Emissioni, Cementir risponde a Vendola
BARI — L'unica impresa a rispondere alla lettera aperta del governatore Nichi Vendola, scritta sabato scorso per avviare una nuova collaborazione sul tema ambientale nell'area di Taranto, è Cementir. Ilva, Edison ed Eni (le altre tre citate dal presidente della Regione) temporeggiano; o meglio si limitano a non muoversi.
Il colosso dell'Energia, guidato da Paolo Scaroni, fa sapere che «sull'argomento non abbiamo nulla da dire». Dall'Ilva e dall'Edison, invece, gli addetti stampa non commentano «perché non si riesce a parlare con i manager».
Cementir, invece, ha preso carta e penna e ha risposto anche al ministero dell'Ambiente spiegando che l'impianto di Taranto «non è di impatto nazionale» e ha declinato l'invito a firmare l'accordo di programma propedeutico alla definizione delle autorizzazioni integrate ambientali (Aia).
Tale provvedimento - deriva dall'applicazione del decreto legislativo 59 del 2005 i cui termini per l'adeguamento sono scaduti il 31 dicembre scorso (prorogato fino a lunedì 31 marzo 2008) - autorizza l'esercizio di un impianto imponendo misure tali da evitare, o ridurre, le emissioni nocive nell'aria, nell'acqua e nel suolo per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso.
«Quell'intesa - affermano da Cementir - potrebbe essere siglata solo se avessimo a disposizione uno stabilimento di valenza statale. Il nostro è d'impatto prettamente regionale. Inoltre, è da ricordare che le pratiche per l'ottenimento dall'autorizzazione integrata ambientale sono in stato avanzato. Non possiamo permetterci di mettere tutto in discussione, ci sono i competitor da fronteggiare».
L'assessore regionale all'Ecologia, Michele Losappio, ieri ha fatto sapere che ha chiesto formalmente al ministero dell'Ambiente di mostrare maggiore attenzione per l'area jonica. «Le procedure statali per la concessione dell'Aia degli stabilimenti Ilva, Eni ed Edison - dice Losappio - devono essere accompagnate da uno studio integrativo in grado di poter valutare le richieste attuali e quelle programmate alla luce delle previsioni del Piano energetico ambientale regionale.
In particolare per quanto riguarda il tasso di emissione di anidride carbonica e degli altri elementi inquinanti».
«Anche la Cementir rispetterà l’ambiente»
In merito agli articoli pubblicati apparsi su alcuni quotidiani circa la bozza di “Accordo di Programma per l’Area Industriale di Taranto”, la Cementir intende precisare che, nelle osservazioni inviate al Ministero dell’Ambiente circa la bozza proposta, non si è manifestata una preclusione assoluta all’adesione al suddetto accordo ma ha sollevato unicamente l’esigenza di non ritardare il percorso autorizzativo integrato ambientale già intrapreso da oltre un anno.
In particolare, si fa notare che lo stato avanzato dell’iter autorizzativo integrativo ambientale consentirebbe alla Cementir di realizzare in tempi brevi idonei progetti di miglioramento ambientale sia in termini di riduzione dei consumi energetici che in termini di riduzione delle emissioni atmosferiche. Tanto ciò è vero che la Cementir si sta attivando per proporre una modifica della bozza dell’Accordo di Programma che da un lato garantisca tempi di attuazione dei progetti di miglioramento ambientale già presentati in linea con quanto il processo autorizzativo in corso prevede e dall’altro salvaguardi l’esigenza aziendale di ottenere in tempi rapidi provvedimenti decisionali da parte delle autorità competenti che tengano conto della dimensione regionale del sito della Cementir.
Peraltro, si fa notare che la Cementir è assolutamente sensibile al tema dello sviluppo produttivo da realizzare nel massimo rispetto degli standard di sostenibilità ambientale ed in tal senso si fa presente che il sito della Cementir di Taranto è stato uno dei primi in Italia ad ottenere la certificazione ambientale ISO-14001 (sin dal 2002) e proprio questo anno il Gruppo Cementir presenterà per la prima volta i risultati del bilancio sociale ambientale del gruppo. Infine, la Cementir ha già dato la sua disponibilità a partecipare la tavolo tecnico convocato dal Min. Ambiente circa l’Accordo di Programma in oggetto.
Ufficio stampa Cementir
Roma
«Il mio corpo - dice la donna - è pieno di minerali che tra i vari danni, colpiscono il sistema nervoso centrale, attaccano la mielina con conseguente paralisi».
E aggiunge: «E´ tutto documentato», dice Anna Carrieri, che spiega anche di non potere avviare una causa per motivi economici. La donna racconta tra l´altro di non essere in condizione di lasciare il quartiere dove vive, in una casa dello Iacp, e di non potersi tantomeno permettere un affitto alto. Né, purtroppo, può sostenere le spese per adeguare la sua abitazione alle nuove esigenze, conseguenza delle sue difficoltà motorie. «Ho una casa piena di barriere architettoniche - dice ancora - sono prigioniera in casa», perché non ha i soldi necessari per fare lavori di ristrutturazione.
Per questa ragione la signora Carrieri chiede a Emilio Riva i 40mila euro «che per lui - scrive - non sono altro che una fumata di sigaretta. Chiedo solo quello che mi possa permettere di vivere dignitosamente la mia disabilità tra le mura domestiche».
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