Quindicimila nuovi alberi in tre anni
TARANTO — Quindicimila alberi per abbattere i livelli di CO2 nell'aria respirata dai tarantini. E' il progetto del Comune che il ministero dell'Ambiente è pronto a finanziare con due milioni di euro in tre anni. Nel 2008 ne sono già disponibili settecentomila per creare un grande polmone verde al quartiere Paolo Sesto.
L'iniziativa non tende esclusivamente ad abbellire la città. «Non è un intervento decorativo né di arredo urbano - ha spiegato ieri durante l'incontro con la stampa l'agronomo Orazio Stasi - ma si tratta di un intervento tecnico per ottenere l'abbattimento dell'anidride carbonica in base ai parametri del protocollo di Kyoto».
Avant'ieri pomeriggio a Roma il sindaco Ezio Stefàno, coadiuvato dal consigliere comunale Gabriele Pugliese (Verdi) ha siglato un accordo con il ministro Pecoraro Scanio. Il finanziamento prevede tre rate, due da 700 mila euro e l'altra da 600, dal 2008 al 2010.
Lo ha dichiarato il Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Sandro Frisullo intervenendo questa mattina alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia, Enti Locali e le principali aziende presenti nell’area industriale di Taranto.
“Il capoluogo ionico, insieme a Brindisi – ha proseguito Frisullo – si è candidato per l’utilizzo del Piano Straordinario di 2,5 miliardi di euro volto alla reindustrializzazione dei siti inquinati.
Si tratta di finanziare importanti infrastrutture per il porto, la viabilità, la banda larga, ecc.
Tali opere consentiranno di accompagnare gli investimenti industriali da parte delle imprese già collocate o da collocare a Taranto”.
“Dopo il finanziamento per la bonifica del sito di Brindisi – ha concluso Frisullo – che impegnerà 145 milioni di euro, quello di oggi rappresenta un nuovo capitolo della politica industriale della Giunta Vendola, sempre attenta al territorio e alla salute dei cittadini e capace di coniugare lo sviluppo industriale e di dare impulso ad uno sviluppo produttivo ecosostenibile”.
Ora i tecnici comunali, gli agronomi e i forestali predisporranno le singole schede operative in base alle quali procedere alle piantumazioni e alla riscossione delle quote di finanziamenti.
Secondo le prescrizioni ministeriali l'intervento è possibile solo nelle aree pubbliche nelle quali deve essere creato un addensamento verde, come una sorta di bosco urbano, simile a quello previsto ai Tamburi nell'accordo di programma con Ilva.
Per questa ragione il quartiere a ridosso dello stabilimento siderurgico non rientra in questo nuovo progetto e sono escluse le strade e i viali cittadini. I filari di alberi non sono contemplati dal ministero anche se in molti punti della città alberi sradicati
Taranto è agli ultimi posti nel rapporto tra verde urbano e territorio definitivamente morti andrebbero sostituiti. I primi alberi saranno piantati al Paolo Sesto, non molto distante dall'impianto dell'Ilva, dove c'è anche il parco del Mirto, ora al centro di un contenzioso ma polmone verde aggiuntivo. Poi saranno presi in considerazione la Salinella, la Salina Grande, l'area attorno al fiume Galeso, le aree scolastiche.
«Il nostro obiettivo - ha detto il vice sindaco Alfredo Cervellera - è creare una cinta urbana alberata che segni il limite della città. Occorrono pertanto alcune varianti al piano urbano generale di cui discuteremo in seguito. Questo progetto, inoltre, servirà anche a creare nuovi posti di lavoro».
Saranno impiegate, a seconda delle caratteristiche delle zone prescelte, piante arbustive, come il lentisco e il mirto e piante arboree come il pino d'aleppo e le querce.
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