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Gru killer all’Ilva, il 6 giugno la requisitoria del pm

E’ giunto alla stretta finale il processo per la morte di Paolo Franco, 24 anni, di San Marzano, e Pasquale D’Ettorre, di 27, di Fragagnano, gli operai dell’Ilva schiacciati da una delle gru che vengono usate per movimentare le materie prime del parco minerali il 12 giugno del 2003
9 maggio 2008
Fonte: Corriere del Giorno

- Di concorso in omicidio colposo plurimo e violazioni alla normativa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro rispondono il presidente dell’Ilva Emilio Riva, il direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso, il responsabile manutenzione meccanica dell’area PMA Salvatore Zimbaro e il responsabile preparazione minerali, agglomerazione e produzione calcare e calce Giancarlo Quaranta, e tre rappresentanti della ditta Cemit (il responsabile ed amministratore della ditta Cemit Gerardo Pappalardo, il responsabile dell’Ufficio Tecnico Franco Antonio Pinto e il responsabile servizio protezione e prevenzione Giuseppe Bruno).

All’epoca dei fatti furono iscritti nel registro degli indagati anche il supervisore dei lavori Annunziato Ambrogio e il responsabile area Donatangelo Clemente). E’ stata fissata per il 6 giugno la requisitoria del pubblico ministero. Gli avvocati Carlo Petrone, Michela Giorgino e Biagio Leuzzi si sono costituiti parte civile per i genitori e le sorelle delle due vittime.

Gli operai dell’Ilva furono travolti e uccisi da una delle gru che hanno la funzione di ricevere le materie prime che arrivano dai nastri trasportatori e di stoccarle nei parchi, nonchè di riprenderle e caricarle sugli stessi nastri quando devono andare nei reparti per essere utilizzati. La macchina bivalente il giorno dell’incidente era ferma.

Ci stavano lavorando operai dell’Ilva per piccoli interventi di routine (come lavori a un "riduttore" e lubrificazione delle centraline) e delle ditte appaltatrici Cemit e Insider, incaricate dei lavori di messa in sicurezza dell’impianto. A queste ditte - che avevano svolto interventi di manutenzione nella prima decade di giugno - l’Ilva aveva dovuto chiedere l’autorizzazione per far entrare nel cantiere i propri operai. Ad un certo punto, la gru si spezzò in due tronconi per il venir meno del sistema dei contrappresi.

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