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Diossina nell'acqua, una notizia gravissima

E' molto grave la notizia della presenza di diossina nell'acqua di un pozzo vicino all'area industriale di Taranto. La presenza di diossina nell'acqua è infatti un evento rarissimo. Emerge poi un altro gravissimo dato: la pecora trovata morta vicino all'ILVA era contaminata da diossina.
18 aprile 2008
Peacelink

- E' molto grave la notizia della presenza di diossina nell'acqua di un pozzo vicino all'area industriale di Taranto. La presenza di diossina nell'acqua è infatti un evento rarissimo. Del resto i limiti di legge (4 picogrammi per litro) sono abbastanza elevati.

Non è escluso che la pioggia abbia "lavato" la diossina dai terreni e l'abbia fatta arrivare fin nei pozzi. Il fatto che la diossina sia un inquinante persistente è un grave pericolo perché si sposta e si infiltra ovunque.

Come PeaceLink avevamo chiesto all'Asl di effettuare questi controlli sull'acqua di falda. Riscontriamo ascolto e collaborazione negli enti preposti. Pertanto esprimiamo apprezzamento per questi controlli che sono l'indice di un lavoro puntuale e sempre più serrato.

Emerge poi un altro gravissimo dato: la pecora trovata morta era piena di diossina. Sarà importante individuare la sorgente della diossina e indennizzare gli agricoltori e gli allevatori danneggiati. Chi ha inquinato dovrà pagare tutto, sia i danni economici sia le bonifiche dei terreni. Infine leggiamo con stupore dichiarazioni attribuite al dirigente servizi veterinari della Asl:

"I pochissimi allevamenti che hanno pascolato su terreni incolti a ridosso dell'area industriale producono solo carne (che, peraltro, se consumata cotta è innocua) e non latte alimentare" (1). E' opportuno dare una corretta informazione scientifica: la bollitura (100 gradi) riduce il rischio microbiologico, ma il rischio chimico resta intatto.

(1) Fonte: TarantoSera 12/4/2008 p. 10

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink

Il responso delle analisi, ora controlli su altri animali
C'erano diossina e Pcb (policlorobifenili) nelle carni, negli organi e nei tessuti della pecora deceduta circa un mese fa, per cause a questo punto da accertarsi, e che faceva parte di un gregge che pascolava nei pressi dell’Ilva. Stesso gregge un cui primo campione di latte aveva anch’esso dato esito positivo a diossine e Pcb, facendo così definitivamente scattare il piano di monitoraggio delle diossine negli alimenti dopo la denuncia degli ambientalisti.

E c'è un superamento lieve di diossina - ma non di Pcb - anche in un campione di acqua di falda prelevata in un pozzo in uso in una delle aziende zootecniche sottoposte e vincolo sanitario, collocate sempre a ridosso dell’area industriale. Il pozzo - che veniva utilizzato a fini irrigui e domestici - è stato interdetto dalle autorità sanitarie. Invece abbondantemente al di sotto dei limiti i valori nelle acque di falda prelevate in altri tre pozzi. Ora le analisi saranno ripetute anche per capire se le condizioni climatiche qualche giorno prima dei prelievi - c'erano state piogge abbondanti - possano aver influito sull'esito stesso delle analisi.

A comunicare i risultati delle analisi sulle carni della prima pecora è stato l’Istituto zooprofilattico di Teramo a cui saranno inviati i campioni di carni,
organi e tessuti prelevati ieri sui 40 capi di bestiame - pecore e capre - abbattuti nel macello di Noci e prelevati da 7 diverse aziende zootecniche tarantine. A darne conferma è il responsabile del Servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asl, Cosimo Scarnera, il quale ieri ha anche deciso la chiusura del pozzo dopo la comunicazione dei risultati delle analisi delle acque da parte del direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato. ”Dopo la positività delle analisi sul latte (destinato non alla commercializzazione- ndr), il risultato delle analisi sulla pecora deceduta è sostanzialmente una conferma - dice Scarnera -.

Si tratta di valori di poco al di sopra dei limiti consentiti. Andremo avanti con il piano stabilito per il monitoraggio selezionando gli animali per età anagrafica e per differenza costituzionale, capi più robusti e più magri. Si tratta di capire quanto incide, ad esempio, l’accumulo delle sostanze inquinanti. Nel caso delle pecora deceduta, si trattava di un capo anziano. Abbiamo inoltre chiesto all’Arpa di studiare il nesso di causalità tra le sostanze presenti nelle matrici alimentari e la possibile provenienza».

La presenza di diossina e stranamente non di Pcb nel campione di acqua è, invece, all’attenzione dell’Arpa che attende anche il risultato dei campionamenti di suolo e vegetazione. Non è stata riscontrata diossina nei campioni di altri tre pozzi. «Cosa vuol dire? Che probabilmente non c'è un inquinamento diffuso, ma che acque superficiali, magari a seguito delle piogge dei giorni precedenti al campionamento, potrebbero essersi introdotte in un solo pozzo - spiega Assennato -. Continueremo per questo con il nostro campionamento».

Intanto, si stanno mettendo a punto le procedure per assicurare che personale ed attrezzature siano in grado da maggio di effettuare campionamenti ed anche analisi delle matrici alimentari ed ambientali presso il laboratorio del Dipartimento Arpa di Taranto.La Regione ha dato la disponibilità all’assunzione di 15 unità tra chimici e periti chimici.
Gazzetta del Mezzogiorno del 18 Aprile 2008

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