, non ci sentiamo rappresentati dai politici che lei conosce bene, sia quelli che ci hanno derubato e ci derubano, sia quelli che hanno assistito e assistono, colpevolmente silenziosi e quindi complici, allo scempio.

E noi veniamo derubati non solo dei beni pecuniari; noi veniamo quotidianamente derubati della salute e questo credo che sia il vero “peccato mortale” che commettete nei nostri confronti.

Non so se porrà attenzione a questa mia comunicazione. Non so se la voce della società civile, come può essere l’Associazione di volontariato che mi onoro di rappresentare, può valere, per lei, quanto quella di chi detiene il potere economico, ma di una cosa sono certa: noi siamo sicuramente agenti di cambiamento e siamo forti della gratuità del nostro servizio.

La saluto sperando in un riscontro a questa mia lettera che non sia formale, ma che contenga un impegno preciso; per esempio l’abrogazione della scellerata legge sui limiti di emissione di diossina.

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