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Non tutta la diossina si può assimilare

Il vergognoso caso dell'Ilva di Taranto, con i suoi 93 grammi annui di diossina e 1.385 kg di mercurio all'anno emessi nell'aria e con i 665 kg di mercurio versati nel mare (comunicati dall'ILVA al Ministero dell'Ambiente) potrebbe trovare una soluzione proprio grazie alla normativa europea.
10 maggio 2008
Cosimo Marasciulo

- Le carenze legislative del nostro Paese spesso e volentieri, vengono colmate dall'Unione Europea. Il vergognoso caso dell'Ilva di Taranto, con i suoi 93 grammi annui di diossina e 1.385 kg di mercurio all'anno emessi nell'aria e con i 665 kg di mercurio versati nel mare (comunicati dall'ILVA al Ministero dell'Ambiente) potrebbe trovare una soluzione proprio grazie alla normativa europea. Una normativa che consente alla cittadinanza di partecipare e controllare le azioni inquinanti emesse dai poli industriali.

Precisamente la 96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, poi modificata dalle direttive 2003/35/CE e 2003/87/CE. Il decreto legislativo (D.Lsg. 59/05) recepisce proprio le direttive che consentono il diritto di partecipazione della cittadinanza nelle autorizzazioni alle emissioni.

Il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 serve alla "Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento". Nell'articolo 5 del suddetto decreto si può leggere: "Entro 30 giorni dalla data dell'annuncio (su quotidiano provinciale o regionale) i soggetti interessati possono presentare in forma scritta, all'autorità competente, osservazioni sulla domanda". Sempre in quell'articolo si legge che la domanda di autorizzazione alle emissioni deve essere accessibile al pubblico.

E qui il "pubblico" può chiedere e ottenere che venga messa su Internet in modo che tutti possano collegarsi e capire che tipo di impianto è, che materie prime usa, quali sono le fonti di emissione e il loro impatto sull'ambiente, quali tecnologie sono proposte per prevenire o ridurre le emissioni, ecc. All'articolo 14 si legge che il Ministero dell'Ambiente "garantisce sistematica informazione del pubblico sullo stato di avanzamento dei lavori". E' una normativa che segue sostanzialmente quella sulla Valutazione di Impatto Ambientale dei nuovi impianti, la quale prevede la partecipazione degli utenti. Segue inoltre la legge Seveso II che riguarda i rischi di incidente rilevante, anch'essa contenente (art. 23) norme per la consultazione degli utenti.

Al momento la questione dell'ILVA è questa il 12 luglio 2007 sul “Sole 24 ore” ha pubblicato l'avviso pubblico di avvio procedimento. L'11 aprile di quest'anno sono state firmate le autorizzazioni integrate ambientali (Aia), previste dall'accordo di programma per l'area industriale di Taranto e Statte. Le Aia conterranno le misure necessarie per proseguire l'attivita' di monitoraggio e controllo degli adeguamenti impiantistici gia' avviati dalle aziende e le modalta' di monitoraggio degli ulteriori adeguamenti previsti.

In questo modo le indagini integrative del quadro ambientale, capaci cioe' di completare il quadro conoscitivo ambientale dell'area e di proporre indicazioni per un'efficace prevenzione e riduzione della emissioni inquinanti.

Le aziende, tra cui Ilva, Eni, Sanac, ecc. hanno tempo fino al 11 maggio per presentare il crono-programma contenente le indicazioni degli interventi previsti per adeguare gli impianti alle migliori tecniche disponibili. Per la prevenzione e la riduzione delle emissioni inquinanti e dei relativi termini di avvio, attuazione e completamento.

La fase è quindi molto delicata, tutte e tutti i cittadini sono invitati a monitorare il risultato delle analisi, delle proposte e delle soluzioni presso il sito della Aia tramite la voce “Area libera consultazione” e a sollecitare il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione generale per la salvaguardia ambientale attraverso l'indirizzo email: aia@pec.minambiente.it

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