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Nucleare - La Puglia s'infiamma

Raffale Fitto – salentino, già presidente della Regione ed unico pugliese ad essere stato nominato ministro nel nuovo governo Berlusconi, con la delega ai Rapporto con le Regioni – ha salutato con grande soddisfazione il programma lanciato dal ministro Scajola affinché il Paese programmi lo sviluppo e la costruzione di centrali atomiche per la produzione di energia • Netta opposizione del presidente dell'attuale giunta, Nichi Vendola (nuovo leader di Rifondazione comunista)
23 maggio 2008
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

La Puglia dice NO al Nucleare BARI – «Il tema del nucleare vede il nostro Paese in ritardo»: lo ha dichiarato il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, parlando all’assemblea dell’Ance (Associazione costruttori edili) a Bari.

«Anche la discussione che si sta aprendo – ha proseguito – sconta un problema di fondo: il nostro Paese non ha solamente detto “no” al nucleare 30 anni fa, il che già di per sé fu una scelta sbagliata, ma ha abbandonato la ricerca sul tema. Quindi noi oggi, per poter avviare un programma sul nucleare dobbiamo andare a recuperare fuori dal nostro Paese tutto il know-how adeguato».

Per Fitto, questo discorso vale anche per «tutte le diverse questioni sul tema dell’energia». «Perché non è possibile – ha aggiunto – che il nostro Paese non abbia rigassificatori, che non si possa, in alcune parti, realizzare termovalorizzatori».

Per il ministro, «molte delle questioni che hanno costituito in questi anni nodi fondamentali per il nostro Paese nascevano non da valutazioni tecniche di merito, ma c'è stata una impostazione ideologica che ha portato a dire no in maniera preventiva ad una serie di scelte fondamentali per il nostro Paese».


Il nucleare è «una scelta perdente e conservatrice, dichiarata proprio mentre la Puglia ed altre Regioni stanno scegliendo la modernità, il cambiamento del ciclo produttivo attraverso quelle energie rinnovabili che già oggi concorrono al fabbisogno energetico mondiale in misura molto maggiore ed a prezzi più contenuti del nucleare».

Lo afferma il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, replicando a dichiarazioni fatte oggi a Bari dal ministro dei rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che – secondo Vendola – «si attarda ad applaudire i suoi colleghi che vogliono spaccare il Paese e regalarci in cambio la preistoria nucleare. A quando una sua dichiarazione nella quale si indicano i siti pugliesi per le centrali nucleari?».

«Ma con quale coraggio – dice ancora il presidente della Regione – un governo che ha bisogno dell’esercito per togliere la “monnezza” dalle strade campane ci propone una ricetta velenosa contro la quale la maggioranza degli italiani si è già chiaramente espressa? Cosa faranno per “proteggere” queste centrali, assolderanno la Nato, o meglio ancora i guardiani della rivoluzione iraniana, che di nucleare se intendono?».

Centrali nucleari annunciate dal Governo: improponibile che tra i possibili siti ci sia la Puglia Dichiarazione di Losappio:

In merito alla proposta di centrali nucleari avanzata dal Governo, l’Assessore all’Ecologia Michele Losappio, ricorda la posizione della Regione Puglia. Di seguito la dichiarazione.

“La volontà dichiarata dal Ministro dello Sviluppo Economico del nuovo Governo Nazionale di aprire i cantieri delle centrali nucleari entro i prossimi 5 anni è stata accompagnata sulla stampa nazionale da una serie di indiscrezioni sui possibili siti. Per la Puglia il più importante quotidiano nazionale ha ricordato le ipotesi di Nardò e Manduria. In precedenza il quotidiano della Confindustria aveva inserito Mola di Bari in un elenco di possibili impianti nucleari.

La Regione ricorda che la Puglia è in credito verso l’Italia per una produzione energetica così elevata che le consente di trasferirne l’82% al resto del Paese. In tale situazione consideriamo improponibile che il Governo Berlusconi possa chiedere ai pugliesi un ulteriore e così pesante sacrificio. Del resto con il PEAR la Regione ha fatto un’altra scelta, quella di investire sulla frontiera delle energie rinnovabili e la sta praticando in modo del tutto convincente.

Sarebbe perciò opportuno che tutte le forze politiche, comprese quelle che esprimono la maggioranza nazionale e in essa autorevoli figure istituzionali, per i motivi indicati dichiarino la propria indisponibilità a gravare il nostro territorio di un simile tributo. Sarebbe ugualmente necessario che i Sindaci dei Comuni coinvolti esprimano la propria posizione e chiariscano all’opinione pubblica ed al Governo il proprio pensiero”.

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