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«Si faccia luce su pet coke ed esaclorobenzene a Taranto»

La notizia del sequestro di circa 16.000 tonnellate di pet-coke da parte dei Carabinieri del NOE all'interno dello stabilimento siderurgico di Taranto mette in discussione ancora una volta l'interminabile confronto fra industria e le istituzioni. Chiediamo che sia fatta luce su un eventuale uso di coke anche alla Cementir e che sia avviato uno screening degli inquinanti contenuti nello petcoke
10 giugno 2008
Stefano De Pace (Associazione TarantoViva)
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

- La notizia del sequestro di circa 16.000 tonnellate di pet-coke da parte dei Carabinieri del NOE di Lecce all'interno dello stabilimento siderurgico di Taranto mette in discussione ancora una volta l'interminabile confronto fra industria e le istituzioni.

Nel Novembre 2007 il Sindaco Ezio Stefàno aveva lanciato l'allarme in una missiva all'Arpa Puglia sollevando il problema della movimentazione del Pet-coke, una sostanza contenente cancerogeni come IPA e metalli pesanti.

Parallelamente la magistratura aveva fatto scattatare un'inchiesta, grazie ai carabinieri del Noe e all'Agenzia dogane. Le contestazioni della magistratura partirono da un'indagine fiscale: circa seimila tonnellate di Pet coke, stoccate nell'Italcave, furono sequestrate per presunte irregolarità.

Nel Gennaio 2008 ancora un sequestro di pet coke. I sigilli scattarono per una montagna di carbone, del peso complessivo di 7.000 tonnellate, al molo polisettoriale di Taranto. Il provvedimento della Procura scattò per la presenza di alcune sostanze superiore ai limiti consentiti dalla legge. Ma il primo sequestro risale al maggio del 2006, nel quale fu adottato lo stesso provvedimento con contestazioni analoghe. In quel caso, il pm Antonella Montanaro dispose il sequestro contestando duramente lo sversamento in mare e la diffusione nell'atmosfera di polveri sottili inquinanti provenienti proprio dalle montagne di carbone.

Lo scorso Febbraio in un'intervista il Sindaco dichiarò "Per l'Ilva stiamo lavorando in maniera alacre. Del resto sono stato l'unico ad aver parlato del pet coke che è mille volte più inquinante". Eppure fino ad allora nessuno aveva immaginato che il pet-coke fosse destinato alla miscelazione con carbone fossile per la produzione di coke siderurgico. Ne tantomeno dalla documentazione AIA si evince l'utilizzo del pet-coke nel processo produttivo dello stabilimento di Taranto.

Chiediamo al Sindaco Stefàno che nel l'AIA rientri anche l'inquinamento da pet-coke per i vari agenti inquinanti emessi ad esempio nel processo produttivo del ciclo siderurgico dovuto alla materia prima scadente e contenente tracce di zolfo superiore del 6% rispetto al limite consentito dalle disposizioni legislative.

Sapendo che il Pet Coke è stato il carburante usato nell'industria del cemento in Sicilia e che questo ha determinato interventi sanzionatori della Magistratura, chiediamo che sia fatta luce su un eventuale uso di Pet Coke anche alla Cementir di Taranto.

Come Associazione di cittadini auspichiamo che sia avanzata l'istanza di chiarire se l'Esaclorobenzene che è stato riscontrato in alta concentrazione nel sangue di un ristretto gruppo di tarantini dall'indagine D.U.T., al pari delle alte concentrazioni di Idrocarburi policiclici aromatici riscontrate dall'ARPA Puglia nella recente campagna di campionamento ambientale, anche in aree lontane dal polo industriale, quali Talsano, possano avere attinenza con l'uso di combustibili quali il Pet Coke ed in caso contario quale sia la fonte di questi inquinanti organici.

Chiediamo inoltre che il Sindaco si faccia portavoce delle nostre istanze e avvii un monitoraggio dell'impatto degli inquinanti contenuti nel pet coke sulla salute dei lavoratori del molo polisettoriale, per verificare la presenza degli inquinanti più pericolosi nel loro organismo (es. benzopirene, nichel, cromo e vanadio).

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