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«Tumori infantili, ora dati certi»

L'intervista: parla Adriana Ceci, emato-oncologa pediatra e farmacologa barese. Non c'è ragione di attendere ancora: relativamente alla mortalità per tumori la situazione a Taranto è già da tempo oltre il livello di guardia. Tale rischio a Taranto è ormai da tempo riconosciuto
10 aprile 2008
Edoardo Altomare
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- BARI — Anche gli esperti intervistati nel corso di una recente trasmissione tv ambientata nel capoluogo jonico hanno confermato un quadro allarmante dovuto alle concentrazioni di diossine e di altre sostanze cancerogene, che giustificano una più elevata mortalità a Taranto rispetto al resto della Puglia. Ma nessuno aveva ancora evidenziata la necessità di verificare il rischio dello sviluppo di patologie tumorali da inquinamento anche nei bambini.

Ne parla Adriana Ceci, emato-oncologa pediatra e farmacologa barese. E' vero, sostiene, tale rischio a Taranto è ormai da tempo riconosciuto. Ma tra il sapere e il certificare, avverte l'esperta (che è stata in passato anche parlamentare europea, nonché componente della ex Commissione Unica del Farmaco), c'è una notevole differenza.

Occorre dunque attivarsi al più presto per verificare con certezza quale sia la reale incidenza di neoplasie in età pediatrica nell'area di Taranto. Non si farebbe inutile allarmismo se si fornisse il giusto rilievo a situazioni che destano grande preoccupazione.

Professoressa Ceci, lei pensa sia possibile raccogliere dati precisi sull'incidenza di tumori dell'età pediatrica nella città jonica ?

«E' possibile. Questa situazione a Taranto non si è creata oggi, ed è da tempo riconosciuto che esiste un rischio più elevato di sviluppare tumori, in particolare leucemie infantili e neoplasie cerebrali, per i soggetti in età pediatrica di quella città. Naturalmente però occorre tirare fuori i numeri. Oltre che consultare i responsabili dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale e del Registro jonico- salentino, in Puglia l'assessore alla Salute potrebbe ad esempio costituire ed attivare un gruppo di lavoro che coinvolga epidemiologi ed oncologi pediatri, professionisti qualificati e capaci di dare risposte a quesiti precisi. E secondo me, nel giro di un paio di settimane di lavoro queste risposte si potrebbero ottenere ».

Come suggerisce di procedere, in mancanza di un Registro tumori regionale?

«Ci sono persone in grado di recuperare dati su morbilità e mortalità: procedendo speditamente, si può avviare un'attività di recupero di informazioni preziose. Vede, si sa da anni che i piccoli tarantini che si ammalano di patologie tumorali convergono verso alcuni centri italiani specializzati: ad esempio il "Gaslini" di Genova, ma anche altri istituti di Roma e Milano. In quei centri il dato relativo all'aumento dei ricoveri dalla provincia di Taranto negli ultimi anni è già ben noto.

Inoltre, con la collaborazione dell'Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica, i cui membri agiscono in maniera coordinata scambiandosi informazioni, si può risalire anche a dati vecchi di 20-30 anni, in modo da accertare la tendenza all'incremento dell'incidenza di queste malattie nella zona jonica. E poi esistono incidenze note in popolazioni omogenee».

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