Si scrive acqua, si legge democrazia
Pertanto chiedo ospitalità proprio perché, anche se il problema riguarda Taranto come qualsiasi altra città, c'è la necessità di formare in tempo una capacità di discernimento sul tema dell'acqua bene comune, della quale vorrei qui di seguito raccontare l'avventura. Vorrei presentare la motivazione per la quale, come Forum dei Movimenti per l'Acqua, abbiamo organizzato un incontro per il giorno 3 Aprile p.v. alle ore 17.00 presso il Salone degli Stemmi nel Palazzo della Provincia.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua per la prima volta unisce la propria lotta a quella di tutti i movimenti che difendono i beni comuni preziosi, aria, terra, salute e democrazia. Perché la qualità dell'acqua dipende e s'intreccia fortissimamente dalla e con la qualità di questi beni e valori.
Aderiscono tutti: i No del cosiddetto Patto di Mutuo Soccorso: dal No Dal Molin, a No Turbogas (che festeggia il primo anno di presidio), i lavoratori di Publiacqua Toscana, Action, lotta per la Casa, Asud, Cittadinanza attiva, CGIL e tanti altri. Sono anni che lottano, anni che si sentono dire che, quando ci sono interessi economici di mezzo, anche il diritto più ovvio non è più tuo, anni che, per esempio, nel comune di Aprilia 10.000 cittadini su 15.000 si autoriducono le bollette e si aiutano l'uno con l'altro per capire cosa si nasconde dietro le tariffe magicamente ed improvvisamente aumentate del 300% col passaggio dal pubblico al privato.
La privatizzazione dell'acqua, così come quella di tutti i beni comuni, ha investito l'Italia come un macigno che schiaccia qualsiasi rivendicazione da parte di chi, certi meccanismi di marketing strategico, non li accetta e da parte di chi, con il tempo, leggi regionali, contratti e convenzioni, ha imparato a studiarle e ne sa molto di più degli stessi amministratori comunali.
La situazione nel nostro Paese è triste e contraddittoria: la speculazione, la mafia e la mala gestione pubblica dei beni comuni ha innescato, dal 2000 ad oggi, un meccanismo subdolo da parte di multinazionali, straniere ed Italiane che, come api al miele, grazie a bandi di gara poco controllati e finanziamenti Europei a sei zeri, si sono lanciate letteralmente sulle ricche risorse del bel paese. D'altronde funziona sempre così: tiri la corda sino all'emergenza estrema (ricordate la scorsa estate il problema acqua a Taranto?), e poi lasci la patata bollente al miglior offerente.
Ma i soldi delle amministrazioni comunali per la cessione degli impianti di gestione, provenienti dalla famosa legge regionale dei Verdi, non sono bastati perché quando si tratta di gonfiare gli stipendi dei cda, non ci sono problemi, ma quando le strutture lasciate in eredità dalla gestione pubblica necessitano di investimenti e manutenzione allora, bisogna ricorrere a chi è ancora più forte: le banche. Ma qui non siete di fronte a degli eroi, noi, il Movimento, siamo persone normali, siamo uomini e donne anche adulte, forse la maggior parte di noi ha una certa età e non è facile reggere manifesti, striscioni e camminare per chilometri per le strade delle città, ma negli ultimi tre anni non abbiamo mai abbassato la guardia.
Ci siamo attrezzati, abbiamo studiato e sappiamo dare assistenza ai concittadini così come ad altri comitati, che parallelamente vivono la stessa odissea e vorrebbero capire perché i sindaci di tutt'Italia, hanno venduto l'acqua senza ritegno. In questi giorni, i media non ne parlano molto, per la prima volta dopo mesi di mobilitazione e indagini, sono scesi in piazza comitati da Nord a Sud, presenti anche il sindaco di Bassiano e l'assessore di Formia, gli unici ad aver inserito negli statuti comunali che l'acqua è un bene comune che deve essere protetto e può essere gestito dall'amministrazione pubblica e dai cittadini.
Storie di vita comune difficile ma con successi come quello del social forum dell'Abruzzo che dopo 4 anni si è visto riconoscere dall'Istituto Superiore della Sanità che l'acqua del fiume Pescara è altamente inquinata a causa di inceneritori e turbogas costruiti a tradimento e di nascosto dalla comunità, e del comitato del Rio Fergia in Umbria, dove l'azienda Rocchetta un bel giorno ha messo le catene alla fonte lasciando centinaia di utenze domestiche senz'acqua, perché la recente miss Italia doveva bere il prezioso elisir, o perché un noto giocatore doveva fare da testimonial alla prestigiosa marca.
Come reagireste se foste una piccola comunità di montagna e un bel giorno alla fontana di sempre trovaste dei lucchetti con la scritta: se vuoi berla sappi che la trovi in negozio e la devi pagare? L'acqua che bevi da una vita. Emozione. Pura emozione. Donne, bambini, famiglie, nonni, ragazzi...gente comune che non ne può più e vuole legalità e giustizia. Il Comitato locale attende la sentenza del Tar e chiede udienza al sindaco che da mesi ha chiuso le porte.
Il Forum dei Movimenti per l'Acqua seguirà il comitato sino alla fine verso la ripubblicizzazione dell'acqua e così in tutti i territori in una lotta che a nostro parere deve essere ormai preventiva vista l'aggressività delle multiutilities.
Si scrive acqua, si legge democrazia.
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