Taranto, i silenzi sulla diossina
Ero certo che sulla diossina nei nostri alimenti sarebbe presto calato il mantello delle rassicurazioni: Ministero, Regione, Arpa, Asl, Comune, tutti a tranquillizzarci, invero più per star tranquilli loro. La parola d'ordine è “niente allarmismi”, ma i fatti ci dicono che hanno più fondamento le notizie allarmanti che quelle tranquillizzanti.
Latte e formaggio locali contengono sostanze cancerogene e la denuncia non è arrivata né dalla Regione, né dall'Asl, né dall'Arpa (nonostante il suo preziosissimo lavoro), né da nessun altro organo preposto al controllo, bensì dalle associazioni del territorio che da anni denunciano l'inquinamento di Taranto tra l'indifferenza delle istituzioni. Cosa c'è da essere tranquilli allora?
La scoperta della diossina nei terreni di Taranto ha stupito solo chi non voleva credere (né far credere) che la situazione dalle nostre parti fosse gravissima. E' ridicolo perfino pensare che il problema sia circoscritto alle aree adiacenti all'Ilva.
Anzi, non molto tempo fa ci fu chi asserì che, considerata l'altezza dei camini del siderurgico e la volatilità delle polveri nocive, la città non avrebbe avuto da temere la diossina, in quanto questa si sarebbe depositata oltre la città (come se tra l'altro questa fosse una consolazione).
E' più che lecito pensare che fino ad ora i controlli o non sono stati fatti, o fatti male, o fatti e non denunciati. Ho anche appreso dalle letture di questi giorni che i controlli eseguiti normalmente sul latte dalle autorità competenti, non tengono in considerazione la presenza di inquinanti quali possono essere quelli di origine industriale, cosa che dalle nostre parti dovrebbe invece avere priorità assoluta.
In tutto questo feriscono profondamente le debolezze di Comune e Provincia, che pur hanno a disposizione tutti gli strumenti per porre fine a questo scempio.
Il sindaco è il maggior tutore sanitario della città e una sua parola (magari scritta) potrebbe moltissimo. Il presidente Florido, da parte sua, sempre sensibile a ciò che da visibilità, ha annunciato che parteciperà alla manifestazione del 29.
Nei fatti ritirò la città dal processo alla grande industria un passo prima della sua condanna (chi se lo scorda) e ha da poco dichiarato di aver subito pressioni da Vendola affinché influenzasse il comitato tecnico della Provincia per ottenere parere favorevole sul rigassificatore da piazzare in mezzo ad altri impianti a rischio.
Sempre i fatti dicono che quella commissione, dopo un primo orientamento negativo, si disse favorevole all'ipotesi di insediamento del rigassificatore, a dispetto dei “no” di pura facciata tuttora sbandierati.
Altro che tutto a posto, la verità è che niente è a posto in questa martoriata città, dove l'unica cosa positiva è che la gente sta capendo.
Per questo alla manifestazione del 29 ci sarò anch'io, ma per pretendere il cambiamento che meritiamo.
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