«La UIL chiama l'attenzione di Vendola sull'Acquedotto»
Egregio Presidente,
Le scriviamo in rappresentanza dei lavoratori dell’Acquedotto Pugliese ma anche di tutti i cittadini della nostra regione, che dall’Aqp sono serviti.
Ed è proprio dalle questioni che riguardano questi ultimi che vogliamo cominciare. Sarà certamente stato messo al corrente del rapporto presentato nei giorni scorsi dall’Istat sulla percentuale di acqua che dalla fonte finisce nelle case della gente. Ebbene, non soltanto il Mezzogiorno d’Italia è risultato fortemente penalizzato rispetto al Nord, ma noi pugliesi abbiamo avuto conferma di essere la maglia nera del Paese. Infatti, la perdita lungo la rete idrica dell’Acquedotto è pari al 47 per cento: una percentuale altissima, assurda per essere nel Terzo Millennio e offensiva per le capacità imprenditoriali della nostra regione.
Probabilmente a questo punto starà pensando che i dati dell’Istat si riferiscono al 2005; ha ragione: ma il problema vero è che dal 2005 non è cambiato nulla, come Lei sa perfettamente. E così continuiamo a disperdere un patrimonio lungo la rete idrica e aspettiamo ancora gli appalti che consentiranno il monitoraggio della rete stessa e i successivi interventi. Nel frattempo un’altra estate è alle porte.
Adesso, signor Presidente, starà certamente pensando che l’emergenza paventata lo scorso inverno è in realtà scongiurata, perché il livello degli invasi è salito notevolmente. Vero anche questo. Ma si renderà conto che non si può eternamente confidare nella…danza della pioggia per risolvere i nostri problemi idrici. Tanto più che questa danza a quanto pare costa, dal momento che si parla di aumenti delle tariffe, in cambio di un servizio insufficiente. Le ricordo, infatti, che se a Foggia e nel Barese la gente può dire di usufruire di una erogazione tutto sommato accettabile, ci sono altre tre province della Puglia – Brindisi, Lecce e Taranto – che non possono dire altrettanto. Il ricordo delle autobotti dell’estate scorsa e di quelle precedenti non è ancora cancellato. Perciò, parlare di rincari non ci sembra proprio corretto.
Andiamo ora al terzo punto, altrettanto importante come i primi due. Riguarda i lavoratori dell’Acquedotto Pugliese, che da qualche settimana stanno portando avanti una vertenza piuttosto dura nei confronti dell’Azienda. Tanto dura che i sindacati hanno deciso di adire le vie giudiziarie, impugnando l’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori per attività antisindacale. Una scelta forte, oseremmo dire estrema, causata dall’atteggiamento a dir poco arrogante di Aqp, purtroppo avallato dalla Regione Puglia.
Le vogliamo ricordare, infatti, che non più tardi di qualche giorno addietro, i lavoratori sono venuti sotto la sede della Regione, confidando in un incontro con qualche rappresentante del governo. Ebbene, nessuno li ha ricevuti. Anzi, c’è chi ha lasciato intendere che i problemi vanno affrontanti con l’Azienda.
Riteniamo che sia una lettura parziale e quindi inesatta. Le ricordiamo, signor Presidente, che Aqp è per il 98% della Regione Puglia. Quindi, è la Regione Puglia a dover dare spiegazioni e a confrontarsi con sindacati e lavoratori, prima ancora dei vertici aziendali.
Capisce che di fronte a questa pesante situazione siamo al punto di non ritorno. Aqp non ha compreso che deve valorizzare le professionalità, non mortificarle scegliendo la strada dello scontro in una prova di forza che non porta da nessuna parte e che danneggia in prima battuta il servizio e quindi la gente che di questo servizio ha bisogno. E’ abbastanza chiaro, insomma, che dietro formali dichiarazioni di facciata secondo le quali “le risorse umane diventano protagoniste della vita dell’Azienda” si celi una men che scarsa stima per il personale e per gli organismi deputati alla sua rappresentanza.
Pertanto, signor Presidente, crediamo sia giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità, passando ad azioni forti: bisogna trovare gente realmente in grado di gestire l’Aqp e di guidare l’azienda verso un futuro di successi e di servizi concreti erogati ai cittadini. Basta con le parole e con le dichiarazioni d’intenti che non sono mai seguiti dai fatti. Per tutto quanto Le abbiamo illustrato, chiediamo un incontro urgente che consenta di fare il punto sulla situazione e cominciare a dare risposte alle richieste dei pugliesi.
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