Dragaggi al Porto, ancora tutto fermo
Sarà questo lo scopo del Progetto Taranto che vedrà collaborare insieme all’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le università di Bari e Lecce ed il Cnr. L’annuncio è giunto nel corso del convegno su “Disinquinamento di sedimenti marini risanamento di corpi idrici sotterranei: situazioni e prospettive”, svoltosi ieri nel salone di rappresentanza della Provincia.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Società chimica italiana ed ha costituito l’occasione per fare il punto sull’urgenza dei dragaggi al porto di Taranto. Rappresentati del mondo scientifico e della ricerca si sono confrontati sull’argomento rappresentando le numerose soluzioni tecniche possibili.
Allo stato attuale, però, investimenti ed il potenziamenti delle capacità attrattive dello scalo ionico, sono bloccati dalla mancata emanazione dei decreti attuativi da parte del ministero dell’Ambiente.
E così a Taranto, a causa della presenza di scarichi industriali, l’intera area portuale è stata inserita nei cosiddetti Sin (Siti di interesse nazionale), sottoposti ad attività di caratterizzazione e bonifica. Si chiede, in sostanza, alle Autorità portuali di risanare l’inquinamento altrui, senza intervenire sulle cause che hanno compromesso il suolo ed i sedimenti marini. “Il canale di scarico dell’area industriale di Taranto - ha ricordato Conte - versa in mare 160mila metri cubi all’ora di reflui”.
Lo stesso professor Assennato ha sottolineato che senza una politica di controllo degli agenti inquinanti e delle fonti, l’attività di bonifica rischia di essere vanificata. L’altro pericolo legato ai dragaggi, attiene lo smaltimento dei fanghi.
E’ fondato il timore che la lobby delle discariche sia in agguato per accaparrarsi milioni di metri cubi di sedimenti che, invece, “possono essere riutilizzati come accade in altre regioni d’Italia come la Toscana e l’Emilia Romagna - ha detto Fabrizio Nardoni, vicepresidente di Confindustria - in cui i sedimenti e gli altri materiali di scavo vengono utilizzati per lavori stradali, colmate e opere pubbliche. In tal senso ho realizzato uno studio per il riutilizzo di sedimenti”.
Articoli correlati
- le importazioni italiane di greggio statunitense sono arrivate a un record a giugno
Lo scontro fra Italia e Francia nella crisi libica
Il Presidente del Consiglio ha chiesto a Trump che le compagnie petrolifere americane non abbandonino la Libia per evitare l’avanzata della società francese Total9 settembre 2018 - Rossana De Simone Sul palcoscenico della NATO il narcisismo stizzoso di Trump rianima una l’Alleanza moribonda. Il complesso militare-industriale ringrazia, l’Europa divisa si inchina e l’Italia applaude
Molto prima dello show di Trump, John Bolton, Consigliere per la sicurezza nazionale, aveva studiato e approvato tutti i documenti del vertice perché tutto è molto orientato nel senso americano16 luglio 2018 - Rossana De Simone- L'ex assessore della Giunta Stefano, Lucio Pierri, interviene sulla raffineria
"Eni, no al raddoppio"
Su Tempa Rossa,la città ne ricaverebbe "solo danno ambientale e rischi legati all'aumento del traffico di petroliere"16 gennaio 2012 - Il 2012 anno di svolta partite importanti per lo sviluppo del territorio ionico vedranno la loro definizione
Taranto decida barche a vela o petroliere
Sta a noi decidere su cosa puntare sapendo bene che barche a vela e petroliere non potranno mai convivere nello stesso mare5 gennaio 2012 - Luisa Campatelli
Sociale.network