Eolico off shore, la Regione dice no
È da un paio di settimane che Michele Losappio, assessore all´Ambiente della Regione Puglia, batte sempre sullo stesso chiodo: sull´eolico off shore, le pale che catturano il vento in mare davanti alle coste per produrre energia, la Regione naviga controvento: non vuole essere tenuta ai margini di ogni decisione. Anzi: non può essere tenuta fuori dalla procedura autorizzativa.
Dopo averlo ricordato in qualche consesso pubblico e dichiarato a mezzo stampa, venerdì scorso ha formalmente investito il ministero dell´ambiente per chiedere di «sospendere» le procedure di Via, la valutazione di impatto ambientale, su quattro impianti. «La procedura di Via spetta alla Regione», afferma Losappio. «È stato così per l´eolico on-shore - aggiunge l´assessore pugliese - e non vedo riferimenti normativi che debbano escluderci se l´eolico è off-shore». Anche perché, secondo i dati in mano all´assessore, le quattro richieste consegnate al ministero sviluppano poco meno di 700 megawatt, comunque più di tutto l´eolico che già fa della Puglia la prima regione produttrice italiana di energia del vento.
All´assessore risulta che un parco da 150 megawatt dovrebbe sorgere nelle acque antistanti Brindisi, uno di 150 al largo di Chieuti verso Campomarino, ai confini tra la Puglia e il Molise, un terzo impianto da 300 megawatt da Zapponata a Manfredonia, un quarto di 90 megawatt a Tricase.
«In tempi di federalismo galoppante - dice l´assessore - è davvero strano che la nuova direzione del ministero dell´Ambiente tenda al centralismo ed a sottrarre alle Regioni le proprie competenze. Volendo escludere che ciò avviene solo perchè si tratta di Regioni del Mezzogiorno siamo anche a chiedere l´impegno e l´intervento delle forze politiche di centrodestra e delle loro qualificate rappresentanze nazionali a difesa delle prerogative e delle funzioni dell´istituzione regionale». L´appello è rivolto anche alle amministrazioni locali: «Si mobilitino - esorta Losappio - per non essere espropriate delle decisioni che riguardano il proprio territorio».
Per Losappio piantare pali e pale in mezzo al mare in una regione che ha 800 chilometri di coste, che vive di pesca e turismo, la sua massima rappresentanza istituzionale ha il diritto di esprimersi. Com´è già avvenuto per l´eolico a terra. Non sempre alle richieste pervenute in assessorato è stata riconosciuta la procedura semplificata. Losappio cita a memoria alcuni dati: «Il 30 per cento delle istanze sono state in parte bocciate, in parte rinviate alla procedura di Via». E così potrebbe accadere per quello off-shore.
Ma non si tratta di un no, almeno il "no" netto e definitivo detto sul nucleare. «L´interesse della Puglia nei confronti degli impianti eolici è intatto - precisa Losappio - lo abbiamo sancito anche nel Pear, il piano energetico ambientale regionale dove però precisiamo che solo una procedura di valutazione di impatto ambientale regionale potrà garantire i pugliesi sull´assenza di impatto e di danni ambientali». Che si tratti di eolico a terra o in mare o comunque di energia da produrre da fonti alternative, non sempre la strada pugliese è in discesa.
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