Insabbiò una pratica, condannato ex direttore Inail
L’accusa è pesante. Avrebbe insabbiato una pratica relativa alla richiesta di prepensionamento presentata da un lavoratore dell’Ilva esposto all’amianto. L’ex direttore dell’Inail Giovanni Sulpizio è stato condannato a 10 mesi di reclusione dal giudice monocratico Valeria Ingenito. L’imputato, difeso dall’avv. Cesare Mattesi, rispondeva di occultamento di atto pubblico.
L’inchiesta fu avviata in seguito a una denuncia presentata da Cosimo Semeraro, ex lavoratore dell’Ilva, attuale presidente dell’Associazione «12 giugno», che coordina i familiari delle vittime del lavoto all’Ilva. Semeraro, affetto da asbestosi, presentò richiesta di prepensionamento in quanto lavorava a contatto con l’amianto. L’operaio prima ottenne il riconoscimento del diritto ad andare in pensione per malattia professionale, poi il provvedimento fu revocato dall’Inail per problemi burocratici.
La sua pratica fu bloccata e Semeraro protestò anche in maniera plateale chiedendo a una banda musicale di suonare le marce funebri sotto la sede dell’Inail. Secondo la tesi dell’accusa, l’allora direttore dell’istituto, Giovanni Sulpizio, prese in antipatia Semeraro e occultò il fascicolo relativo alla richiesta di prepensionamento avanzata dal lavoratore.
Il pm Italo Pesiri, che avviò l’indagine, chiese all’Inail copia della pratica del sig. Semeraro, ma il direttore rispose che non c’era alcuna pratica a nome Semeraro. I carabinieri perquisirono la sede dell’istituto e trovarono il fascicolo nell’ar madietto personale del direttore, chiuso a chiave.
A quel punto scattò l’imputazione di occultamento di atto pubblico per il direttore Sulpizio e per il funzionario Giovanni Cavallini. Quest’ultimo è stato assolto perchè non c’era prova che avesse consapevolezza dell’esistenza del fascicolo incriminato. Cosimo Semeraro, costituitosi parte civile tramite l’avv. Massimo Saracino, ha ottenuto anche il riconoscimento del danno da liquidarsi in separata sede.
L’ex operaio dell’Ilva è stato costretto ad andare in pensione con quattro anni di ritardo ed ha vinto anche sette cause in sede civile
La sentenza dà ragione al signor Cosimo Semeraro
Si è concluso oggi il processo intentato dal Signor Cosimo Semeraro per occultamento e soppressione dei fascicoli relativi all'amianto: nessuna assoluzione per l'ex direttore Inail, ma la condanna a dieci mesi di reclusione.
Articoli correlati
- Una storia di amianto e di giustizia, appello ai decisori politici
A rischio i fondi PNRR per il Parco della Rinascita sull’area della ex Fibronit di Bari
"Avete una grande occasione: dimostrate ai cittadini di avere a cuore la loro salute e il loro benessere. Non dimenticate che quell'area porta sulle sue spalle oltre 700 morti e che il Parco della Rinascita è il risarcimento minimo nei confronti di chi ha pagato con la vita".15 agosto 2023 - Comitato cittadino Fibronit - Bari - Comunicato dell'Associazione Culturale Pediatri
Amianto, Pediatri: “Almeno 350mila bambini ancora esposti, anche in classe"
L’Associazione Culturale Pediatri (ACP) sottopone alla attenzione della politica il rischio tuttora esistente legato alla presenza dell’amianto nelle scuole italiane. Rischio che espone, dai dati dell’ONU, circa 350mila bambini e 50mila docenti nel nostro Paese.7 gennaio 2022 - E' importante adesso formare una nuova consapevolezza
L'amianto colpisce anche il fegato
Un gruppo di ricercatori indipendente ha rilevato la presenza di fibre di amianto nel fegato e nelle vie biliari di pazienti dando un’ulteriore validazione a questa ipotesi. L’amianto sarebbe associato ai colangiocarcinomi, aumentando pertanto il rischio di tumore al fegato, oltre che ai polmoni.17 luglio 2021 - Alessandro Marescotti - Amianto
Arcelor Mittal: Usb denuncia azienda per mancata sicurezza lavoro
La denuncia è stata presentata “dopo aver constatato la presenza di dispersione di amianto in una zona in cui operavano diversi lavoratori nello stabilimento di Taranto di ArcelorMittal”. Nel capannone - dice l’Usb - c'erano lavoratori delle ditte in appalto che hanno operato ignari dell'accaduto.3 aprile 2019 - AGI
Sociale.network