Dieci anni e una nuova linea di produzione a Taranto
Manca poco: arrivano gli incentivi per il «termodinamico solare». Con il sì della Conferenza Unificata Stato Regioni, infatti, è ormai vicino al traguardo l'iter del decreto che introduce un sistema di incentivazioni destinato a promuovere la produzione di energia da solare termodinamico. Si tratta di una produzione già ampiamente sperimentata utilizzando diverse tecnologie di raccolta e concentrazione della radiazione solare.
Diversamente dalla più nota tecnologia fotovoltaica, che converte la radiazione solare direttamente in energia elettrica mediante l'uso di celle di materiali semiconduttori opportunamente trattati, il solare termodinamico si basa su tecnologie che trasformano la radiazione solare in energia termica a temperature sufficientemente elevate da produrre vapore surriscaldato, proprio come fanno le caldaie nelle tradizionali centrali termoelettriche.
Il decreto prevede l'applicazione di tariffe incentivanti della durata di 25 anni (che vanno da 0,28 a 0,22 euro per ogni Kilowattora prodotto, da aggiungere al prezzo di vendita) per gli impianti che sfruttano questa tecnologia.
Si propone inoltre di incrementare, mediante aiuti economici, l'applicazione di tecnologie che utilizzino termoconvettori non inquinanti e impianti che adottino l'accumulo di energia. Gli incentivi previsti sono cumulabili con finanziamenti in conto capitale, purché contenuti entro la soglia del 10% del costo dell'investimento e con capitalizzazione anticipata eccedente il 25% del costo dell'investimento.
Qualora ci siano degli investimenti che superano queste percentuali, con delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas verranno ridotte le tariffe incentivanti in rapporto al finanziamento ricevuto.
Le tecnologie solari termodinamiche contemplate sono gli impianti con campo specchi e torre centrale (Solar Tower); impianti con collettori parabolici lineari (Parabolic Trough); impianti con collettori parabolici circolari (Dish); impianti con collettori lineari di Fresnel (Linear Fresnel Reflector).
Per soddisfare le indicazioni del protocollo di Kyoto, l'eolico è diventata la scelta strategica che muove investitori italiani ed esteri. Nel nostro Paese, questa industria vede la leadership di Vestas Italia, società del Gruppo Vestas, con sede a Taranto, che quest'anno festeggia il suo decennale di attività sul mercato Italiano. «Il 22 e 23 aprile abbiamo festeggiato i nostri 10 anni a Taranto con una grande convention nella quale abbiamo riunito clienti ed istituzioni. È stata l'occasione per fare il punto della situazione su una fonte, il vento, che ormai compete con le altre fonti di energia tradizionali quali il petrolio e gas - afferma Rainer Karan, Direttore Generale di Vestas Italia -. In Italia Vestas è una realtà industriale consolidata, a forte vocazione internazionale, che opera in un'area di mercato comprendente, oltre all'Italia, Paesi quali Turchia e Sud dei Balcani, Nord Africa e Medio Oriente».
Vestas Italia rappresenta un modello da cui trarre spunto per promuovere una politica industriale nel Mezzogiorno basata sulla valorizzazione di fattori ambientali locali specifici, come la forte presenza di vento nelle regioni del sud Italia. In dieci anni Vestas Italia ha saputo sviluppare e implementare a Taranto, oltre alle unità di vendita, anche l'unico centro di produzione di turbine eoliche in Italia, dove si produce la V52,uno dei modelli di turbina più venduti in tutto il mondo, attualmente esportata in mercati esteri quali Grecia, Inghilterra, Svezia, Irlanda, Olanda, e soprattutto Cina, Paese a rapida espansione per quanto riguarda l'eolico. Forti di questa esperienza, il 22 aprile Vestas ha inaugurato, proprio a Taranto, una nuova linea di produzione per la V90-3.0 MW, modello di punta del gruppo Vestas, annoverato tra le turbine di «nuova generazione».
Il futuro vede l'azienda molto impegnata nelle turbine di grande taglia, sempre più richieste nel mercato italiano, come le V90 3-MW. Queste turbine, sono altamente efficienti, producono di più, e fanno bene all'ambiente: nell'arco di 20 anni, una turbina V90-3.0 MW avrà risparmiato all'ambiente l'emissione di oltre 125.400 tonnellate di CO2 derivanti dalla produzione di energia elettrica rispetto a un moderno impianto a carbone. Al 31 Dicembre 2007 Vestas ha installato in Italia 1.590 turbine eoliche, per un totale di 1442 MW, pari a più della metà delle installazioni presenti su tutto il territorio italiano. «Siamo lieti di rappresentare una realtà così importante per l'industria energetica italiana.
In dieci anni siamo passati da un nucleo di 50 ad oltre 700 persone impiegate direttamente, una crescita che ha reso necessario, ovviamente, anche il potenziamento di un indotto specializzato per le diverse fasi di realizzazione di un impianto eolico, che ormai conta, secondo i dati dell'Associazione Nazionale Energia del Vento (Anev) più di 3.700 persone per le attività di produzione, installazione e manutenzione - conclude Rainer Karan -. Ci auguriamo di poter continuare con lo stesso rigore il conseguimento di successi, per poter mantenere la nostra posizione di numero 1 in Modern Energy».
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